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Vota il miglior libro letto a MARZO 2024!

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TOPIC_ICON12  view post Posted on 3/4/2024, 12:30
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view post Posted on 3/4/2024, 12:34
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Cose che abbiamo dimenticato di Lucy score
 
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view post Posted on 4/4/2024, 12:09
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civettina curiosa

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Tra le letture piacevoli del mese non ne ho nessuna che metterei qui...quindi...passo.
 
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view post Posted on 2/5/2024, 10:31
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Il canto degli innocenti - Serie I canti del male, Vol 1° di Piergiorgio Pulixi
 
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view post Posted on 2/5/2024, 15:30
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A Marzo non c’è nessun libro tra i migliori (l’amore è cieco, e mi ha strappato 5/5 a un Manzini che non è tra i migliori della serie, quindi non lo voto :1285602896.gif: )
 
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view post Posted on 13/5/2024, 09:39
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Per trovare il migliore, devo sceglierlo con difficoltà: tra riletture e letture nuove, avrei molti motivi per candidare più di tre testi, così eccomi qua a segnalare i tre più meritevoli di menzione e a sceglierne uno con rammarico:

-Jane Eyre di Bronte. Romanzo celeberrimo che ho letto perché era ora, dopo averne troppo sentito parlare. L'impressione finale è più che positiva. Sarà stata la traduzione perfetta, che rendeva senza perdersi in speciosi labirinti linguistici (soprattutto le parti dei dialoghi col voi che fioriva), sarà stata la trama arcinota o la narrazione che non pareva simile a quella che detesto della Austen, mi ha colpita positivamente. Ho apprezzato la prima persona, capace di modulare stati d'animo senza scivolare nell'introspezione autoreferenziale, la capacità di raccontare eventi con attenzione, dettaglio, ma anche colore emotivo, il talento di descrivere personaggi con cura e attenzione, ma senza scivolare nel ritratto in pietra, i tempi narrativi adeguati per alimentare il mistero crescente dell'esistenza di Bertha. Ho gradito il dialogo chiaritore tra Jane e Mr Rochester, che era il confronto forte tra due anime ferite. Ho gradito tanto la parte in cui Jane ritrova una famiglia e il confronto forte tra Mr.Rivers e Mr. Rochester, che mette in luce le due anime di Jane, quella impegnata ma con la tendenza a cedere all'impeto altrui, e quella più forte, indipendente, risoluta ma dolce, che sceglie di far crescere e sbocciare accanto a Mr. Rochester. Da notare è il rapporto tra Mr. Rochester e Jane: se lui è molto forte, lei ha avuto modo di trovare spazio accanto a lui e libertà nel modo di essere donna, diversamente, accanto a Mr Rivers, personaggio poco valorizzato, a mio parere, uomo teso verso grandi ideali di sacrificio, che chiede molto a sé e agli altri, tanti da parere disumano, Jane quasi cede, ma si ferma, capendosi sacrificata e sacrificabile sull'altare dei suoi ideali. quella del rapporto con questi due uomini, è una tensione tra sacro e profano, tra ideale impossibile e ideale romantico possibile(Mr Rochester è un uomo buono in fondo, lo dimostrano la sua volontà di avere cura della bambina o di tentare di salvare la moglie pazza in extremis o la dolcezza disperata con cui riaccoglie Jane, ma la sua è una bontà meno ideale e santa). Quanta modernità, cura all'emotività della protagonista, in questo romanzo. Davvero molto bello.
-Finché non aprirai quel libro di Aoyama. è un testo con lo spirito nipponico, con personaggi tratti dalla società giapponese, come la giovane commessa insoddisfatta della sua vita ma incapace di cambiarla, il disoccupato senza motivazione, il pensionato che si sente inutile e improduttivo, la giovane madre che si sente gettata lontana dal mondo competitivo del lavoro. il giovane impiegato col sogno di aprire un negozio di antichità. Sono persone che hanno perso l’orientamento nella vita e ne soffrono dolorosamente, finché non incontrano al bibliotecaria della biblioteca del quartiere, che, accanto a libri scelti per necessità della vita, aggiunge un libro diverso, di poesie, per bambini, sull'evoluzione, un manga di Kenshiro... e dono come supplemento qualcosa in lana cardata, che poi guida i protagonisti di ogni capitolo verso interazioni più forti e profonde con persone note o le spinge a tentare esperienze diverse e incamminarsi verso ciò che vogliono diventare, partendo però sempre da ciò che sono, dai loro talenti, dalle loro possibilità sopite. Ogni storia si lega all’altra, descritte tutte con tono poetico, con personaggi ben tratteggiati, con uno studio psicologico eccellente. Ci resta la figura di questa bibliotecaria, così apparentemente silenziosa e scontrosa, ma capace di farsi oggetto di riconoscenze importanti e i suoi lavoretti in lana cotta. Bellissimo.
-La foresta che cammina : le sepolture dei soldati tedeschi, 1920-1970 di Mulazzani. Questo trattato di architettura tratta dei cimiteri di guerra tedeschi, spiegando come la quantità immane di morti della prima e della seconda guerra mondiale rimase dispersa in altri paesi a lungo. La prima guerra mondiale, infatti, lasciò sui campi di battaglia di Russia ed Europa troppi morti, ai quali si aggiunsero quelli della seconda, generando un numero imprecisato di cimiteri sparsi in paesi che non erano la madrepatria dei caduti. Era naturale seppellire nel luogo della morte, ma il fronte si muoveva e con esso i cimiteri estemporanei fiorivano. Con il primo dopoguerra la Germania fondò un ente, attualmente esistente, che si occupa di gestire i cimiteri oltreconfine e di costruire i sacrari, luoghi in cui i dispersi o i resti umani (molti, troppi, sono soldati ignoti) vengono raccolti. E i cimiteri di guerra diventano per la Germania, prima un modo per mostrare la sua potenza bellica con strutture che sono fortezze e mostrano quello spirito tedesco di forza, dando l'idea della foresta che cammina, metafora legata all'esercito e alla sua natura folta e primordiale, come la foresta tanto amata dai tedeschi. Poi, dopo il nazismo, si ridiscute il valore dei monumenti cimiteriali, passando dal Sacrario di Passo Pordoi, minaccioso e imponente, a quello di Futa col suo muro e la sua montagna di morti, a quello di Motta Sant'Anastasia, che sfascia il mito dei martiri belligeranti e si apre alla pace e al cordoglio. è stupefacente di come un cimitero di guerra parli a chi lo guarda delle intenzioni di chi l'ha costruito. Noi stressi abbiamo sacrari dovunque, rimpatri a parte e un'associazione, L'Onorcaduti, che si occupa di gestire e manutentare tali strutture. è un mondo affascinate e potente, quello delle sepolture, perché i morti non parleranno, ma gli latri sì che li fanno parlare. E ogni paese ha la sua tradizione cimiteriale tutta da capire, perché siamo esseri umani, la cultura è la nostra seconda natura e intride la nostra vita ma anche e soprattutto, la nostra morte.

Vince, per la sua ponderosità e il grande interesse che mi ha instillato , La foresta che cammina : le sepolture dei soldati tedeschi, 1920-1970 di Mulazzani.
 
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5 replies since 3/4/2024, 12:30   54 views
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