Recensione:
woooooooooooow! Che libro pazzesco!
ma come diamine ci riesce l'autore? E' a seconda volta che mi lascia a bocca aperta, incredula davanti alle pagine appena lette! E' bravissimo!!!
Il libro tiene letteralmente incollati alle pagine! Guardate sono ancora stordita dall'effetto che mi ha fatto per articolare bene la recensione che sto cercando di scrivere.
Ammetto che avevo il libro in lettura già da qualche giorno e vuoi per una cosa vuoi per un'altra i primi giorni non gli avevo dedicato la giusta attenzione. Questo per farvi capire soltanto che ieri sera tardi (intorno alle 23:00) ero a meno del 30% della lettura e oggi l'o finito in un soffio! Non riuscivo più a smettere di leggere.
La bravura di Fitzek (e che avevo riscontrato anche in La terapia) è la capacità che ha di catturare il lettore e di non lasciarlo più fin quando il libro non è finito. Si entra completamente nell'atmosfera claustrofobica magistralmente creata da lui e se ne esce (forse??) a lettura conclusa.
Avevo capito alcune cose, ad esempio
che il Ladro di anime ricorresse all'ipnosi per indurre le sue vittime nello stato di incoscienza, avevo capito anche che tutto era motivato dalla vendetta e sin da subito 8non so bene perché) ho capito che il professore dell'esperimento e Caspar/Niclas fossero la stessa persona
ma non sarei mai e poi mai riuscita a risalire all'identità del Ladro di anime. NAturalmente come la maggior parte dei lettori ho accusato a destra e a manca prima quel personaggio, poi quell'altro e infine quell'altro ancora; in un certo momento ho pensato addirittura al libro della Christie "dieci piccoli indiani" (e chi ha letto il libro capisce cosa voglio dire) senza però capire veramente dove volesse arrivare la penna psicopatica dell'autore.
E poi la scoperta finale! E ci sono rimasta così
Ho notato che anche in questo libro ritorna un argomento "caro" all'autore (o forse è stata solo una coincidenza...
)
i comportamenti estremi dei genitori nei confronti dei figli e dell'eccessivo amore su di loro riversato. Stessa cosa in "La terapia" dove il rapporto genitori/figli era il motore predominante di tutto il racconto
Non ho ben capito sinceramente (e la cosa mi ha fatto non so perché un certo timore, riportando a galla vecchie paure)
il riferimento ad Anna Spiegel e Victor Larenz i protagonisti dell'altro libro. Forse voleva creare un filo conduttore tra i due romanzi vista appunto l'attinenza del tema genitori/figli??
Boh?? Non mi è chiara questa cosa.
Quello che però mi è chiaro come il sole è che questo libro mi è piaciuto da matti, che Fitzek si è confermato un grande scrittore e che ne consiglio la lettura perché se non lo fate vi perdete un gran thriller.
8,5/10