| Metto le prime che mi vengono in mente, poi magari ne aggiungerò altre in seguito.
Alias, anche se abbastanza datata, è stata una serie che mi è piaciuta un sacco e che ricordo sempre con piacere. Friends, vista, rivista, ririvista. Top. Nikita, la prima versione, non quella che hanno rifatto in tempi più recenti. Per certi versi mi ha ricordato Alias ma ci sono anche delle differenze. Lie to me perché trovo molto bravo Tim Roth e qui l’ho trovato perfetto nella sua parte. E poi ho trovato affascinante il fatto di poter capire una persona dalle sue espressioni facciali. Mi ha sempre incuriosita tanto questa cosa. The mentalist perché sono stata subito conquistata dalla storia e il personaggio di John il Rosso mi ha inquietata parecchio. Dr. House, a rappresentanza di tutte le serie ospedaliere seguite nel corso degli anni (tra quelle vecchissime ricordo con piacere Trapper John) guardata fino a quando non è morto il primo doppiatore…dopo con la voce diversa non sono più riuscita a guardarla però è una serie ospedaliera molto molto bella in cui oltre le vicende personali dei vari medici coinvolti, ho apprezzato molto la parte relativa alle malattie, oltre che la figura di House, spettacolare. Grey’s Anatomy, viste solo le stagioni iniziali, poi ho smesso perché stavo troppo male a seguirla. Ciò significa però che è fatta bene ed è molto bella. Prima o poi conto di mettermi in pari con la visione. Castle, perché lui lo trovo molto buffo, con quella faccia non ce lo vedrei in un ruolo più serio, qui è stato perfetto nella sua parte di scrittore/detective.
Tra le più recenti ne cito solo alcune italiane perché non ho praticamente visto altro… Parto con L’ispettore Coliandro che trovo fantastico in primis perché è ambientato a Bologna e dintorni in luoghi che a volte riconosco, poi perché negli anni ci sono state tante comparse famose, sempre emiliane, alcune delle quali mi hanno fatta divertire parecchio tipo Vito ma anche Luca Carboni nella parte del meccanico o più recentemente Iva Zanicchi in versione “cattiva”. Il fatto che c’entrino poi sia i Manetti Bros che Lucarelli è la ciliegina sulla torta per questa serie. Rocco Schiavone, ambientazione e storia molto molto belle e Giallini è speciale, è proprio Schiavone. La porta rossa, come per Coliandro, il fatto che sia stata ideata da Lucarelli me l’ha fatta piacere a scatola chiusa, ancora prima di averla vista…poi le atmosfere cupe di Trieste hanno fatto il resto. Bellissima storia che pensavo non potesse proseguire con lo stesso ritmo anche nella seconda stagione, invece…ho apprezzato tantissimo anche quella.
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