Due bombe artigianali deflagrano davanti alla scuola Morvillo-Falcone. Muore una ragazza. Un'altra è in pericolo di vita. Gli inquirenti propendono per la pista mafiosa: possibile coinvolgimento della Sacra Corona Unita. Scettico il sindaco di Brindisi.
Due morti e sei feriti. È il bilancio dell'esplosione di un ordigno avvenuta davanti all'istituto femminile Morvillo-Falcone (il luogo dell'esplosione) per la moda e il turismo di Brindisi verso le 7.45 di questa mattina.
A esplodere due bombe artigianali, assemblate a partire da tre bombole di gpl, trovate vicino a un cassonetto della raccolta differenziata.
Una vittima, 5 ricoverati
Una studentessa, Melissa Bassi, di 16 anni (foto), colpita dall'esplosione, è deceduta poco dopo. Ad annunciarlo l'assessore alla Protezione Civile Fabiano Amati, poco dopo aver dato il via alle operazioni di soccorso.
Una seconda ragazza, Veronica Capodieci, anche lei di Mesagne, è stata operata in condizioni gravissime, con ustioni su tutto il corpo. In condizioni disperate, non è morta, come annunciato in un primo momento dalla stampa locale. Altri sei feriti sono stati trasportati d'urgenza all'ospedale Perrino.
Un comunicato diramato dall'ospedale di Brindisi e dall'Asl locale parla di cinque studentesse ancora ricoverate, di cui una - Veronica Capodieci - gravvisima.
Cinque le dimissioni. Due pazienti sono in prognosi riservata, al Centro Grandi Ustioni. Una di queste è stata sottoposta a intervento chirurgico. Altre due studentesse sono state ricoverate in Chirurgia plastica, una con ferite alle gambe e un’altra con ustioni di primo e secondo grado sul 20 per cento del corpo.
Le indagini: mafia o il gesto di uno squilibrato
Due le piste più probabili. Da una parte la pista mafiosa. La scuola si trova a poco più di 100 metri dal tribunale cittadino. Da Brindisi deve transitare oggi la Carovana della legalità. Inoltre tra pochi giorni, il 23 maggio, si celebrerà il ventesimo anniversario della strage di Capaci, nella quale morì anche il magistrato Francesca Morvillo, a cui la scuola è dedicata. Gli studenti dell'istituto avevano anche vinto il Primo Premio della 1/a Edizione del concorso sulla legalità.
Inoltre gli studenti colpiti sarebbero tutti di Mesagne, dove alcuni giorni orsono il presidente della commissione antiracket Fabio Marini era rimasto coinvolto in un attentato: la sua auto era saltata in aria.
Non è comunque detto ci sia un collegamento diretto tra i due fatti. Certo è che nel brindisino negli ultimi giorni si è assistito a una recrudescenza di fatti criminali, che aveva portato anche a un incontro con il ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri.
Al vaglio la tesi che dietro l'attentato possa celarsi un messaggio della Sacra Corona Unita, organizzazione mafiosa con a disposizione ingenti quantitativi di armi ed esplosivi. Lo scorso 9 maggio gli investigatori avevano messo a segno un colpo contro di loro proprio a Mesagne, fermando 16 persone per delitti vari, dall'associazione di stampo mafioso, all'incendio aggravato. Secondo fonti investigative si potrebbe trattare di una sorta di "strategia della" tensione sullo stampo di quella del 1993. Non è per ora esclusa neppure la possibilità del gesto di un folle.
Il sindaco di Brindisi Consales, sentito da SkyTg24, non ha voluto chiudere nessuna possibilità. Dalla "pista anarchica" fino a un gesto isolato, sottolineando però le "modalità che non hanno nulla a che fare con la criminalità organizzata".
Come è avvenuta l'esplosione
Quello che è certo è che l'ordigno è stato azionato a distanza da un timer, di cui è stato ritrovato un frammento. Gli ordigni sarebbero esplosi - secondo TeleNorba - dieci minuti prima dell'orario previsto, ovvero delle 7.50. L'orario era stato scelto per causare il maggior numero di vittime possibili. In un primo momento si pensava le bombe fossero state nascoste nel cassonetto e azionate a distanza. Secondo l'ultima ricostruzione sarebbero invece stata posate su un muretto vicino al cancello secondario della scuola
http://www.ilgiornale.it/cronache/brindisi...ge=0-comments=1Gratteri: questo attentato stride con la tradizione delle mafie«Le mafie cercano consenso e questo attentato va assolutamente in senso opposto. La mafia che conosco io e che mi hanno aiutato a conoscere in profondità non fa esplodere bombe in una scuola": non usa mezzi termini Nicola Gratteri, procuratore aggiunto della Repubblica a Reggio Calabria, che oggi a Reggio Emilia si è trovato di fronte ad una platea di studenti e studentesse per parlare di mafia e legalità.
«È troppo presto per parlare – dice Gratteri – e non è possibile legare allo stato delle cose questo vile gesto ad una mano di sicura matrice mafiosa. Questo attentato stride con la tradizione delle mafie, di qualunque regione, che non attaccano mai direttamente le persone, la gente comune, della quale cerca spesso invece l'applauso, il consenso, l'abbraccio, In questo caso, poi, una scuola, appare inverosimile».
Ignazio De Francisci, procuratore aggiunto a Palermo, che per anni ha fatto parte del pool antimafia di Antonino Caponnetto e Giovanni Falcone, si trova a parlare accanto a Gratteri. «È un attentato – dice – che esce fuori dagli schemi. Non credo che bisogni affrettare i giudizi». Cade, a sentire De Francisci, anche la suggestione della pista che condurrebbe alla figlia del boss di Cosa Nostra, Totò Riina, che da qualche tempo risiede in provincia di Brindisi. «È legata, verosimilmente per conoscenze fatte nell'ambito di circuiti carcerari – dice il pm – a persone che gravitano intorno alla criminalità comune brindisina. Anche solo ipotizzare che questo attentato sia un messaggio al padre è al momento fuori luogo».
Anche per Antonio Nicaso, studioso delle mafie internazionali, è prematuro attribuire le morti alle mani delle mafie. «Oltretutto – spiega – quella pugliese, in particolare quella brindisina e del Salento, è stata decimata nell'area militare con una serie di operazioni a catena. Per fare un attentato del genere ci vogliono mezzi e uomini».
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