| | Hai ABBANDONATO il libro che stavi leggendo? Segnalalo qui | |
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| | Ci ho provato, ma oggi se ne va:
Stargate SG-1: Sacrifice Moon, di Julie Fortune
Idea intrigante, ma ritmo tedioso, situazioni ripetitive e personaggi che si comportano al limite dello stereotipo, momenti forzatissimi. Proprio NON invoglia
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| | Abbandono Il pipistrello di Jo Nesbo, il primo della serie con Holt. Mi spiace perché ho letto dal terzo in avanti e volevo recuperare, ma troppo noioso.
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| | Io ho abbandonato "Morte di un maestro del tè" di Yasushi Inoue: visti i continui rimandi a personaggi importanti del Giappone del 1600 (in Giappone sicuramente stranoti, nel resto del mondo assolutamente sconosciuti) trovo difficilissimo concentrarsi sulla narrazione.
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| | Vediamo un pò.. dopo tanto tempo a non scartarne, mi ritrovo con due libri che non sono riuscita a leggere, nemmeno sforzandomi. -l'Hotel dle gran cervo di Bartelt, troppo caricaturali i personaggi, l'ispettore poi è uan barzelletta ambulante, situazioni complesse e cognomi che non riesco ad associare. E sì che ne ho letti di Simenon a cui questa schifezza è paragonata!
-L'acchiappatopi della Cvetaeva: opera in versi ispirata al pifferaio di Hamelin, l'ho trovata troppo astrusa e difficile da seguire, pur leggendo io libri di poesie con piacere.
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| | E per continuare in bruttezza, è il turno di Sette giorni perfetti della Walsh... noai, noia incredibile fino ad uan pagina 100 che era il limite che mi ero data per salvare questo romanzo. I tempi si intrecciano, la storia d'amore non dovrebbe essere banale ma mi ha provocato un tedio immenso, la protagonista e il suo "Oddio, dov'è Eddie?!" mi ha distrutto il sistema nervoso. Scartato con disonore.
L'impressione che ne ho è che i romanzi più recenti o di un anno fa non meritano di essere letti, perchè alcune recensioni li gonfiano apposta e troppo.
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| | "what if" raccolta di domande bizzarre pubblicate su una rivista o un quotidiano, non ricordo più, interessanti se lette una alla settimana, ma terribilmente noiose se lette di fila su un libro. Abbandonato a metà
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| | Dopo aver letto le prime pagine di un romanzo ambientato in un carcere minorile (cerco letture più allegre in questo periodo), scritto in un lungo stream of consciousness dal punto di vista di una professore vedova, i cui pensieri e le cui riflessioni troppo si accallano, tanto da rendere la lettura perigliosa e il contesto sfumato o quasi assente, lascio. Non ho il coraggio di finire Almarina della Parrella, pur essendo questo romanzo giunto tra i finalisti del premio stega.
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| | Abbandonato per noia Quanto blu di Percival Everett, mi dispiace perchè la trama prometteva bene, invece...
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| | Abbandonato "La caduta delle consonanti intervocaliche" di Cristovao Tezza. Una storia già letta e riletta di un uomo che rimugina sugli errori che ha fatto nella sua vita, con qualche confusa osservazione sulla politica brasiliana: pensavo che l'elemento linguistico fosse più consistente, e invece è limitato a qualche ricordo del professore protagonista. Forse in un periodo diverso gli avrei pure dato qualche chance in più, ma per ora lo abbandono.
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| | "L'orologio" di Carlo Levi, tediosissimo, apre una parentesi dietro l'altra, ci si perde, si passa di palo in frasca.
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| | Ed eccomi qui a consegnare all'oblio Il fiume di Heller. Sono arrivata a pagina 100 sfogliando, tra due personaggi tutto sommato molto simili, lunghe descrizioni ambientali, termini tecnici che spiegavano per bene l'atto di pagaiare in un fiume infido e dettagli su attrezzature specifiche per canoisti. E quando l'azione è partita, il ritmo restava statico e piatto, spingendomi a lasciar perdere. è un dramma sfogliare un romanzo dalle prime pagine pregando che migliori inutilmente.
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| | La serva e il lottatore di Roya mi hanno sconfitta. Di solito leggo di tutto, ma la situazione ad alto tasso di violenza con un protagonista che non è uno stinco di santo e parolacce ad ogni pagina hanno leso la mia sensibilità. Anche se è un terribile romanzo di denuncia della condizioni che lo scrittore ha lasciato scappando dal suo paese ridotto a vendette e ritorsioni, questa versione romanzata mi ferisce troppo per leggerla.
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| | Rieccomi dolente a segnalare Quaranta giorni di Manfredi, un autore le sue opere recenti non riescono più a convincermi, ma ho voluto tentare questo. Il punto di vista completamente inedito che sviluppa questa narrazione, riferimenti mitologici a mio avviso fuori luogo, dialoghi stringenti tra Gesù(non scherzo) e un'entità non ben definita che lo tampina poco convinta del suo ruolo mi hanno gettata in uno sttao d'afflizione. Ad un certo punto non sapevo cosa stavo leggendo. A pagina 43 è finita l'agonia, con la risoluzione presa di lasciare: se, come dice una recensione che ho trovato su internet, il romanzo si smuove dopo più della metà, ho compreso che non avevo nè la voglia, nè la forza di arrivare ad un simile numero di pagine, avrei perso la mia sanità mentale.
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| | Dopo due giorni di martirio su un romanzo scritto in modo farraginoso il cui tema, l'estremismo religioso e la perdita di fede, interessanti nello sviluppo, non sono poi così ben trattati a livello narrativo(diversamente da tutte le recensioni che ho letto e che hanno magnificato quest'opera), scarto Gli incendiari di Kwon
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