| | La donna che ascoltava i colori, Kelly Jones | |
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| | CITAZIONE È una cacciatrice di quadri, Lauren O’Farrell, una detective impegnata a rintracciare le opere d’arte perdute o trafugate durante la Seconda guerra mondiale per poi restituirle ai legittimi proprietari. Il suo regno sono gli inventari dei musei, le collezioni private di ricchi mecenati, le case d’asta. L’indagine che adesso ha per le mani, però, è diversa da tutte le altre: la ricerca di un Kandinsky bollato dal regime nazista come esempio di “arte degenerata” l’ha infatti portata a bussare alla porta di un attico con vista su Central Park. Ne è proprietaria l’algida e spigolosa ottuagenaria Isabella Fletcher, la cui madre, secondo i sospetti di Lauren, si sarebbe resa complice dei furti d’arte perpetrati sotto l’egida del Terzo Reich: una verità scomoda di cui solo Isabella può fornire le prove definitive. Ma la storia che la donna, nel corso di due intensi pomeriggi, racconta a Lauren capovolgerà tutte le sue certezze. Perché l’epopea del Kandinsky scomparso si intreccia con quella, tragica e meravigliosa, di Hanna, giovane cameriera col dono di “udire” i colori, che per sete d’arte e d’amore conquista e perde ogni cosa. Coinvolgente e pieno di sorprese, La donna che ascoltava i colori è un tributo al coraggio dei pochi che in nome delle proprie passioni hanno saputo sfidare persino la Storia. • Listino:€ 5,90 • Editore:Rizzoli • Collana:Rizzoli narrativa • Data uscita:27/06/2012 • Pagine:376 • EAN:9788817057059 Edited by greeneyes09 - 12/2/2018, 11:00
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| | Se devo essere sincera dalla trama mi aspettavo qualcosa di più di più ma non posso dire che sia un brutto libro, anzi. Ci ho anche trovato qualcosa di ovvio, (ad esempio avevo capito prima che venisse scritto che Hanna avrebbe avuto una storia con l’uomo sulla nave e che sarebbe rimasta incinta) ma questo non ha influito più di tanto sul mio giudizio finale proprio perché non ho trovato il libro eccezionale o imperdibile ma "solo" piacevole. Promuovo l’impostazione divisa tra passato e presente che è frequente in varie autrici che leggo e che quindi in un certo senso “mi ha fatto sentire a casa” anche con questa autrice che non conoscevo ancora. Di sicuro mi è piaciuto molto il personaggio di Hanna, soprattutto all’inizio quando ha deciso di scappare di casa e di andare dalla sorella senza sapere cosa le avrebbe riservato il futuro. Non conoscevo il quadro di Kandinskij di cui si parla in questo libro e sono ovviamente andata subito a cercarlo. Ecco Composizione II
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