Il magico regno di Landover - Ciclo di Landover, Libro 1° - Terry Brooks

Come sviluppo della storia non si differenzia molto dai soliti fantasy: la particolarità sta nel fatto che Ben Holiday non è un prescelto (almeno non all'inizio), non capita nel mondo di Landover per caso né per una serie di eventi indipendenti da lui: lui sceglie di comprare il regno di Landover e di diventarne re volontariamente perché è sconvolto dalla morte della moglie e della figlia ed ha perso ogni fiducia nel sistema giuridico statunitense e dunque ogni interesse a continuare a fare l'avvocato (in questo c'è forse una nota autobiografica, visto che anche Brooks era un avvocato prima di darsi alla scrittura a tempo pieno). Lui rinuncia ad una vita da milionario a New York, città che gli può offrire tutti i comfort possibili ma che è troppo deprimente e asettica, per buttarsi in un'impresa a cui all'inizio nemmeno lui crede e che si rivela essere estremamente pericolosa, ma che in seguito si rivela essere il suo "vero" destino (di questo cliché si poteva anche fare a meno).
Il primo volume illustra una prima fase della storia di Landover che è davvero troppo breve per poter dare un giudizio articolato: dovrei leggere almeno il secondo della serie per poter dire se sia davvero degna di nota oppure la solita serie fantasy piena dei luoghi comuni e dei cliché del caso. Però una cosa la voglio dire: le scene in cui Ben si strugge nel ricordo di sua moglie e di sua figlia sono davvero stucchevoli e penose, ma ancor peggio è l'amoreggiamento tra Ben e Willow: per tutto il libro Ben fa finta di non poter stare insieme alla ninfa perché è una creatura per metà donna per metà albero, perché deve rimanere col suo popolo, perché non vuole tradire la sua defunta moglie, e chi più ne ha più ne metta, per poi alla fine cedere in maniera del tutto inaspettata ed accettare che tra di loro c'è più di una semplice amicizia... Peggio delle telenovelas argentine