Ho sempre sentito parlare di
Arto Paasilinna con toni entusiastici ma, dopo aver terminato
Piccoli suicidi tra amici, posso dire di non esserne rimasta impressionata.
Non è l'ambientazione nordica, molto meno cupa di tanti thriller letti. Probabilmente voleva essere umoristico, anche se nero... fallimento, per quanto mi riguarda, su entrambi i fronti.
Sarà che, fin dall'inizio, sapevo benissimo che nessuno si sarebbe suicidato, se non per errore o svista del destino. Tutti i suicidi che ho incontrato, pochi per fortuna, non hanno mai pubblicizzato le loro intenzioni o chiesto apertamente aiuto mentre, dal primo all'ultimo, i vari personaggi non fanno altro che parlare e dimostrare che, di morire, non ne hanno veramente intenzione.
I personaggi, tranne una mezza dozzina, sono tutti mescolati sullo sfondo, citati a volte, ma mai con una personalità definita.
Non hanno una personalità neppure i pochi più citati, sembrano tutti macchiette bidimensionali, caricature di veri personaggi, per niente tragici o eroici.
Nonostante tutto il libro si lascia leggere, è breve e lo stile/traduzione non è pesante.
So che ne hanno anche tratto un film, ma non credo che lo guarderò, così come penserò due volte prima di leggere un altro libro di Paasilinna.
2 / 5