Entrambi i protagonisti hanno un passato di sofferenza e privazioni ma soprassediamo o viene da tagliarsi le vene. Vi leggete il libro, lì c’è scritto tutto.
L’importante è come sono nello svolgimento della storia.
Jo è una tipa tosta che mi è piaciuta sin dalle prime pagine: sa quello che vuole ed è schietta e determinata nel volerlo ottenere.
Vuole ripristinare il rapporto con il fratello che però gli è stato “sottratto”.
Vuole anche Rune, e fin qui lui è perfettamente d’accordo, solo che lo vuole in via esclusiva e lì nascono i problemi. Una relazione monogama lo metterebbe alquanto in difficoltà.
Lui infatti è un prostituto (perché rende meglio detto al femminile?). Non lo fa x soldi ma per ottenere informazioni (soprattutto dalle ninfe, il termine ninfomane non è stato coniato a caso). E’ leale ai morior e non li vuole deludere nell’adempimento del proprio dovere.
Nascono perciò situazioni particolari che io ho trovato alquanto divertenti.
Quello che però mi ha realmente colpito è un’altra cosa.
Questo è un libro visto dalla parte dello schieramento opposto dei Vertas, i Pravus.
I Vertas, di cui fa parte la mitica Nix, finora era stato considerato quello dei “buoni” ma in questo volume nascono dei seri dubbi in merito.
Infatti lei e i Vertas non ne escono molto bene: presumo che dipenda dai punti di vista.
In effetti i due protagonisti sono dello schieramento dei Pravus, che dovrebbe (il condizionale è d‘obbligo) essere quello dei “cattivi”.
Lo è soprattutto Rune visto che è con i morior da centinaia d’anni (che sono Pravus sfegatati). Però Jo si aggrega ben presto quando vuole rintracciare il fratello “rapito”.
La pazzia di Nix, come al solito, si concluderà in una follia ragionata. Un ossimoro, certo, ma chi legge questa serie come me ha già capito.
Questa serie mi piace sempre di più. Che l’Ascesa sia vicina? O è già qui?