| Siamo nella tranquilla campagna inglese ma, se non fosse per la descrizione fatta in quarta di copertina, la cosa potrebbe anche passare inosservata. Abbiamo un borgo traquillo, con abitanti ricchi o comunque benestanti, vicino ad una cittadina di media grandezza, che non vediamo mai nel dettaglio. Nel mezzo, una borgata di case a basso costo, abitata dalla feccia della società o, semplicemente da persone appartenenti ai livelli medio bassi. Non c'è una cura particolare nella descrizione della britannicità dei luoghi e ogni elemento descritto potrebbe essere tranquillamente spostato negli states, o in qualsiasi altro paese, senza problemi. Così come i personaggi, escludendo qualche dettaglio ogni tanto, sono cliché applicabili ovunque.
A chi me lo chiedeva durante la lettura, mi sono trovata spesso a descrivere la trama del libro come una trasposizione britannica di telefilm come Desperate housewives... ma, togliendo il britannica, quello che ci si ritrova a leggere è il classico canovaccio di qualsiasi serie incentrata sui casi privati di vari esponenti dei vari strati sociali di un paese inventato ma vicino alla realtà, ricchi e poveri, nobili e meschini, tutti irrimediabilmente antipatici. Questo, a mio parere, il primo dei gradi difetti del romanzo. Non ho trovato un personaggio, con i suoi difetti (tanti) o i suoi pregi (pochissimi) che in qualche modo mi stesse simpatico.
Non c'è denuncia sociale vera e propria, non sono offerte soluzioni a problemi esistenziali di varia natura, ma solo un elenco dei suddetti problemi (veri o presunti) o di situazioni potenzialmente critiche per la società. Dalla violenza domestica all'autolesionismo, dall'abuso di droghe al bullismo, dalla pirateria informatica ai drammi amorosi (di vario tipo e genere)... alla fine mancava solo un personaggio omosessuale bistrattato e, una volta inserito, il suo ruolo sembrava solo quello di permettere all'autrice di spuntare l'ultima voce della lista.
La storia in sé è banale, di un genere che non amo e che, se riesco, evito... ammetto che la curiosità l'ha fatta da padrona, ma non è il tipo di libro (o film o serie tv) che potrei decidere coscientemente di leggere o seguire. I personaggi si parlano addosso per buona parte della storia, descrivendo l'intero raggio dei loro sentimenti (con flashback messi tra parentesi che spezzano la narrazione e che mi hanno innervosito più del necessario), senza trovare soluzione ai loro problemi e senza dare una vera conclusione alla storia.
Negli ultimi capitoli le cose precipitano e tutti, in un modo o nell'altro, sono costretti ad andare oltre... e, se ne faranno una serie tv (come è probabile) potrebbe fornire la scusa per una decennale produzione che potrebbe surclassare i più famosi "Emmerdale" o "Coronation Street" o "EastEnders", per restare in ambiente british.
Se la Rowling, per il prossimo romanzo, cambia genere non è detto che non continui a leggera, se prosegue su questo... sono stata felice di averla conosciuta.
3/5 (6/10)
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