| | Reportage, Giornalistico, fotografico, storico, televisivo | |
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| | Un genere letterario che amo molto è quello dei reportages in quanto permettono di conoscere in modo più approfondito vicende che molte volte si sono potute conoscere solo attraverso i libri di scuola o, se contemporanee, solo attraverso i brevi servizi dei TG (tv e radio).
Negli anni ho letto con interesse i seguenti libri: Di Lilli Grouber: 1. I miei Giorni a Baghdad 2. L'altro Islam. Un viaggio nella terra degli Sciiti 3. Chador 4. America anno zero. Viaggio in una nazione in guerra con se stessa
Monica Maggioni 1. Dentro la guerra
Jean-Sélim Kanaan 1. La mia guerra all'indifferenza
Anna M. Sigmund (anche se questo non sono sicura che vada bene come reportage) 1. Le donne dei nazisti
Susan Nathan 1. Shalom fratello arabo
Andrea Angeli 1. Professione Peacekeeper
Oriana Fallaci 1. Niente e così sia
ne conoscete qualcuno di questi?? o ne avete letti altri?? Che ne pensate del genere?? Dopo inserirò i commenti e gli argomenti trattati in alcuni di questi libri
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| | Che strano...in quest epoca in cui l'informazione gioca un ruolo fondamentale credevo che ad altri potesse piacere questo genere o cmq aver qualcosa da dire al riguardo. Miskin tu no?? Pensavo che potesse piacerti....
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| maureen |
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Nella primavera del 1976, a Hong Kong, un vecchio indovino cinese avverte l’autore di questo libro: «Attento! Nel 1993 corri un gran rischio di morire. In quell’anno non volare. Non volare mai». Dopo tanti anni Terzani non dimentica la profezia (che a suo modo si avvera...), ma anzi la trasforma in un’occasione per guardare al mondo con occhi nuovi: decide infatti di non prendere aerei per un anno, senza tuttavia rinunciare al suo mestiere di corrispondente. Il 1993 diventa così un anno molto particolare di una vita già tanto straordinaria: spostandosi in treno, in nave, in auto e talvolta anche a piedi, Terzani si trova così a osservare paesi e persone della sua amata Asia da una prospettiva nuova, e spesso ignorata. Il risultato di quell’esperienza è un libro straordinario, che è insieme romanzo d’avventura, autobiografia, narrazione di viaggio e grande reportage.
Finito di leggere ieri sera. Terzani da vita a questo suo reportages decidendo di seguire il consiglio dell'indovino che lo avverte che non deve assolutamente volare nel corso del 1993. Quindi, utilizzando altri mezzi di trasporti - che non siano aerei e elicotteri - farà una serie di viaggi che gli regaleranno la possibilità di entrare in contatto con tutta una varia umanità che non avrebbe incontrato viaggiando in aereo. Non solo, i suoi ritmi giornalieri cambiano totalmente e Terzani si riappropria così del proprio tempo e si regala intere giornate per pensare e riflettere. I viaggi sono lunghissimi e ci sono volte che navi e treni arrivano a destinazione con molte ore di ritardo. Pone, poi, l'accento su alcune questioni. Terzani ritorna in alcuni posti che aveva già visitato negli anni '70, e a causa della globalizzazione e del diffondersi del consumismo non li riconosce più e si rammarica di quanto abbiano perso delle loro origini e di loro stessi. E fa un lavoro di ricerca su l'abitudine degli asiatici di rivolgersi agli indovini. In ogni luogo in cui si ritrova ne cerca qualcuno per verificare le loro capacità. Mi è piaciuto leggerlo, è stato come guardare attraverso lo sguardo e i pensieri di Terzani un mondo così lontano geograficamente da noi.
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| maureen |
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Listino € 8,00 Editore Feltrinelli Collana Universale economica Data uscita 18/05/2011 Pagine 224 Formato brossura EAN 9788807722721
Un reportage esemplare capace di svelare i veri meccanismi della guerra balcanica dietro i fraintendimenti e le mistificazioni. "La guerra mette a nudo la verità degli uomini e insieme la deforma. Ci sono tanti aspetti di questa verità; uno di essi è la cecità generale - cecità delle vittime, degli spettatori (i servizi d'informazione occidentale, oscillanti tra esasperazione, ignoranza o rimozione dell'orrore e fra cinismo e sentimentalismo) e della 'grande politica', che nel libro di Rumiz fa una figura grottesca." (Claudio Magris). Con una nuova introduzione dell'autore.
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| maureen |
| | CITAZIONE (maureen @ 25/12/2012, 13:55)
Listino € 8,00 Editore Feltrinelli Collana Universale economica Data uscita 18/05/2011 Pagine 224 Formato brossura EAN 9788807722721
Un reportage esemplare capace di svelare i veri meccanismi della guerra balcanica dietro i fraintendimenti e le mistificazioni. "La guerra mette a nudo la verità degli uomini e insieme la deforma. Ci sono tanti aspetti di questa verità; uno di essi è la cecità generale - cecità delle vittime, degli spettatori (i servizi d'informazione occidentale, oscillanti tra esasperazione, ignoranza o rimozione dell'orrore e fra cinismo e sentimentalismo) e della 'grande politica', che nel libro di Rumiz fa una figura grottesca." (Claudio Magris). Con una nuova introduzione dell'autore.
Un libro che per forza di cose lascia un segno, che fa capire ancora una volta ( la storia si ripete e l'uomo non impara mai ) quanto sia meschina la guerra e quanto meschini siano i comportamenti di chi manovra i fili dietro le quinte. Di chi decide in maniera preventiva, studiata, pensata della vita e della morte delle persone, della distruzione di nazioni intere solo per un proprio calcolo personale. La memoria va sempre coltivata e libri come questo aiutano a farlo.
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| qweedy |
| | Mi avete fatto venir voglia di leggere un reportage. Ho iniziato In Asia di Tiziano Terzani. Non solo reportage, è anche storia, racconta l'Asia degli anni '70.
Ho apprezzato molto, sempre di Tiziano Terzani, Lettere contro la guerra.
e pure Pappagalli verdi, di Gino Strada:
e per ultimo, ma qui la guerra non c'entra, è il viaggio di due giovani donne, nel 1939, a bordo di una Ford, in Afghanistan: Dalla parte dell'ombra di Annemarie Schwarzenbach
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| maureen |
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Editore Feltrinelli Collana I narratori anno 2012 pagg 231 € 18,00
2008. Seimila chilometri a zigzag da Rovaniemi (Finlandia) a Odessa (Ucraina). Un percorso che sembra tagliare, strappare l'Europa occidentale da quella orientale. È una strada, quella di Rumiz, che tra acque e foreste, e sentori di abbandono, si snoda tra gloriosi fantasmi industriali, villaggi vivi e villaggi morti. Rumiz accompagna il lettore, con una voce profonda, ricca di intonazioni, per paesaggi inediti, segreti, struggenti di bellezza. E più avanza, più ha la sensazione di non trovarsi su qualche sperduto confine ma precisamente al centro, nel cuore stesso dell'Europa. Attraversa dogane, recinzioni metalliche, barriere con tanto di torrette di guardia, vive attese interminabili e affronta severissimi controlli, ma come sempre conosce anche la generosità degli uomini e delle donne che incontra sul suo cammino: un pescatore di granchi giganti, prosperose venditrici di mirtilli, un prete che ha combattuto nelle forze speciali in Cecenia. Siamo di fronte a un libro raro, dettato da una scrittura che magnifica il viaggiare e la conoscenza del mondo, di quel mondo, attraverso il viaggiare.
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| maureen |
| | CITAZIONE (maureen @ 6/1/2013, 19:51)
Editore Feltrinelli Collana I narratori anno 2012 pagg 231 € 18,00
2008. Seimila chilometri a zigzag da Rovaniemi (Finlandia) a Odessa (Ucraina). Un percorso che sembra tagliare, strappare l'Europa occidentale da quella orientale. È una strada, quella di Rumiz, che tra acque e foreste, e sentori di abbandono, si snoda tra gloriosi fantasmi industriali, villaggi vivi e villaggi morti. Rumiz accompagna il lettore, con una voce profonda, ricca di intonazioni, per paesaggi inediti, segreti, struggenti di bellezza. E più avanza, più ha la sensazione di non trovarsi su qualche sperduto confine ma precisamente al centro, nel cuore stesso dell'Europa. Attraversa dogane, recinzioni metalliche, barriere con tanto di torrette di guardia, vive attese interminabili e affronta severissimi controlli, ma come sempre conosce anche la generosità degli uomini e delle donne che incontra sul suo cammino: un pescatore di granchi giganti, prosperose venditrici di mirtilli, un prete che ha combattuto nelle forze speciali in Cecenia. Siamo di fronte a un libro raro, dettato da una scrittura che magnifica il viaggiare e la conoscenza del mondo, di quel mondo, attraverso il viaggiare.
...Sento uno scricchiolio che conosco. E' la finestra di un nuovo viaggio che si apre. Un viaggio da fare il prima possibile...Ho sottolineato molto in questo libro, ma forse questo è il passaggio più rappresentativo o almeno quello che reputo essere il cuore del libro. Si decide di partire, zaino in spalla, e si affrontano 6000 chilometri con la voglia di scoprire e allargare i propri orizzonti. E grazie a Paolo Rumiz ritroviamo in questo libro colori, odori, volti, storie, passioni, disprezzi e ostilità che ci si porta dietro da tempi lontani, il piacere di parlare con persone che non si incontreranno forse mai più ma che ti hanno aperto la porta di casa e il loro cuore. Un viaggio intenso che ho seguito attraverso le parole di Rumiz in maniera appassionata.
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| 8 replies since 5/5/2011, 22:23 70 views |
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