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Autopubblicazione ebook, il futuro dell'editoria?

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view post Posted on 10/11/2012, 11:52
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Zelante Istrionica Etnea

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Che ne pensate del fenomeno, sempre più in ascesa, dell'autopubblicazione di ebook?
Da Amazon a Lulu.com, solo per citare i più conosciuti, in rete vi sono moltissimi siti che offrono tale possibilità, ma al riguardo mi chiedo quanto sia realmente una possibilità per uno scrittore emergente e quanto invece rischi di restare solo una falsa speranza.
So che negli USA anche autori già conosciuti adesso pubblicano con Amazon, ma il fenomeno dell'autopubblicazione da parte di autori sconosciuti penso sia differente e come tale debba essere valutato.

L'idea di poter bypassare le case editrici in linea di principio non è male, dato il modo in cui ultimamente sembra che scelgano chi pubblicare, però è anche vero che le case editrici, serie, forniscono un servizio di supporto pre e post pubblicazione che non è da sottovalutare.

Si riuscirà a trovare il compromesso fra l’agire da soli, anche un po’ allo sbaraglio e il controllo selettivo eccessivo delle case editrici tradizionali? O un modo prevarrà sull’altro?



ps. non sapevo se era meglio mettere questa discussione qui o in Salotto letterario. In caso lo si ritenga preferibile la sposta là
 
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bassettaro
view post Posted on 20/11/2012, 16:39




Non mi sembra affatto una cattiva idea, considerato anche che sto scrivendo un libro o almeno ci sto provando e il problema più grande sarebbe proprio la pubblicazione. La pubblicazione autonoma in e-book sarebbe la risposta, seppur parziale a questo problema. Restano per me 2 domande fondamentali?
1 C'è la certezza che l'opera intellettuale sia tutelata (mi spiego meglio: non ho interesse a guadagnare da ciò che scrivo anche perché mettendola online non ci sarebbe alcun costo di stampa ma mi dispiacerebbe tanto che l'opera mi venisse soffiata e venisse attribuita ad un altro autore)
2 Non tutti dispongono di lettori e-book, il rischio e di auto-ghettizzarsi e di rivolgersi a un mercato (per quanto in espansione) comunque limitato.
Attendo con ansia l'espansione del fenomeno
 
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view post Posted on 20/11/2012, 17:48
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L'autopubblicazione facile è controproducente, in primis, per l'aspirante autore che si autopubblica.

Nessun controllo della qualità dello scritto... e mi riferisco a cose banali come grammatica, ortografia e impostazione grafica.
Ammetto che sono cose a volte difficili da trovare anche nell'editoria "normale", ma che sfuggono completamente al controllo se l'autore si auto gestisce completamente, facendosi leggere prima solo da amici o conoscenti, magari ritentuti esperti, ma che del lavoro dell'editor (editor = colui che aiuta l'autre a migliorare uno scritto, non editore = colui che pubblica il libro) o del banale correttore di bozze non sanno nulla.

Personalmente ritengo più della metà dei libri autopubblicati solo fantic con una aspirazione in più... non per questo migliori. Non esiste alcun controllo della validità delle trame... se leggo una fanfic, so che potrei trovare cose discutibili. Ma un libro "pubblicato" dovrebbe dare qualche certezza in più... certezza che forse si acquista con il passa parola, ma che frega sul nascere molti potenziali buoni scrittori per colpa di chi pubblica atrocità.


Rischio di intasare il possibile mercato facendo promozione (spam?) selvaggia, provocando la reazione opposta a quella che si vorrebbe ottenere.

Troppi scrittori per pochi lettori... non è possibile che per un lettore ci siano 10 (sono bassa, so che sono molti di più) autori che si autopubblicano e che vorrebbero farsi leggere.

Sono abbastanza critica e pesante nel giudizio... ma l'effetto liberalizzazione del mercato non fa altro che provocare una marea di prodotti scadenti che soffocano quelli buoni.
 
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view post Posted on 20/11/2012, 18:01
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Zelante Istrionica Etnea

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Riflessioni interessanti (appena ho un attimo contribuisco alla discussione :) )
 
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bassettaro
view post Posted on 20/11/2012, 23:23




In effetti ciò che dici sono tutte riflessioni sulle quali non mi ero soffermato a pensare trascinato dall'entusiasmo della possibilità enunciata ma, pensandoci sopra, sono cose assolutamente giustissime. Non è in effetti difficile pensare che possa verificarsi la situazione da te ipotizzata di un mercato che si espanda in maniera spropositata rispetto al numero di potenziali lettori. Inoltre è molto probabile che anche colui che fosse realmente intenzionato ad un'opera si troverebbe nella quasi impossibilità di potersi fare un'idea della stessa se non avendola già letta (salvo magari accorgersi di aver sprecato inutilmente il suo tempo).
Pur vero è che l'editoria in questo momento specula tanto sui nuovi potenziali scrittori chiedendo cifre non propriamente simboliche per la pubblicazione di opere inedite.
Magari la soluzione potrebbe essere rappresentata da un'apertura da parte delle casa editrici nel mercato del libro digitale come forma di "banco di prova" per autori emergenti.
Mi spiego meglio: l'editore potrebbe scegliere di puntare su un numero maggiore di opere esordienti rispetto a quelle attuali semplicemente pubblicando in formato digitale e a prezzi simbolici per il pubblico(tali da gratificare comunque l'opera di editor da te menzionata), senza dunque avere i costi dell stampe rendendoli allo stesso modo un prodotto "certificato" riservandosi la possibilità di stampare in seguito le opere di maggiore successo "premiandole" con edizione e pubblicazione cartacea.
Il che sarebbe un ottimo modo di fare concorrenza all'auto pubblicazione, un ottimo modo per aumentare le possibilità di scrittori emergenti, un modo per le case editrici di "testare" gli scrittori emergenti prima di investirci nella stampa (o magari sfruttarli addossando ad essi i costi di stampa).
Il mercato del libro digitale mi affascina, pur essendo un fanatico collezionista di libri cartacei.
 
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view post Posted on 22/11/2012, 18:54
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Un autopubblicato non ha controllo (potrebbe anche essere bravissimo, ma si prederebbe tra tutti gli altri), ma può permettersi di far pagare poco una sua pubblicazione.
Una casa editrice fornisce (dovrebbe) un buon servizio di editing e correttura di bozze, ma deve pagare chi fa il lavoro e può permettersi di farlo per un'opera che, appena aperta, non ti faccia venire voglia di buttare tutto nel macero.
E' un cane che si morde la coda... e non c'è una via di mezzo, se non nel convincere gli aspiranti scrittori che "raccontare una storia" non è facile e che ci vuole studio ed esperienza... studio e di esperienza che non tutti hanno.

CITAZIONE
Il che sarebbe un ottimo modo di fare concorrenza all'auto pubblicazione, un ottimo modo per aumentare le possibilità di scrittori emergenti, un modo per le case editrici di "testare" gli scrittori emergenti prima di investirci nella stampa (o magari sfruttarli addossando ad essi i costi di stampa).

In che senso "addossando ad essi i costi di stampa"?
Se si tratta di far pagare agli autori la pubblicazione... allora si parla di "vanity press" (e continuo a chiedermi perché non abbiamo mantenuto la definizione inglese, che rende molto più l'idea di cosa l'editoria a pagamento sia veramente).
Nessun editore che guadagna facendo pagare tutto allo scrittore si preoccuperà mai di compiere un valido lavoro sul testo.
Tanto vale autopubblicare, che si risparmia e si ottiene lo stesso prodotto... e torniamo da capo

Alla fine dei conti, non si tratta di concorrenza di un sistema (editoria classica) con un altro (autopubblicazione). Tanto il lettore, alla fine, si lascia abbindolare una volta... poi ci va con i piedi di piombo, sia che si tratti di case editrici che di autopubblicati.

La diffusione di scrittori usa e getta (quasi tutti gli autori del bestseller del momento e che, alla fine della fiera, non saranno né ricordati né ristampati) ha creato un mercato della lettura facile che non permette più di soppesare pienamente un prodotto e, se valido, valorizzarlo con cura sfuttando editing & co.
Il vero problema (per l'Italia almeno, non so se all'estero esista un fenomeno così diffuso come da noi) è che si ritiene la scrittura una cosa banale, facile e intoccabile in quanto "arte".
Mentre scrivere è un mestiere come gli altri, che necessita di studio (della propria lingua in primis e degli argomenti di cui si parla), esercizio (scrivere, tanto e non pensare che il primo libro scritto meriti a priori una pubblicazione), esperienza nella vita (la media dell'età degli autori editi negli USA è intorno ai 35 anni... prima non puoi avere abbastanza esperienza per raccontare qualcosa) e un vasto bagaglio di libri letti.

Leggendo si impara a scrivere, a usare i giusti segni di interpunzione, a strutturare un testo e a renderlo scorrevole, si scoprono idee (e si scopre che, gira e rigira, è già stato scritto tutto), si apprendono trucchi e così via.

La facilità con cui qualcuno può pubblicare un libro non fa altro che trasformare gli archivi di fanfiction in "digital store" dove speri che qualcuno accetti il rischio di spendere soldi per leggere uno sconosciuto solo in base a commenti entusiasti di amici e conoscenti.

Un autopubblicato può farlo, partendo svantaggiato si dall'inizio ma (spero) non perdendoci nulla.
Un'impresa coma una casa editrice non fa questo salto di fede, soprattutto se il materiale non è buono e, visto il mercato di cui sopra, spesso non lo fa neppure se non è certa che la roba che ha tra le mani venda nell'immediato.
 
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view post Posted on 17/6/2015, 07:53
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Basta osservare il desolante panorama delle offerte sul sito di Amazon, per capire che l'autopubblicazione si sta rivelando un tragico boomerang a danno dei lettori E degli scrittori.
L'offerta è diventata incontrollabile. La qualità media degli scritti è scesa tanto per contenuti quanto per ortografia. "Serie" iniziate e mai portate a termine -cosa vieppiù irritante se si pensa che ogni tanto spuntano dei libri godibili ma che l'autore stesso ha abbandonato. In assenza di un contratto, o di 'soldi facili', infatti, alla fine l'autore decide che ha perso tempo e chissenefregadeilettori!
Aggiungiamo a ciò che a tutt'oggi Amazon non possiede un filtro adeguato per separare le autopubblicazioni dalle pubblicazioni professionali, così che si è costretti a trovarsi il libro che ti piace con il rabdomante, oppure fossilizzarsi sugli autori che si conoscono perché ormai acquistare è diventato un rischio.
Amazon dovrebbe farsi editrice a pieno titolo, assumere del personale qualificato e imparare a dire di 'no' alle anime belle che, nonostante la buona e sincera volontà, dovrebbero rispettare un minimo di standard qualitativi.
 
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view post Posted on 17/6/2015, 08:50
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ariano geta

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Parlando per esperienza personale, posso dire che l'autopubblicazione tramite amazon mi ha dato la possibilità di portare a casa risultati che probabilmente coincidono in pieno con quelli che avrei ottenuto pubblicando con un piccole editore (intendo un piccolo editore serio, non un truffatore a pagamento).
Nel dettaglio:
-ho venduto diverse centinaia di copie di miei ebook (naturalmente non tutti hanno avuto lo stesso esito: alcuni più, alcuni molto meno);
-ho avuto qualche soddisfazione leggendo commenti più che positivi (so che qualcuno fa comprare e recensire gli ebook ad amici e parenti, nel mio caso posso garantire che si tratta invece di acquirenti a me sconosciuti, quindi il giudizio positivo non è stato influenzato da rapporti di amicizia o parentela);
-ho potuto realizzare il mio sogno di pubblicare ed essere letto sia pure da un pubblico molto ristretto (se avessi dovuto adeguarmi ai "non confacente alle nostre attuali necessità" degli editori ai quali ho inviato i miei lavori probabilmente mi sarei portato dentro per tutta la vita una piccola delusione invece che un piccolo sogno realizzato).
Insomma, riconosco la validità delle perplessità espresse da alcuni di voi, però per quanto mi riguarda posso dire che la mia esperienza con amazon è risultata positiva.
E comunque rammento che:
-tramite l'anteprima è possibile leggere le prime pagine degli ebook (se un libro è scritto ad minchiam si capisce già dall'inizio; se per caso le prime pagine sono tutte occupate da titolo, controtitolo, sottotitolo, ringraziamenti agli amici, pagine bianche e annotazioni inutili e non si riesce a leggere nulla della narrazione, beh, io eviterei in partenza di comprarlo);
-molti degli autori autoprodotti hanno un blog, o una pagina facebook o altre vetrine sul web: si può sempre andare a dare un'occhiata e capire se il tizio in questione riesce a scrivere cose interessanti o è solo un volenteroso dilettante senza talento;
-certi libri pubblicati non da piccoli editori ma da gruppi importanti come la Mondadori sono la riproposizione in forma cartacea di pagine web che hanno avuto migliaia di contatti, spingendo l'editore a pubblicarle per sfruttare il nome che l'autore si è creato nella rete. Non è tanto diverso rispetto a chi si è autopubblicato, anche se molti riescono a fare dei distinguo "Eh, ma è un autopubblicato per conto suo, non c'è mica dietro la Mondadori eh!"
Conclusione: l'autopubblicazione su amazon sarà pure un boomerang, ma prima di amazon non avevo neppure quel bomerang, solo risposte ciclostilate da parte di editori che probabilmente avevano letto solo le prime dieci righe del manoscritto e avevano rapidamente constatato che non ero un ex concorrente di qualche reality e non avevo diecimila amici su facebook.
 
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view post Posted on 19/6/2015, 15:49
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Non sapevo della possibilità di auto-pubblicarsi fino ad oggi... Molto interessante, sopratutto per gli aspiranti scrittori... Se pensiamo a quante serie di successo (Harry Potter, Twilight) siano state rifiutate numerose volte dagli editori, si capisce che può essere uno strumento utilissimo per "liberare" scrittori e lettori dai gusti degli editori... Però c'è anche la questione che giustamente avete citato tutti, e cioè di tanti autori di fan-fiction orribili che si dedicheranno a far libri talmente orribili. Dei criteri minimi di qualità, come suggerito qui, si dovrebbero stabilire...
CITAZIONE (Valerio1001 @ 17/6/2015, 08:53) 
Aggiungiamo a ciò che a tutt'oggi Amazon non possiede un filtro adeguato per separare le autopubblicazioni dalle pubblicazioni professionali, così che si è costretti a trovarsi il libro che ti piace con il rabdomante, oppure fossilizzarsi sugli autori che si conoscono perché ormai acquistare è diventato un rischio.
Amazon dovrebbe farsi editrice a pieno titolo, assumere del personale qualificato e imparare a dire di 'no' alle anime belle che, nonostante la buona e sincera volontà, dovrebbero rispettare un minimo di standard qualitativi.

Ma poi come fai a non ricadere nello stesso meccanismo della pubblicazione dei libri? Io inserirei comunque dei criteri minimi come la correttezza grammaticale o la coerenza nella trama, o farei notare allo scrittore quanto sia banale la sua trama... Ma per quanto riguarda il pagamento dei libri come si fa? Secondo me andrebbe bene un sistema secondo cui all'aumentare del numero di lettori aumenti il guadagno dello scrittore... Invece come funziona?
 
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