Quelli Che i Libri - Forum Libri e Letteratura

Diario di Atenaide... un 2023 di libri!

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view post Posted on 3/10/2023, 13:07
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CITAZIONE (QuinnS @ 29/9/2023, 16:05) 
Mi stuzzichi anche con Gori, aggiunto alla mia lista infinita :1285602896.gif: noto che ti piacciono i gialli storici, hai già letto anche Ben Pastor?

Si! Sarà oggetto di una rilettura sicura quando avrò tempo!
Il bello di Gori è che ha una vena inesauribile da scavare. La sua tecnica di inserimento narrativo, libro su libro, è una macchina oliatissima. Grazie a storie flashback ben orchestrate scava nel passato, dandogli umanità e profondità e pure approfondimenti storici successivi curiosi o resi meno banali di un libro di storia senz'anima. I love Gori :D
 
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view post Posted on 3/10/2023, 18:28
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CITAZIONE (Atenaide2 @ 3/10/2023, 14:07) 
CITAZIONE (QuinnS @ 29/9/2023, 16:05) 
Mi stuzzichi anche con Gori, aggiunto alla mia lista infinita :1285602896.gif: noto che ti piacciono i gialli storici, hai già letto anche Ben Pastor?

Si! Sarà oggetto di una rilettura sicura quando avrò tempo!
Il bello di Gori è che ha una vena inesauribile da scavare. La sua tecnica di inserimento narrativo, libro su libro, è una macchina oliatissima. Grazie a storie flashback ben orchestrate scava nel passato, dandogli umanità e profondità e pure approfondimenti storici successivi curiosi o resi meno banali di un libro di storia senz'anima. I love Gori :D

:tfofc.gif: la Pastor vorrei leggerla da tempo, sto aspettando il momento giusto… ora sono prima su altre saghe

Gori invece non lo conoscevo e lo terrò presente sicuramente, con la lettura dei libri di de Giovanni mi sono resa conto che mi piacciono molto i “gialli” (che poi parlano anche di altro, punto a favore) ambientati in epoche diverse dalla nostra
 
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view post Posted on 9/10/2023, 09:31
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SETTEMBRE 2023
Rieccomi qui con ritardo perchè il pc mi si è rotto e tempo che facevano il nuovo... allora, concludo il mese di settembre con 10 libri. POchini ma va bene, avevo grosse letture e tanto stress da gestire, ci sta.

ROMANZI
-Il potere del cane di Savage. Che lettura potente e tenebrosa (e qui si parla di fitte tenebre dell'anima). L'ambientazione è il far west, una tenuta, due fratelli diversissimi e la moglie del più giovane e debole. L'autore ha una penna eccezionale mentre alterna descrizioni rapide ma incisive, esami dell'animo mai dilungati ma fatti con un bisturi di parole preciso. Pare stupefacente che in poche pagine si incontrino personaggi così approfonditi, si intendano le loro relazioni laterate o malate e si percepisca come se questa storia non abbia riscontri solo di pagine, ma che, tramite uan narrazione capace, si possa risalire al passato più pregnate di tutti, per vederli camminare assieme verso una conclusione che li vede, magari non tutti parlanti, ma giunti ad un nuovo sbocco. Per la potenza narrativa quasi all'apparenza scarna mi ricorda un altro eccellente autore, John Williams.
-La nave dei vinti di Gori. Arcieri torna, ricordando una vicenda accaduta nel '39, quando, in una nave piena di repubblicani in fuga dalla Spagna Franchista, ha luogo un'omicidio e una vicenda di spionaggio. Gli squadristi mostrano i muscoli, Arcieri si fa largo a spallate, intanto i suoi collaboratori non collaborano troppo con lui. Mi è mancato Gori, ricercherò tutta la serie di Arcieri.
-L'ultima Odissea di Rollins. quindicesimo della serie, questo libro ha i classici stilemi Rollingsiani: misteri antichi, scoperte avveniristiche in tempi incredibili, città sepolte, fughe, ferimenti, esplosioni e, all'interno, due coppie in crisi: da una parte Gray e Seichan neogenitori e dall'altra Maria e Kawalsky, che pare dopo due anni hanno perso intesa. Forse perde in rivelazioni, facendole sbocciare su minaccia, in inseguimenti pilotati e tutto sommato semplici, ma Rollins è Rollins, anche se non si inoltra molto, ha lo stile che lo supporta.
-Belle Greene di Lapierre, una lettura che non avrei mai fatto se non solecitata dal Gdl, ma che mi ha colpita, sia per la scrittura documentaristica, che per al ricotruzione di un'epoca fortemente razzista e molto movimentata (il Titanica, la guerra, il mondo dell'arte e delle aste), che per la protagonista, forte, ma indebolita da un segreto che poi distruggerà al sua serenità, alla fine della sua vita. Era un'epoca in cui scrivere lettere era uan vear e propria occupazione da tempo lungo, quindi da queste fonti l'autrice ha tratto la figura storica di Belle Greene e le ha dato calore e solidità umana ed emotiva. Mi è piaciuto molto, come libro. Grazie a chi l'ha consigiato per il Gdl.
-Addio, Mr. Chips di Hilton. La recensione che ho letto parlva di un piccolo capolavoro e ho voluto tentare perciò di capire s elo fosse davvero. E in effetti, è uno di quei libricini che ti stupisce, per la vicenda umana che ricostruisce in capitoli brevissimi, per le pennellate gentili e la descrizione fatta quasi in punta di pennello di Mr. Chipping, un professore in pensione di un college inglese non notissimo. La sua vita è tutto sommato banale, ma l'autore ne fa un monumento gentile all'uomo che, pur non avendo figli, ha avuto nel cuore i suoi allievi, e loro lui; di un professionista che ha avuto cura della sua scuola anche quando, pensionato, fu chiamato dal preside ad aiutarlo, perchè la guerra aveva assottigliato sia gli allievi che i professori degni di nota; di un vecchio che leggeva le liste dei caduti dei suoi ragazzi e piangeva senza vergognarsi; è il testimone di un'epoca che passa, di vicende che con lui andranno perdute ma che non sa riscrivere. E tuttavia non emerge tristezza in quest'uomo dalla battuta salace, ricercata golosamente dagli allievi. Da l'impressione di aver vissuto al sua vita con compostezza, serenità, senza rancori nè pretese. Che bello questo romanzo! è una lettura velocissima ma che scalda il cuore. Alcuni autori sono bravi a fare mattoni e li si loda, ma quelli che con estrem,a sintesi danno profondità e sentimento, vanno premiati allo stesso modo.
-Quella vecchia storia di Gori. Arcieri è in pensione e pare essersi gettato alle spalle la sua vita di intrighi, ma ad un suo collaboratore, Max, il passato non ha dimenticato di bussare alla porta. Arcieri indagherà sulla sua scomparsa, riesumando vecchi fascisti morti, con al fianco la sua spia Nanette, ora caduta in disgrazia e forse per colpa sua e Daniele, il misterioso collaboratore, con un passato nerissimo, nostalgico fascista, con tecniche spicce, l'anima nera di Arcieri, che non può non amare o odiare, soprattutto adesso che ha una malattia terminale. C'è un noir che si tinge di giallo in questa serie, dove luci ce ne sono poche e le ombre ammantano cose, persone, luoghi, la storia stessa. Gori merita una rilettura integrale, sisi.
-Polvere e cenere di Zanolin. Questo giallista pordenonese è il padre del commissario Tonelli, un uomo cinquantenne a cui piace mangiare nelle locande giuste, a cui piacciono le belle donne (tranne il suo capo che si strugge per lui, am è troppo vecchia, mi sa). Questo giro indaga su un giro di droga/prostituzione e un misticismo nipponico. Non mi ha entusiasmato, speravo di gran lunga meglio. Non ho gradito tutto il racconto in parte asettico, con paragrafi brevissimi e sterili, questa fissa per le beltà nipponiche e i rotolamenti nel letto con tanto di tvb, le confessioni lunghe e la narrazione pesante e macchinosa. Il finale dovrebbe essere tragico ma pare telegrafati (mancano solo gli stop tra uan parola e l'altra). E pensare che volevo leggerlo da tempo! Ne tenterò un altro suo sperando bene.
-Nero di maggio di Gori, il primo romanzo della serie in cui il giovane Arcieri, nel momento dell'arrivo di Hitler a Firenze, si trova a gestire un omicidio che i fascisti intendono insabbiare, uan ricerca del passato squadrista della "disperata"(realmente esistita), un gerarchetto molto originale (che l'autore indicherà come Pavolini la cui biografia è tutta una sorpresa) e la donna amata, ebrea e sfuggente. Bellissimo, ma tanto so che mi rileggerò tutta la serie
- L'alchimista di Coelho, riletto dopo quasi un decennio grazie alla sfida dei cinque libri... che dire? magico, potente, ha un impianto favolistico ma non è affatto scontato. Dietro un'apparente linearità da "piccolo principe", nasconde significati inarrivabili e profondi, come nell'episodio in cui il ragazzo tenta di diventare vento. Frasi profonde a parte, è un percorso narrativo misterico, di cui si percepisce la profondità, am senza poterla raggiungere. E mi affascina, perchè, avendo mato al filosofia, riconosco laddove c'è una sfida mentale in cui perdo, anche se mi sforzo di comprendere. è entusiasmante, per me, trovare un limite nel mio intelletto, portandolo al massimo sforzo nozionistico, personale e umano. Bello, bello, bello

SAGGI
-L'Ucraina e Putin: tra storia e ideologia di Graziosi. Il professore ci spiega, in modo chiaro, sintetico e a volte molto tecnico, le radici del pensiero putiniano e la vera natura della "nazione" Ucraina. Nella prima parte sviscera il perchè l'Ucraina non è una nazione come noi pensiamo, bensì un collage storico di religioni, lingue, nazionalità diverse, nate su impulso del dittatore (dallo Zar Pietro il grande, a Lenin e Stalin). L'Ucraina è un sentimento senza confini (la Crimea fu aggiunta solo nel '53 da uno Stalin che voleva controllare l'Ucraina... dicasi regalo avvelenato), con una lingua fatta anche di russo (che per loro era come l'inglese, per Putin sintomo di "russità"). Segue un capitolo sulle dinamiche belliche e, infine, l'ultima parte, composta da tre capitoli, che analizza la situazione russa e le sue pesanti eredità Subendo 78 anni di regime e non avendo quadri di ricambio, in un nazionalismo multiculturale e un El'cin che ha dato inizio alla C.S.I., la nostalgia e lo spirito dell'"uomo russo", hanno vinto su vicende che potevano portare ad un inrtegrazione positiva del gigante dimezzato in Europa. E sull'onda di un nazionalismo russo, che ha rigettato i principi bolscevichi, in nome di una potenza revanscista che ha creato i suoi mostri (l'Occidente corrotto che non ha aiutato, in realtà tesi fasulla: la Russi apost Stalin ebbe denaro a fondo perduto, nessuna sanzione e un riconoscimento mondiale nel G7), Putin si è mosso alla conquista di un'Ucraina che temeva di perdere. Questo testo fa riflettere su quanto poco sappiamo delle dinamiche attuali, sulla particolarità di una situazione politica, sociale, culturale, sia russa che ucraina, su ciò che si poteva fare in un'ottica più positiva per tutti e su come il mondo occidentale non abbia ancora inteso che, ciò che accade non è frutto di una reazione di un paese alle sue azioni, ma che le dinamiche e le motivazioni possono nascere altrove, affondando in una storia diversa, ma anch'essa pregevole di essere valutata. Dovremmo guarire dal nostro Eurocentrismo o arriveremo tardi alle sfide del nostro mondo nuovo e multicentrico.
-La speranza indiana di Rampini, un saggio di questo eccellente autore e giornalista che analizza la situazione indina, con le sue moltissime luci e le sue tante ombre. Tanto per cominciare la storia dell'India è millenaria, fu colonia per molto tempo, ma mai abbastanza per cancellare la sua cultura multietnica, multireligiosa e molto tollerante. è un paese che bnasce come democrazia ancora prima di essere paese industrializzato, creando due velocità di crescita ma una democrazia potente, molto rappresentativa dei poveri, nella quale i ragazzi che en escono più che diplomati (pochi rispetto al numero totale della popolazione), hanno progetti moderni volti a migliorare le condizioni delle classi assolutamente meno abbienti. Ma malgrado sia un paese reale, con problematiche di intolleranza e di continui scontri religiosi (ma gli estremisti non sono comunque, seppur presenti, contro il popolo, anzi), con la madre di tutte le burocrazie, un sistema di caste percepito e immense baraccopoli, ma spinto verso una modernità fortissima con i suoi geniali laureati in elettronica (tanto che Bangalore è diventata la nuova silicon valley), non è quello che ne percepiamo. Autori noti, occidentali, hanno influenzato un pensiero mistico, gentile, su questo gifgante, che cinquant'anni fa pareva destinato alla miseria. Il suo sviluppo è la speranza di molti paese del terzo mondo che cercano una via d'uscita dalla loro situazione, ma può parere una minaccia, lei e i dragoni orientali, per l'occidente ormai abituato al benessere che fatica ad accettare di non essere più, nè a livello produttivo e innovativo, nè a livello demografico, il centro dle mondo. Ci aspetta un mondo nuovo: vedere, capire, sentire, ci farà essere consapevoli della geografia di un mondo nuovo, non scontato, in evoluzione.

Concludo il mese con 10 libri, tra i romanzi tornano Gori e Rollins, che meriteranno riletture fino all'anno prossimo. Zanolin era da rilettura ma l'ultimo suo romanzo non mi ha affatto convinta, vedrò. Solo due saggi, ma entrambi molto belli. Quindi non mi lamento, vediamo come va ad ottobre, con i romanzi della sfida dei 5 titoli.
 
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view post Posted on 2/11/2023, 10:18
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OTTOBRE 2023
Siamo a 11 libri, ci sta, visto il poco tempo che ho dedicato alla lettura e i documenti vari che ho dovuto compilare e ancora mi aspettano :blink:

ROMANZI
-La città sepolta di Rollins. è il primo capitolo della serie della Sigma Force di Rollins, ci sono tutti gli ingredienti che hanno reso grande quest'autore: misteri milllenari, scienza che si sforza di spiegarli, azione e sparatorie, inseguimenti al cardiopalma, misteri svelati ed esplosioni roboanti. é uno scrittore che ti tiene avvinta perchè mescola al mistero più profondo l'azione più concitata. Le rivelazioni si alternano, spezzate e riprese, a vicende rapide. Scarsa la psicologia dei personaggi, ma ormai ci ho fatto il callo. E dopo questo, avanti con la serie! I romanzi sono 15, quindi sarà una lunga avventura, quella mia con Rollins.
- La fabbrica delle bambole di Macneal, letto per la sfida dei 5 titoli. Che dire? i personaggi mi sono piaciuti, l'impianto narrativo dà davvero tanta tensione e il contesto è un affresco molto chiaro. Si sbrana che è un piacere. Resto perplessa per il finale e per la mancanza di un sfondo più serioso e storico. Ma dipende da me, forse, che tendo a letture più saggistiche e che cerco più elementi storici che narrativi. Però, in conclusione, non lo sconsiglio, ha una scrittura che pennella bene, ambienti, personaggi, quadri.
-Anahita e l'enigma del tappeto di Sayres; che dire di questo romanzo? Troppo rosa per me, seppur io abbia apprezzato le parti storiche e culturali (mi sono pure messa a vedere uan televendita di tappeti!). Tutto sommato è scritto bene, scorre velocemente e si sofferma molto su molte tematiche, facendole ntendere senza approfondirle. Ma come narrazione non mi è parsa giusta per la mia età: mi sono sentita troppo vecchia per una favola simile, ma posso capire l'attrattiva che ha per chi cerca uan lettura bella, interessante, ma poco impegnativa.
-Storia immaginaria della mia famiglia : romanzo di Vianello; può l'ironia essere tenera e nostalgica? con questo autore, si. Il romanzo è narrato da un uomo che ricorda la sua famiglia, facendone una biografia stramba, divertente, ma dolcissima e affettuosa. E allora parla del papà panciuto, roccia economica di una famiglai composta da una sorella, la sirena pettoruta, e il fratello cantante da spiaggia; parla di una madre ansiosa e generalessa, pure con la sorella maggiore, sposata con un Elvis pescatore, e quella minore dalle storie sfortunate. parla dei nonni, uno paterno fascista e futurista, il nonno ruvido, e sua moglie, la nonna monumentale e salvifica e del nonno materno antifascista, quello buono e la moglie, la Regina Madre. In un carosello pazzo e nostalgico, si ride su questa famiglia grande e intensa e poi c'è la struggente tristezza del finale, quando il protagonista è adulto, ha perso molti membri della famiglai stessa e decide di ricordare una giornata di bambini, in cui erano tutti assieme.
una nota positiva è la sintassi, piena di virgole, ben gestita, con termini delicamente ironici, un vocabolario geniale, una gioia per chi legge.
Questo è un estratto del testo, molto bello: "Nel girotondo dei miei nonni delusi tutti si tenevano per mano: il Nonno Buono e il Nonno Ruvido, il partigiano e l'ultrafascista, i loro padri distratti o combattenti, viaggiatori del mondo con l'orizzonte oltre il mare e bottegai mai usciti da Roma ma con la spina dorsale incorporata, le loro madri segrete e ufficiali, le sorelle maledette, le loro mogli salvifiche e monumentali o silenziose e regali, e in tutto questo la loro grande famiglia che si dipanava nei rami di mille vite e mille destini, compreso il mio."
-Litigando con il mondo di Andric, una serie di racconti vividi e fortissimi sull'infanzia, della forza propulsiva dei suoi sentimenti, sull'animo esplorativo ma ancora ignorante sulle dinamiche adulte e sul senso di nostalgia abbandonica che l'infanzia lascia quando si diventa "grandi" e si sente d'aver perso quel senso di meraviglia, di possibilità. Eppure restano i ricordi di quei sentimenti, pennellate sbiadite ma evocative di ciò che si era, come si si fosse stati un'altra persona. Andric, poi, è un autore da leggere, da provare, da vivere, perchè non si limita a fare l'autore di colore (e il contesto di cui parla è l'interessante melting pot dei balcani), ma è pure uno scrittore dell'anima, che sull'archetto da violinista della penna, accarezza le corde dell'aniam dei suoi personaggi, senza sfociare nel patetismo. è un autore virtuoso da provare almeno una volta nella vita.
-Sparando al cielo di Franco, sbranatissimo. si svolge su tre archi temporali, che si susseguono e si integrano, quello del passato che ha portato la famiglia alla disperazione e il padre mafioso, braccio destro di Escobar, a sparire; quello del presente, in cui il protagonista, tornato per le ossa del corpo dle padre, spuntate da una discarica, si trova con vecchi amici in una Medelìn di fuochi d'artificio, spinelli, festini e superalcolici e un'altra del passato più prossimo, in cui, in aereo ha incontrato la bella Charlie, in lutto per il padre e si sono trovati, la, in cielo. Bello, intenso, rapidissimo, l'azione è trascinante, il passato è un affresco della medellìn di Escobar, il presente poreta pochi cambiamenti, riesuma ossa e dolori e forse, l'unica forza che posas salvare il protagonista dalla miseria morale dle passato e del presente, è l'amore, che si lega inestricabilmente alla morte.
-Le ombre degli uomini di Mukherjee, l'ultimo romanzo poliziesco della serie. Siamo ancora nell'India coloniale e, all'alba delle elezioni, qualcuno soffia sul fuoco delle differenze religiose. C'è un morto noto di parte indu e nella sua morte è implicato uno dei protagonisti. è un crescendo di ingiustizie e di violenze, questo scritto, che spiega la politica divisiva degli inglesi su un'India che stava sfuggendo definitivamente al loro controllo. Ho amato questa serie per la potenza narrativa e storica, per le sue atmosfere e i suoi personaggi. Mi mancherà.

SAGGI
-Vita segreta dei papi : tra leggenda e documenti storici, cronaca e racconti popolari rivivono i segreti e le passioni, le opere e i peccati, i vizi e le virtù dei pontefici, da san Pietro a Benedetto sedicesimo di Rendina. per colpa sua ho rallentato il mese scorso! Ma ne è valga la pena. in 500 e passa pagine questo studioso introduce a eventi che nei secoli hanno segnato la vita dei papi, e, di riflesso, la vita dello Vaticano. Con lui si ripercorrono le vicende dei primi papi martiri, delle reliquei più strane, della nascita della prima chiesa precedente a Sa Pietro, delle vicende dei possedimenti dello sttao pontificio, dei papi pederasti e viziosi oppure allegramente omicidi, dei vari movimenti spirituali e dei loro fondatori, delle vicende legate al restringimento del Vaticano, fino alle poesiole scritte in romanesco che sottolineavano i difetti del papa e del suo seguito. Poteva essere una noia incredibile, è stato davvero un percorso di lettura curioso, interessante, non scontato. Davvero bello.
-Mosaico Ucraina di Jaremcuk, un reportage di viaggio, che capitolo dopo capitolo, incontro dopo incontro, luogo dopo luogo, aiuta a capire la realtà di un'Ucraina che è figlia del tempo, di successivi insediamenti, forzati o meno. E scopriamo che in Ucraina vivono comunità ebree, valacche, Turche, albanesi, alcuni svedesi di staliniana memoria, armeni, ciascuno col suo carico di vicende e di dolori. Sono comunità che difendono le loro radici, perchè stanno perdendo l'identità, ma nei loro membri c'è il ricordo, la volontà di tutelare la loro cultura. E ogni cultura è il tassello di un mosaico, che non stona con gli latri, se visto da lontano, perchè, come dice la giornalista, da piccoal viveva questa realtà multietnica con naturalezza e si è mossa nel fare questo reportage da una domanda: ma tutte queste persone, che sono i turchi dell'Ucraina, gli ebrei dell'Ucraina (i nostri turchi, i nostri armeni, dice nell'introduzione), come sono arrivati qui? E solo conoscendoli, spiega, si possono tutelare. è un viaggio dell'anima, questo libricino, in un'Ucraina che dovrebeb essere più nota, perchè è quel paese che ha deciso di dare la cittadinanza ucraina a chiunque stesse nei confini, essendo questa "nazione" figlai dle tempo, figlai di comunità diverse che vivono sotto lo stesso tetto, senza discrominazioni.
-Capire la rotta migratoria a cura di Napolitano. è un testo sottile ma potente, ogni capitolo è scritto da un autore diverso, ma lo scopo è fotografare, da più di vista contigui da diversi, la rotta balcanica. Che ci deve interessare. Dalla crisi siriana dle 2015, ci siamo trasformati nella Fortezza Europa, delegando agli stati a cui promettiamo di unirsio alla nostra Comunità Europea, la "difesa" dei confini. Ma difesa da chi? queste persone, che vivono in uno stato disumano, nel limbo degli hotspot, che cercando disperati di attraverasre i confini per giungere in Europa, sono trattati peggio degli animali, allontanati da muri tecnologici e sorveglianza via drone, quando l'emergenza migranti (schifido chi ha associato questi termini), è un continuo muoversi dell'umanità, soprattutto per chi cerca serenità da paesi nella quale la vita è resa rischiosa e impossibile sia dai regimi che ci sono, che dalle condizioni economiche desolanti. E la farsa delle richieste di asilo, con il solito problema dei ricollocamenti di questi giorni, non è una condotta degna delle radici dell'Europa.
Lascio due link per capire meglio, perchè, dice Saviano nell'introduzione, sono i fatti che parlano e se vogliamo essere una società umana, dobbiamo vedere come sono trattati gli ultimi, gli altri, i diversi. in un mondo che si destrizza sempre più, teniamo aperti mente e cuore.
http://fortresseurope.blogspot.com/; https://borderviolence.eu/testimonies/

ALTRO
-audiolibro: il castello errante di Howl. Ora, dopo aver visto più volte il film, l'attesa era diversa. Ci sono più personaggi, o sono diversi da quelli di Miyazaki, la narrazione è favolistica, a volte troppo buffa per essere presa sul serio. Più noir è la parte finale sul ruolo della strega delle lande desolate, sul suo scopo di vita, sul suo demone. Howl è più volitivo, sfuggente, farfallone e ha un passato sorprendente. Gli scontri magici non li ho trovati un granchè, nè la storia di Howl e Sophie. L'ammucchiata finale di personaggi mi è parsa troppo. Devo dire che Miyazaki ha preso il meglio di questo romanzo, perchè non mi è proprio piaciuto.

11 libri, di cui 7 romanzi: ho finito con amore la serie di Muckerjee, riscoperto Andric, letto due libri della sfida dei 5 titoli e trovato altri due autori diversissimi ma piacevolissimi da leggere. I saggi sono 3, tutti diversi, tutti interessanti e mi confermano una volta di più la mia volontà di approfondire ancora parti del nostro mondo, di capire la fisiologia del nostro tempo.
 
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view post Posted on 30/11/2023, 11:02
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NOVEMBRE 2023
siamo stupefacentemente a 16 romanzi. Una delle cause di tanta generosità da madre lettura credo siano gli audiolibri e la scelta di testi sottili che ho infilato nei tempi morti... ma è andata bene, direi. Ho già fatto scorta per dicembre e lì saranno più grossi, ma non è importante la quantità, quanto la qualità e a parte uno scartato, il resto mi è tanto piaciuto. Sarà difficile per me, questo mese, designare il migliore.

ROMANZI
-il diavolo e la signorina Prym di Coelho. il bene e il male si scontrano in un piccolo paesino morente: un uomo arriva portando morte e cupidigia, col suo oro e col suo diavolo personale e incontra la signorina Prym, orfana, ambiziosa ma scaltra e gentile e mette in moto il diavolo e l'angelo di lei, mettendo poi in subbuglio un paese, in un turpe scambio. è in una contemporaneità favolistica ma non troppo che il male e il bene si scontrano, si mescolano e si purificano a vicenda, dimostrando come nell'animo umano convivano entrambi e come l'occasione può portare a giustificare il proprio diavolo personale. Emblematica è la figura del prete disilluso, quella del sindaco manolesta, ma soprattutto quello profondo, tenero, incisivo, della vecchia signora. Qui Coelho arriva e colpisce, con la sua penna, rivelando che siamo luce e ombra e dobbiamo avere a che fare con noi stessi, anche davanti a terribili tentazioni.
-Il gattopardo di Di Lampedusa. Scrittura paternalistica, tipo saggio romanzato, a volte pesante nei continui giudizi profusi. Il nostro gattopardone pare la scusa buona per Lampedusa di narrare ciò che ha sentito il nonno all'alba dell'arrivo di Garibaldi. Ma lo fa con personaggi memorabili, seppur visti dall'alto e dal di fuori quasi con distacco flemmatico. La vicenda è quella nota, ma che mette in subbuglio il Regno di Sicilia, i suoi potenti, i suoi nobili, agita animi rivoluzionari, mette in dubbio credibilità popolari e nobili, rivelando come quel reuccio arrivato da fuori sia visto dalle due fasce della società siciliana. Ci sono poi le passioni amorose, che ridono e rodono, figure come quella del principe col monologo pregno del principe sui siciliani, imponente ma fragile nel suo osservare il mondo con lo stesso spirito in cui osserva se stesso; quella di padre Pirrone, religioso di casa Salina, che fa un discorso emblematico su cosa siano i nobili e perchè si comportino così, o Bernabò, il cane di casa, che diventa metafora di una nobiltà legata al passato e ai rimpianti. Io non credo che il ballo sia un esempio fulgido del libro, quando la stanza di Concetta, quella si, ma io pareri sono pareri.
-Dopo la pioggia di Mezzalama, un romanzo che scoppietta come un fuoco d'artificio, con una girandola di personaggi strani, tra cui suore militanti, una giapponese di Fukushima, un giovane svedese che ha sognato la campagna romana, un raccoglitore di tartufi e pure filosofo, che circondano una famiglia allo sfascio nella Roma sommersa da un diluvio. La madre è in crisi, si sente mancare l'amore e la considerazione come donna dal marito, che ha chiaramente un'amante, i figli sono consapevoli dei problemi dei genitori e in un'oddisea di pioggia tutti si scoprono diversi, più forti. Molte sono le riflessioni, fatte per bocca dei personaggi, su quanto stiamo agendo contro la natura e sul nostro dovere di tutelarla. Bellissimo
-Dieci piccoli indiani di Christie, un classico meraviglioso, una splendida rilettura. La trama è arcinota, lo sviluppo pure, ma la vicenda, la tensione narrativa, i ritratti dei personaggi e le descrizioni die luoghi sono così potenti da colpire l'immaginario e restarci. La Christie merita una rilettura.
-La mappa di pietra di Rollins, secondo romanzo della vicenda che vede protagonista la sigma force. Incrociamo per la prima volta Seichan e Sara e Vittorio Veroni, che poi diventeranno personaggi ricorrenti. Ci sono pure Grayson Pierce, Monk Kokkalis e Kat Briant, alla loro prima apparizione. Ancora i personaggi non hanno avuto lo sviluppo noto ai cultori di Rollins ed è affascinante alternare all'avventura esoterica, scientifica e d'azione, con sparatorie e fughe rocambolesche, le vicende private dei personaggi. Per quanto riguarda l'avventura ci sono di mezzo di Re magi, le 7 meraviglie del mondo, un'arma potente e antichissima, enigmi da svelare posti 500 anni prima e una setta vivissima ma con manie assassine. Il mix è fanatstico e mi fa capire che il suo ultimo romanzo è proprio scialbetto, in confronto ai primissimi.
-Fatherland di Harris, un romanzo potente, basato su un "what if?". Nasce dall'idea del mondo possibile se Hitler avesse vinto la seconda guerra mondiale, con nuovi equilibri mondiali politici e una Berlino architettonicamente e socialmente organizzata secondo un ideale arcinazista (col la "zampona" di Speer). Siamo nel 75esimo compleanno del Fuhrer e viene trovato morto un nazista della prima ora. Il poliziotto che investiga è un "bigio" e si trova a dover scoprire il perchè della sua morte, in un gioco di specchi che nascondono solo inganni. Ma la verità emerge, strato dopo strato, terribile (e le fonti sono vere!), all'alba di un incontro tra Kennedy, quasi neoeletto presidente americano e Hitler, in merito alla "scomparsa" nell'Est degli ebrei. è una girandola di eventi, con una storia potente, personaggi storici esistiti e morti male che rivivono in una narrazione feroce e stringente. E poi è affascinante la possibilità narrata e il suo sviluppo che ingloba tutta la società tedesca immaginata. Il romanzo stesso fece scapore, nascendo durante la guerra fredda. Leggerò altro di Harris, senz'altro!
-Instinct di Patterson, l'azione è incalzante, le vicende personali ben descritte, l'adrenalina scorre a fiumi e il finale è perfetto. è un ottimo romanzo d'azione, niente da dire. Potrei tentare qualcos'altro di Patterson.
-L'ultima settimana di settembre di Licalzi, emotivamente funziona, la struttura narrativa on the road è capace di tirare fuori il meglio da due personaggi (l'adolescente orfano e l'anziano inacidito e disincantato). Le situazioni che si creano offrono all'adolescente la possibilità di sperimentare un nonno diverso e un mondo possibile, mentre il nonno, celebre per il suo libro e per quel capitolo potentemente chiaro, scopre che il mondo non è quel luogo frequentato da persone orribili e altamente detestabili che crede e torna in contatto con se stesso, i suoi sentimenti e la vita (e pure col cagnone!). Lunghetto il capitolo della confessione dello zio, geniale l'idea della lettera e del romanzo, ma di più ho apprezzato l'anatomia dell'animo del nonno, che cambia, si autoanalizza e passa da una critica feroce al mondo ad un'apertura capace di accogliere una nuova vita e nuove vite.
-Sulla sponda del fiume Piedra mi sono seduta e ho pianto di Coelho, breve, potente, si infratta tra amore, miracoli, un dio dal volto femminile e Lourdes. Si legge, ha belle frasi, ma l'atea che c'è in me ha alzato gli occhi al cielo più volte.


SAGGI
-L'incendio : reportage su una generazione tra Iran, Ucraina e Afghanistan di Sala, un lungo reportage che ci porta i 3 luoghi caldi, Iran, Ucraina e Afghanistan, a conoscere le realtà e i vissuti dei giovani che vivono, sognano, trepidano e combattono. E colpisce che, quello che per noi è un loro destino, loro non lo vedono tale: i ragazzi ucraini stanno combattendo e vivendo per un'Ucraina libera, arancione, i ragazzi e le ragazze iraniani vogliono un futuro e lo vogliono costruire con le loro mani, al di là di pesanti precetti religiosi che sono solo l'alibi per aprire l'argine delle libertà possibili; i ragazzi afghani non sanno nulla dei folli che hanno preso il loro paese: sono vissuti nella libertà concessa dagli americani, e, soprattutto le ragazze, sono pronte a non diventare fantasmi sotto un velo pesante. Leggere questo reportage ci fa pensare che libertà a noi note e scontate, in altri paesi non lo sono: dovremmo averne cura e usarle senza eccedere in particolarismi o solipsismi.
-il secolo cinese di Rampini, scritto nel 2000, può parere datato, ma i suoi contenuti sono interessanti anche alla luce degli eventi contemporanei. Abbiamo una Cina che si sta sviluppando, nel libro, modernizzando, portando un pesante passato che vuole nascondere o valorizzare quando è più comodo, con un futuro megalomane (già sotto Hu Jintao, il famoso ometto maltrattato in diretta mondiale da Xi Jinping), ma un'ambiente al collasso (vedi la diga delle tre gole), con una società sempre più smaliziata, che si muove a due velocità (campagna e città), con una politica del figlio unico che ad oggi risulta fallimentare, in quanto ha portato alla nascita dei chuppie e dei piccoli imperatori. Rampini fa capire, in capitoli brevi ma efficaci, dinamiche complesse e interessanti, di uno stato che conquisterà e sta conquistando, il mondo col suo soft power.
-Paolo Borsellino per amore della verità di Melati: il giornalista ha conosciuto Borsellino e la famiglia e, con mano sapiente, racconta fatti, coincidenze e testimonianze, pure dei figli di Borsellino. E fa emergere l'umanità, il sorriso, la corretteza dell'uomo Paolo Borsellino, ma pure i depistaggi potenti, continui, la mancata giustizia che la famiglia richiede(dopo anni di controlli quasi orwelliani), il ruolo scomodo del magistrato, in vita e in morte (come quello di Falcone), prima della morte. Visiteremo il bunkerino (www.progettolegalita.it/prenotazione-visita-museo/) e capiremo le implicazioni del luogo, nel senso giuridico e umano. E poi il capitolo finale, la profezia di Sciascia e la frase di chiusura: "Paolo Borsellino ha parlato del "profumo della libertà". Si tratta del suo lascito più grande. A futura memoria, se la memoria ha un futuro come dice Sciascia. Il passato è soltanto una possibilità nelle nostre mani. Come il futuro." Potente ma umano, questo saggio lascia sì un amaro in bocca per un passato vergognoso e un presente difficile, ma finchè non ci arrenderemo a facili narrazioni o finte celebrazioni o ricorrenze "sentite", ci potrà essere una Verità, che valga, non solo per la famiglia, ma anche per noi, cittadini dello stato italiano.
- Io, mio padre e le formiche : lettera ai ragazzi sui desideri e sul domani di Postorino, un discorso breve ma potente, sui sogni, sul potere della letterarura e della cultura.


AUDIOLIBRI
-Uno, nessuno, centomila di Pirandello:che meraviglia! Ho adorato tutte le fasi meditative dell'autodistruzione del protagonista, il suo continuo interpellare il lettore con esempi calzanti, la narrazione della storia dal suo personalissimo punto di vista (immaginando quello degli altri e sforzandosi di concordare con la sua versione), il finale tragicamente felice della vicenda. E che riflessioni veritiere: noi non siamo chi crediamo di essere: il nostro corpo, i nostri atteggiamenti, sono degli altri e ciascuno ci da un'identità; o la riflessione sull'uomo che altera la natura, non ne comprende il senso, la stravolge, tutto costruisce, pure se stesso, finchè gli regge l'animo. Mi mancherà questo romanzo, ne proverò un altro suo. Ed è strano, perchè scorso a scuola non mi aveva nè appassionata, nè incuriosita e oggi, a 33 anni suonati, ne riscopro la potenza.
- la metaforfosi di Kafka. che dire? un capolavoro di disumanità. è una di quelle opere che capisce solo quando leggi o senti leggere. La trama è arcinota, ma sentire la narrazione che descrive un uomo che diventa scarafaggio e di uno scarafaggio che non può vivere come un uomo, è estraneante e potente. La metamorfosi non è che una favola nera: di come una persona prima utile e necessaria, e forse sfruttata pure dai suoi parenti, diventa da oggetto di cura a peso inumano, generando in chi lo ha amato abbandono e rifiuto. Dolorosa è la parte del violino, in cui un umanissimo Gregor si accorge che lo considerano uno scarafaggio, percezione che aveva cercato di allontanare fino a prima, e comprende che non c'è più posto per lui. O la parte della mela, innocua ma dolorosa, metafora di quanto male fanno le inezie in famiglia se dette come sappiamo farlo peggio; o ancora, il finale, quando Gregor trapassa solo e la famiglia si sente libera di fare piani per il futuro, come a significare quanto la sua "disabilità" lo avesse reso degno di una lacrima da vivo, un piantino da morto, ma che per la famiglia lui fosse morto già da tempo. Che male che mi ha fatto questo libro, ma mi è stato consigliato e mi ha colpiata molto. è proprio vero, i classici meritano di essere percepiti e vissuti da sè, allontanando ogni pregiudizio scolastico o che ci hanno messo in testa.
-audiolibro: la fine dell'eternità di Asimov, potente e visionario. A livello narrativo un meccanismo preciso, ma la visione centrata sul protagonista rende pesante la narrazione già farraginosa, tra patemi umani e possibilistici, dialoghi lunghi e laboriosi, infiniti e sempre più complessi. Non è un romanzo da cervello spento, e questo è un bene, ma con questa grande sovrastruttura narrativa, i personaggi rimangono schiacciati e, stringi stringi, scopri che la vera protagonista è l'eternità. Essendo comunque un romanzo intelligente che mi ha colpita, ne tenterò un altro (di lui ci sono molti audiolibri), ma più breve!

Con 3 audiolibri, 4 saggi, 9 romanzi, concludo il mese felicemente.
Per quanto riguarda i saggi, mi sono davvero piaciuti, ne devo trovare ancora... a dicembre ne proverò uno di Sgarbi, vediamo.
Gli audiolibri mi sono piaciuti e mi hanno aiutata, perchè Asimov non l'avrei mai sfogliato, cervellotico com'era.
A livello di romanzi, a parte Coelho e Rollings, già noti, ho apprezzato i romanzi proposti dalla sfida dei 5 titoli, perchè mi hanno portata in mondi diversi dal solito e in romanzi che non avrei mai scelto. Quindi, grazie a tutti coloro che hanno proposto un titolo che è finito o finirà nel mio carniere da lettura. Siete uno dei motivi per cui da tempo sto in questo forum: se leggere è un'attività solitaria, condividere quanto scoperto fa emergere tesori.
 
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view post Posted on 3/1/2024, 10:13
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DICEMBRE 2023
Concludo con 20 libri questo mese e solo due scarti, celebri entrambi ma pazienza.


ROMANZI
-la signorina di Andric, una rilettura potente. La signorina è una ragazza che fa un giuramento al padre e che vincola la sua vita al denaro, considerato l'unica certezza, tagliando i ponti emotivi col mondo. Ma siamo nei balcani prima e dopo al seconda guerra mondiale; la società cambia e lei, pur volendo della sua vita un monismo, ne resta influenzata e per salvare il suo denaro, dovrà scendere a compomessi, pagando poi un prezzo tragicamente ironico. è un Andric che descrive un'atmosfera di un'epoca, di un paese, che scava nell'anima di una donna apparentemente abietta e banale, e ne fa una storia di un'anima tragica. Bello e potente.
-L'ordine del sole nero di Rollins. terzo capitolo della vicenda in cui Painter incontra Lisa e hanno inizio travolgente; Gray incontra Fiona e capisce che sì, copn sara è ora di fare sul serio; Monk e Kat hanno la loro prima gravidanza. E poi c'è la parte della vicenda in cui ci sono i nazisti, i loro segreti, la spierale di inseguimenti, trappole, rivelazioni spezzate nei momenti di massima tensione da eventi adrenalinici, ambientazioni straordinarie e fortemente evocative (la villa, il castello...) e un finale che è in linea con l'adrenalinha della vicenda. favoloso. Il prossimo mi aspetta!:D
-Api grigie di Kurkov, un romanzo ambienttao nell'Ucraina di adesso. Il protagonista è un apicoltore che abita nella zona grigia, contesa tra russi e ucraini. Non è un romanzo sulla guerra, ma essa fa da sfondo alle pellegrinazioni mentali, oniriche e on the road, dell'uomo. E mentre vive esperienze sempre più negative (l'odio verso di lui, che parla russo pur essendo ucraino, la repressione sanguinosa verso la famiglia tatara che lo accoglie, la confisca della sua arnia, i numerosi posti di blocco), c'è una metafora potente sulle api che si svolge: le spi come simbolo di un popolo cominista: tutti al lavoro, in comunità, sempre, senza godere del risultato della propria fatica. E poi la vicenda delle api grigie, su come e quando appaiono e soprattutto il finale, nel quale sia ha la perfetta similitudine tra di lui, abitante della zona grigia, in bilico tra ucraini e russi, e l'ape grigia (di cui lui ha un rapporto con quella maledetta arnia), scacciata dalle api "noramli" e che lui non ha il coraggio di uccidere, sopravissuta alle altre e ormai senza casa o pungiglione. Bello e potente, a volte, per i riferimenti culturali o per i luoghi, può risultare non facile da capire.
-Poeta al comando di Barbero. Ora, io amo questo storico per la sua capacità dialettica, ma è il terzo suo scritto che trovo orribile. per quanto la vicenda possa essere simil biografica, narrando le vicende della costituzione del Carnaro e di D'annunzio crepuscolare a Fiume, ho detestato l'insieme di vicende ad alto tasso o politico od erotico, gli scarsi appigli storici della vicenda, malgrado fosse un romanzo dalal struttura non saggistica come quello di Dante. Barbero mi delude sempre di più.
-L'assassinio di un immortale di Markaris, una serie di racconti ambientati soprattutto in Grecia, tra accademici assasini, crimini per uan moschea, odi razziali profondi e uno scorcio di Germania nazista. Non mi è piaciuto nè lo stile nè la tematica troppo locale. Ho faticato a finirlo.
-La voce dell'acqua di Hiromi; il Giappone è terra di scrittura liquida e poetica e qui lo si sente. è al vicenda di due fratelli, ma il punto di vista è quello della sorella maggiore, che ricorda i trascorsi famigliari non limpidi, ma incestuosi o adulterini di nonno, madre, papà naturale e quello putativo, per poi assare a ricordare il fratello nelle sue fasi di crescita e maturazione. E in questa nostalgia c'è la fissità di un sentimento proibito, che sfocerà in eventi sempre più collegati e ravvicinati, finchè i due ormai giovani adulti decidono di andare a vivere assieme nella vecchia casa della madre defunta. Il fatto che questo romanzo parli di incesto non ne provoca un rifiuto, in me, perchè la capacità narrativa e descrittiva, di luoghi che si legano a sentimenti o di semplici gesti che risvegliano riflessioni d'anima ed emozioni composite, sono ben curate e dosate, creando, poi, nel finale, un'aspetto narrativo ancora inedito.
-Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte di Haddon. letto su consiglio di una persona, l'ho trovato strano. Da una parte ho apprezzato che l'autore, adulto "normodotato", abbia creato un personaggio come quello di un ragazzino con la sindrome di Asperger così credibile. E dal punto di vista del ragazzino vicende per noi chiare, diventano labirinti di difficoltà sempre più insormontabili, che, in contesti caotici, portano il protagonista a vedere elementi "sbagliati" ed ad agire secondo gli istinti che ne derivano. Il problemi di questo romanzo, a parte il fatto che ha modalità datate, è che ci sono troppo imprecazioni e parolacce, nei dialoghi davanti al ragazzo e verso il ragazzo; che è snervante perchè entrare nell'ottica del ragazzo è quasi impossibile, mettersi nei suoi panni fuori discussione e quindi crea sempre più ripulsa l'idea di un ragazzino con simile linguaggio, ignoranza, inadeguatezza rispetto il contesto e incomprensione dolorosissima per i genitori. E qui gli adulti fanno la figura di coloro che sì, s'impegnano ad aver cura di lui, ma, come ogni genitore con un figlio con autismo, non possono sbagliare o rischiano di perderlo. Vedere, quindi, il punto di vista essenzialmente egocentrico del ragazzo è doloroso: lui sa cosa lo rende felice, chiaramente, gli altri sono in sua funzione. Non ho capito il valore positivo di questo romanzo, tanto più che parlare di autismo in un romanzo pare quasi un modo per farsi buona pubblicità.
-Gli occhi di Marianne di Dard, Dard è il re dei gialli-thriller rapidissimi e intensi. Il suo protagonista ha uan vita serena e un futuro radioso, ma incontra una giovane donan bionda e se ne innamora, ricambiato. Tutto pare molto bello,ma fantasmi di sangue stannio per emergere, travolgendoli. Finale amarissimo e potente. Bellissimo.
-La mia anima è ovunque tu sia : un delitto, un tesoro, una guerra, un amore : romanzo di Cazzullo. Troppo roba in pochissime pagine, capitoli da telegramma, con tre tempi diversi, gli anni 40, gli anni 60 e il 2011, che creano solo caos. Se l'architettura fosse stata più estesa, non sarebbe stata fragile con puntelli pochi solidi. Il titolo è esplicativo, ma la schizofrenia che caratterizza questo mini-romanzo è pesantemente invalidante, tanto che finito il romanzo, bisogna stare a ricoleggare i puntini, pensando che una simile materia prima di elementi, poteva essere gestita molto meglio. è uno dei pessimi del mese
-I bastardi vanno all'inferno di Dard, rapidissimo e intenso vede la vicenda di un poliziotto che si infiltra in carcere per far meglio cantare un criminale. Come finisce è tutto una sorpresa. Dard scrive questi libri quasi con la stessa scrittura sicura, asciutta, efficace di Simenon.
-Lo scarafaggio di McEwan. un giorno gli scarafaggi prendono il dominio del premierato inglese, con uno scopo chiaro a loro e per raggiungerlo devono inventarsi uan guerra, vera e politica. Questo romanzo, un incrocio tra una teoria economica e il celebre romanzo di Kafka, fa un'ironia sottile, diabolica, in certe parti troppo complessa da capire, ma è brevissimo e si legge bene. Ne tenterò altri di suoi.
- V2 di Harris. Harris ha la penna del thriller storico. In questo romanzo ci presenta lA situazione tedesca dei V2, i razzi pensati dal celebre Von Braun, uno scienziato nazista poi "rubato" dalla NASA e di come gli inglesi fecero la loro contromossa. Pare di leggere Follett, per l'intreccio dei personaggi. Sapiente il racconto che porta pian piano al presente storico del libro. Colpisce la vicenda storica e, facendo qualche ricerca, emergono cose interessanti.
-Gli intrusi di Simenon: il Simenon non Maigrettiano mi piace un sacco, perchè fotografa l'anima dei suoi personaggi, presi nella morsa odiosa dis e stessi e della vicenda che li coinvolge loro malgrado. In questo romanzo c'è un uomo ormai fiito e abbruttito dal bere e dalla noia sociale, costretto a riemergere alla realtà quando un uomo è trovato cadavere in casa sua e si scopre che proprio la in casa, davanti al suo naso, la figlia e un gruppo di amici si incontravano. Sedotto dalal loro vita, si riscopre giovane ma vecchio contemporaneamente e si rimette in carreggiata: ha un compito da svolgere. Bella rilettura, ne farò altre.
-Il buio oltre la siepe di Lee; Scout è più grande, quando racconta le vicende di un'esate fosca. Il romanzo dalla trama celebre è intervallato da riflessioni profonde, come quelle del padre di lei e quelel che lei stessa fa, con al luce della maturità. Quello dei due ragazzi Finch è uno scontro contro una realtà non più giusta, fatata e la vicenda giudiziaria del padre li porterà a capire che in ognuno c'è un mostro, ma pure che siamo tutti umani. Emergerà il valore del mettersi nei panni dell'altro, ma, sopratutto, quello di difendere i passeri. I personaggi sono forti, memorabili, colpiscono per la loro forza benigna o distruttiva. Mi ha colpito l bianco che fingeva di bere per non essere giudicato dalal sua vita con una donna nera e con prole mista. Forte e ancora attuale è l'arringa difensiva di Atticus. Proverò il seguito, Va, metti una sentinella.
-Il conformista di Moravia, una bella lettura che però mi ha tenuto molto analitica, come forse voleva l'autore. Marcello insegue un equilibrio impossibile, la normalità: qualcosa lo ha spiazzato e stravolto e quindi da adulto si rasserena pensando di essere come gli altri. Tra sè e il mondo tiene una patina di malinconica indifferenza, con una percezione di possibilità e vite impossibili, e quando vive cerca di essere "normale". Ma come esserlo nel periodo fascista? Pagando quella normalità borghese con il sangue, nel modo più cruento possibile. Se poi la passione arriva non ricambiata, quella normale banalità si stravolge. Solo la caduta del fascismo gli provoca riflessioni più ampie, am orami è amledetto. Romanzo potente e non scontato, risulta freddo, analitico, poco empatizzante, come se marcello fosse un insetto sotto vetro, come se le sue azioni, seppur ponderate, risultino poveri agiti di un annegato. è una critica al fascismo(basat vedere la scena del padre in manicomio e quel foglio: strage e malinconia) e ai suoi uomini, viziosi o pecoramente fedeli, calcolatori o vili ruote di un meccanismo che andrebbe pure senza di loro.
SAGGI
-Un giorno senza fine : storie dall'Ucraina in guerra di Camilli. la giornalista vuole far sentire la voce degli ucraini, denunciando come tutti parlino per loro, ma nessuno abbai davvero capito chi sono e cosa davvero vogliano per se stessi. E allora in questo reportage ci porta nell'Ucraina bellica, ad incontrare le persone, a sentire el loro storie, le loro aspettative, ciò che hanno perso e cosa pensano dle rapporto col loro scomodo vicino. La giornalista riflette anche su come, davanti alale tragedie, finiamo con l'annoiarci, a fare di tutat l'erba un fascio e di come le immagini siano fuorvianti e oggetto di polemica; appunto perchè i giornalisti danno valore a tutti i protagonisti del conflitto, sono troppo scomodi e non di parte, per quello diventano oggetto di un tiro al bersaglio indegno e disumano. Libro sottile ma potente, invita a non spegnere le luci sull'Ucraina, ma ad ascoltare e smettere il nostro punto di vista eurocentrico.
-Sarò la tua memoria di Calabresi. Calabresi, per vicende giornalistiche personali, incontra una vicenda toccante e ce la illustra ocn semplicità, in una narrazione adatta ad un pubblico molto giovane. è al storia di Joshua, un bambino afroamericano, con uan nonna, Andra, che ha un tatuaggio numerico sul polso. La nonna, sensibile e intelligente, diventa capace di testimoniare il suo passato nel lager di Aushwitz, vissuto con la sorella Tatiana e il cuginetto Sergio, finito vittima degli inumani esperimenti di Mengele. Il bambino crescerà, curioso, sensibile, fino a diventare un ragazzo che ha voluto provare i rigori vissuti dalal nonna, un weekend in garage. E sarà la memoria senza rancore trasmessa dalla nonna e la grande sensibilità di questo ragazzo, a far emergere la bellezza di questo libro e della loro vita vera. Perchè la memoria è importante, se trasmessa con garbo, anche la più atroce. E se chi raccoglie ha un grande cuore (quando la nonna morità Joshua, per testimoniare, si farà tatuare il suo numero sul polso, per poter raccontare ancora e ancora), allora non morirà. In un'epoca in cui perdiamo i testimoni, ci vogliono davvero persone come Joshua. ma soprattutto, ricordare oggi è sapere cosa pensare della guerra istraelo-palestinese, perchè nessuna guerra ha fazioni tipo tifoserie cieche, ma va intesa, nel passato, nel presente e nel futuro.
-Kimono : i colori del Giappone : la collezione di Katsumi Yumioka, belle le immagini, i commenti dei kimoni, dei loro motivi e i trafiletti che ne narravano la storia sociale del colore e del capo d'abbigliamento. Colpisce il fatto che un abito così impegnativo e difficile da portare, doni una grazia incantevole a chi lo indossa. Il fatto di valorizzare il kimono nella sua cultura, poi, sottoline il genio e l'abilità sartoriali, concreat manifestazione di segni e simboli della società d'appartenenza.
AUDIOLIBRI
-audiolibro: doppio sogno di Schnitzler. Ho visto recensioni illuminate dall'entusiasmo... da aprte mia non l'ho capito, questo sentimento da 5 stelle. Posso, sforzandomi, capire il valore di uan coppia che nei tradimenti sognati o tentati, cerca di sfuggire ad una routine che appiatisce il giovane matrimonio e manifesta la gelosia in violente ricerche di altro e di altri, ma, personalmente, non mi ha detto poi molto. Ho dovuto forzarmi a finire l'audiolibro che, seppur breve, mi è parso pesante.
-audiolibro: Blade runner: anche gli androidi sognano pecore elettriche? di Dick; Non ho mai visto il film seppur ne ho sentito parlare (perché era inevitabile). Mi aspettavo un drammone maggiore e personaggi più memorabili, ma ho apprezzato che la lunga narrazione si snodi senza momenti di morta nell’arco narrativo di una giornata, che in essa emerge sia la quotidianità di una terra presa delle polveri nucleari, che della socialità tra umani, droidi e speciali.
Quello che emerge di questo romanzo non è il dato fascinosamente futuristico, no, quello è utile per seguire le vicende di un cacciatore di droidi, che, tra un annunciatore radio sempiterno e dissacratore e un “messia” quasi cristologico, vive una profonda crisi di coscienza, prima verso lo strumento del suo lavoro, poi verso un binomio che lo stritola tra umani che assomigliano moralmente ai droidi e ai droidi che sono troppo umani. Colpisce l’elemento religioso e il valore, come il valore di un vero animale, che non sia elettrico, e non solo economico. Ma quello che più emerge è la banalità di un rifugio quasi di ripiego, davanti ad una crisi di valori che quasi condanna il cacciatore a morire in solitudine e come l’unico essere umano che sia tale, risulti il giudice più potente e senza pietà per il cacciatore, pur avendo egli avuto grande trasporto per il destino di un ragno (ma non svelerò di più).
Mi è piaciuto molto, questo romanzo e lo consiglio senz’altro.

Con 15 romanzi, tre saggi e due audiolibri, chiudo in bellezza dicembre. Ho dei propositi per l'anno nuovo: Ucraina sì, per quanto riguarda gli autori continuerò la serie di Rollings, andrò avanti con Harris, proseguirò con gli audiolibri e cercherò ancora autori nipponici, nonchè ritornerò a leggermi la Pastor... sarà un anno bello lungo ma ho voglia di riletture e di gialli (anche nordici, volendo).

L'anno 2023 si chiude con 170 libri, vediamo coem sarà il prossimo. Wish me the best! :12211158TJI4x8xM_1_:
 
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35 replies since 4/1/2023, 10:14   745 views
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