| | I doni della vita, Irène Némirovsky | |
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| maureen |
| | CITAZIONE Pierre Hardelot, erede delle omonime cartiere, ha una fidanzata rosea e grassoccia che la famiglia ha scelto per lui, ma è innamorato di un'altra: una che non gli consentiranno mai di sposare, perché appartiene alla piccola borghesia, e non ha dote. Eppure, alla vigilia del matrimonio, Pierre decide di infrangere quella invisibile ma solida barriera "fatta di buon sangue, di carni robuste e sane e di risparmi investiti in titoli di Stato, una barriera destinata a proteggere per sempre i giovani dalle insidie della sorte e dalle loro stesse passioni", e la legge non scritta per la quale di generazione in generazione accoppiamenti giudiziosi stringono sempre di più i legami tra le poche famiglie che contano della ricca borghesia di provincia - e sposa la donna che ama. Comincia così il romanzo di Irène Némirovsky: trenta capitoli in cui, attraverso la storia degli Hardelot, si percorrono trent'anni di storia francese, da quelli che precedettero la prima guerra mondiale a quelli che vedono (nel momento stesso in cui Irène racconta gli eventi mentre stanno accadendo) l'occupazione della Francia da parte dei tedeschi. rossura: 218 pagine Editore: Adelphi (3 ottobre 2012) Collana: Gli Adelphi Lingua: Italiano ISBN-10: 8845927393 ISBN-13: 978-8845927393 Edited by AISHA* - 30/1/2017, 10:43
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| kusta |
| | Sembra interessante!!
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| maureen |
| | Comincio a leggerlo oggi. E sarà il primo libro di Irène Némirovsky che leggo.
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| kusta |
| | Allora poi fammi sapere che te ne é sembrato!
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| maureen |
| | Protagonista della storia è la famiglia Hardelot. A capo della famiglia il vecchio Julien Hardelot, il quale "Era sicuro di sé e di tutto ciò che lo circondava: la casa era solida, ben costruita, ben salda sulle fondamenta; l'impresa prosperava; la famiglia gli obbediva, il denaro era investito in titoli di Stato..... Al riparo da ogni turbamento, da ogni dubbio." E, invece, arriva la I Guerra Mondiale che tutto travolge e stravolge. E quando la vita riprenderà il suo corso con il prosieguo delle storie e le sue evoluzioni, ecco che esplode la II Guerra Mondiale, che tutto travolge e stravolge di nuovo. Per tutta la storia quello che sicuramente serpeggia, a dispetto di tutto quello che accade, è la speranza. La Némirovsky ha vissuto sulla sua pelle le brutture della guerra ( arrestata dai nazisti, in quanto ebrea, fu deportata nel luglio del 1942 ad Auschwitz, dove morì un mese più tardi). E in base a quello che ho recepito da questa storia credo che la speranza non sia altro che l'antidoto utilizzato dalla Némirovsky contro il male e le sofferenze. Il titolo, del resto, è emblematico "I doni della vita". Nonostante le guerre, le sofferenze e le brutture di cui è capace l'uomo, la vita continua a dare i suoi doni. E il finale lo spiega benissimo "Ma Agnès non avvertiva più né dolore né fatica. Si sentiva come al termine di una mietitura, di una vendemmia: tutta la ricchezza, l'amore, il riso e il pianto che Dio le riservava lei li aveva raccolti e adesso che tutto era finito, non poteva far altro che mangiare il pane che aveva impastato, bere il vino che aveva pigiato; i doni della vita lei li aveva riposti nel granaio, e tutto l'amaro e il dolce della terra avevano dato i loro frutti. Lei e Pierre avrebbero concluso la loro vita insieme"
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| 6 replies since 25/4/2012, 09:03 70 views |
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