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Stabat mater, Tiziano Scarpa

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TOPIC_ICON5  view post Posted on 26/4/2012, 08:29
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CITAZIONE
È notte, l'orfanotrofio è immerso nel sonno. Tutte le ragazze dormono, tranne una. Si chiama Cecilia, ha sedici anni. Di giorno suona il violino in chiesa, dietro la fitta grata che impedisce ai fedeli di vedere il volto delle giovani musiciste. Di notte si sente perduta nel buio fondale della solitudine più assoluta. Ogni notte Cecilia si alza di nascosto e raggiunge il suo posto segreto: scrive alla persona più intima e più lontana, la madre che l'ha abbandonata. La musica per lei è un'abitudine come tante, un opaco ripetersi di note. Dall'alto del poggiolo sospeso in cui si trova relegata a suonare, pensa "Io non sono affatto sicura che la musica si innalzi, che si elevi. Io credo che la musica cada. Noi la versiamo sulle teste di chi viene ad ascoltarci". Così passa la vita all'Ospedale della Pietà di Venezia, dove le giovani orfane scoprono le sconfinate possibilità dell'arte eppure vivono rinchiuse, strette entro i limiti del decoro e della rigida suddivisione dei ruoli. Ma un giorno le cose cominciano a cambiare, prima impercettibilmente, poi con forza sempre più incontenibile, quando arriva un nuovo compositore e insegnante di violino. È un giovane sacerdote, ha il naso grosso e i capelli colore del rame. Si chiama Antonio Vivaldi. Grazie al rapporto conflittuale con la sua musica, Cecilia troverà una sua strada nella vita, compiendo un gesto inaspettato di autonomia e insubordinazione.

Copertina rigida
144 Pagine
ISBN-10: 8806171240
ISBN-13: 9788806171247
Editore: Einaudi
Data di pubblicazione: Jan 01, 2008
Disponibile anche come: Brossura

Edited by AISHA* - 19/12/2016, 10:40
 
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qweedy
view post Posted on 14/12/2017, 22:34




Per me questa lettura è stata una sorpresa inaspettata, un gioiellino raffinato che avevo da tempo sul kindle ma prima d'ora non avevo mai considerato.
Un racconto intenso e struggente, e molto insolito. La maternità rinnegata restituisce la vita attraverso la musica.
Tiziano Scarpa affronta temi fondamentali e moderni, con grande lievità, la morte, la solitudine, la maternità, l'abbandono e su tutti sempre la musica, che diventa per Cecilia modo di esprimersi e di vivere. A me è piaciuto moltissimo, scritto con linguaggio moderno e frammentato, è un racconto di una delicatezza e raffinatezza uniche. Premio Strega 2009.

“Sono stata attraversata dal tempo e dallo spazio, e da tutto quello che essi portano dentro. Alla fine ero stravolta, in un'ora io sono stata musicalmente grandine, musicalmente afa, musicalmente gelo, musicalmente tepore, musicalmente piedi intirizziti, musicalmente pioggia leggera, musicalmente suolo ghiacciato che fa male caderci sopra, musicalmente prato tenero, sono musicalmente stata dentro il sonno di un guardiano di capre, dentro un cane che abbaia, dentro gli occhi di una mosca, sono musicalmente stata nuvola nera, passo ubriaco, bestia terrorizzata e pallottola che la uccide."

Signora madre, è notte fonda, mi sono alzata e sono venuta qui a scrivervi. Tanto per cambiare, anche questa notte l’angoscia mi ha presa d’assalto. Ormai è una bestia che conosco bene, so come devo fare per non soccombere. Sono diventata un’esperta della mia disperazione.

Ogni parola che scrivo è soltanto un altro modo per dire il vostro nome, il nome che non conosco. Anche se scrivo cielo, terra, musica, dolore, io sto scrivendo sempre e soltanto mamma.


Voto 5/5
 
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1 replies since 26/4/2012, 08:29   28 views
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