Il dilemma morale dell’ebook pirataConfessioni di uno scrittore che scarica i libri elettronici con sensi di colpa e una certezza: la letteratura sopravviverà. Anche se si ridurranno i guadagni di alcuni autori ed editori, come è successo nel mondo della musica e del cinemaVorrei parlare di pirateria. Avevo Napster quando è nato; tuttora scarico quello che posso, anche se la musica classica — che costituisce gran parte dei miei ascolti — è difficile da trovare, e in genere finisco per comprarla in versione digitale. Lo stesso vale per i film; vado al cinema spesso, ma tutto ciò che non è in sala lo vedo al computer. Le difficoltà di reperimento, o i problemi di connessione, mi spingerebbero ad abbonarmi a un servizio come Netflix (che negli Stati Uniti fornisce legalmente, dietro un piccolo pagamento, ciò che si può scaricare illegalmente), se in Italia ci fosse; ma forse per miopia legislativa, forse per mancanza di mercato, non c’è: e di comodità si fa vizio. È quasi naturale, si potrebbe quindi dire, che io scarichi i libri.
C’è una ragione, però, per cui non sembra tanto naturale: ed è che coi libri io ci vivo, più o meno. In quest’ultimo anno i diritti d’autore hanno rappresentato una percentuale non irrisoria dei miei piuttosto irrisori guadagni. Il fatto che io calpesti un diritto altrui che pure spero nessuno calpesti ai miei danni può essere visto come una dissociazione, o una pia illusione, o un tentativo di free-riding, o un sepolcro imbiancato: poco importa. Lo faccio. So che non dovrei,ma lo faccio. E so, o credo di sapere, che prima o poi lo faranno tutti.
Alcune ragioni per cui scarico i libri
1. Abito a cinque minuti da una piccola libreria di quartiere; a quindici da una grande libreria indipendente; a trenta da una catena. Lavoro con la letteratura, e l’idea di perdere un’ora per vedere se trovo un libro che mi serve—e che magari non trovo — non è molto allettante. Pigro? Forse: o forse abituato al turbocapitalismo della soddisfazione istantanea, che in fondo è lo stesso. Ma anche qui, si parla di ghiacciai.
2. Gran parte dei libri che scarico non li comprerei. È triste, ma è così. Molti — moltissimi — li abbandono appena iniziati, dopo aver scoperto che non mi interessano. In cartaceo li avrei comprati? No: ma neppure mi sareimesso a leggerli in libreria, un’esperienza atroce e contraria a tutto ciò che ama chi ama la lettura: confusione, luci pessime, gente che passa. Semplicemente, non li avrei sfogliati. Chi ci avrebbe rimesso? L’autore no, io sì. Non è una giustificazione, lo so: ma è comunque un fatto.
3. Tutti i libri che scarico sono in inglese — un po’ perché leggo i romanzi in lingua originale, un po’ perché la saggistica, spesso, non viene tradotta, o lo è solo molto tardi. Acquistare online un libro in inglese, fra le carenze delle poste e della dogana, i costi di spedizione, e i tempi, è un’ordalia che non si può paragonare alla possibilità di ottenere il tutto gratis, e in un istante, ovunque ci si trovi.
Alcune ragioni per cui non scaricherei i libri o li comprerei dopo aver verificato il mio interesse sull’ebook scaricato, alibi irrealistico di quello che si spaccia come «il volto umano» della pirateria:
1. La carta che fragra.
2. Il dilemma morale.
Alcune ragioni per cui scaricherei i libri, sì, ma a pagamento:
1. Il dilemma morale.
Quindi
Del fascino della carta che fragra si è già parlato: credo che passerà, se non per tutti per molti, se non presto tardi. Il dilemma morale è una questione più delicata. Io stesso — se dovessi prendermi a terreno d’esame per questo problema — non darei ottimi risultati: pur avendo ogni interesse «egoista», in quanto scrittore, a che i diritti d’autore siano rispettati, non li rispetto. Più in generale, credo, non ci si può aspettare granché dall’argomento morale: basta immaginare una società in cui, ad esempio, il pagamento delle tasse non sia automatizzato col meccanismo della ritenuta, né sanzionata l’evasione, ma solo dichiarato come obbligatorio e lasciato alla buona fede del contribuente, un po’ come è dichiaratamente obbligatorio comprare, e non scaricare, gli ebook. In quanti pagherebbero le tasse, in quella società? Ecco la forza del dilemma morale.
[...]
Cosa resta alla letteratura? Dico sul serio: cosa resta? Non credo che gli scaricamenti illegali arriveranno mai ad annullare le vendite; ma credo che potranno — come nel caso di musica e cinema — coprirne una parte sufficiente a fare sì che la redditività del settore non possa più basarsi unicamente su quel canale. Il cinema e la musica ne hanno altri, rispettivamente botteghini e concerti, che offrono al pubblico qualcosa che un download non potrà mai sostituire: e la letteratura?
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