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Prigionieri del paradiso, Aarto Paasilinna

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TOPIC_ICON5  view post Posted on 24/2/2014, 08:13
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civettina curiosa

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Prigionieri_del_paradiso_-_Arto_Paasilinna2

CITAZIONE
Un aereo su cui viaggia una missione dell'ONU è costretto a un ammaraggio di fortuna in un angolo sperduto dell'arcipelago indonesiano. I superstiti - una colorita combriccola di infermiere svedesi, taglialegna e ostetriche finlandesi, medici norvegesi e piloti e hostess inglesi - riescono per miracolo a raggiungere una spiaggia circondata da una giungla impenetrabile. Superato lo sconforto iniziale e pur senza perdere la speranza di un ritorno a casa, la comunità di naufraghi si dedica con crescente allegria all'organizzazione della sopravvivenza sull'isola: anche se il soggiorno sarà provvisorio, perché non allietarlo con quell'indispensabile superfluo che dà sapore alla vita? Un frigorifero ricavato dai giubbotti salvagente, una sauna, un consultorio per la diffusione dei metodi contraccettivi o, perché no, una distilleria clandestina. E se proprio alla fine bisogna salvarsi perché non farlo lanciando un grandioso S.O.S. allo spazio? Un governo democraticamente eletto stabilisce le regole della comunità: ridistrubuzione della ricchezza, assistenza medica gratuita, niente denaro e casa per tutti. Gli abitanti, giorno dopo giorno riescono a creare a un'assurda quanto equa micro-società ideale. Grazie al suo humour irriverente e ai suoi personaggi ribelli, Paasilinna rivisita il topos letterario dell'isola deserta e sembra dire, tra le righe, che i nordici anche messi su un'isola sperduta finiscono comunque per costruire una società giusta e comunitaria.

Titolo originale: Paratiisiaaren vangit
Prima edizione: gennaio 2009
pp. 208
Casa editrice: Iperborea
Nazione: Finlandia
Traduzione di: M. Ganassini
Collana: Narrativa
ISBN: 9788870911770
Prezzo di copertina: € 15,00

Edited by AISHA* - 16/12/2016, 16:36
 
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view post Posted on 26/2/2014, 08:13
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civettina curiosa

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Il bello di questo libro è che potrebbe sembrare una storia banale dalla trama, incidente aereo con superstiti nell’isola deserta, invece non lo è affatto. Questa gente, molto variegata a livello di lavoro e storie personali, si ingegna in qualsiasi maniera per rendere la vita nell’isola il più agevole possibile, non mancano nemmeno gli “extra” tipo sauna, frigo e distilleria clandestina. Storia veramente piacevole. Sono contenta di aver dato a Paasilinna una seconda possibilità dopo Piccoli suicidi tra amici che che non mi aveva pienamente convinta, per questo non ho assolutamente dubbi, è promosso, magari non a pieni voti ma è sicuramente meglio dell’altro. La presenza dell’epilogo a fine lettura è stata la ciliegina sulla torta, per una curiosa come me è stato davvero piacevole sapere cosa ne è stato dei protagonisti dopo qualche anno dalle vicende narrate.
 
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spartak4
view post Posted on 9/10/2014, 14:20




Non mi aspettavo molto da questo libro, forse perché l'ho comprato per pochi € (usato), forse perché stranamente è un Iperborea uscito per la Mondadori, cosa assai strana perché penso sia stato l'unico ad uscire per la Mondadori. Forse non mi aspettavo molto perché non è considerato uno dei suoi migliori, il secondo (o il terzo se si considera un suo vecchio libro del 1964, classificato su Wiki come "non fiction") uscito nel 1974. Avevo letto da qualche parte che "decolla" con il libro successivo, il suo più famoso (L'anno della lepre), che a me non è piaciuto.

Bene, partendo da questo presupposto il libro mi ha sorpreso, leggero, ironico, si legge in due giorni e ci si spancia dalle risate, ma ci sono anche i momenti di riflessione sulla vita moderna, siamo negli anni '70, bene o male l'inizio dell'era moderna come la viviamo oggi. Bello anche il finale, come dice greeneyes, non me l'aspettavo quell'epilogo.

Magari se uno vuole conoscere questo autore, sarebbe più opportuno partire da "Il bosco delle volpi", che a me è piaciuto moltissimo. Questo effettivamente è più... boh, non so, forse acerbo? Ma non è nemmeno vero, perché i temi cari all'autore ci sono già tutti. La fuga dalla modernità, il contatto con la natura, il senso della vita... e l'alcool.

Ah, in questo libro del 1974 (l'edizione italiana chiaramente è molto più recente), c'è già tutta l'ossatura della serie tv LOST..., secondo me JJAbrahams questo libro l'ha letto :)
 
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view post Posted on 17/3/2024, 16:19
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Letto per la sfida, davvero una lettura piacevole! Ricorda molto la serie Lost, come già stato detto.
è interessante vedere come tutti si ingegnino per utilizzare al meglio le risorse locali e quello che gli è rimasto dall'aereo, anche se ho perso il conto di quante volte siano stati utilizzati i giubotti in qualche modo..ma quanti ne avevano? :XD:
sarebbe bastato davvero poco per permettere a chi voleva di restare là..bastava fare finta di niente quando non si sono presentati all'appello, ma chissà se avrebbero continuato a vivere nel loro paradiso o se la guerra sarebbe arrivata anche lì

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view post Posted on 17/3/2024, 21:14
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権叔父

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Secondo me in un certo senso Paasilinna voleva far vedere come gli essere umani nonostante preferiscano naturalmente vivere in società sicure sono d'altronde "obbligate" ad essere civili e non possono sottrarsi a questo onere vivendo da selvaggi su un'isola senza un ordinamento giuridico ed una società gerarchizzata, è come se nel mondo moderni gli esseri umani fossero tutti obbligati a reprimere la loro parte più selvaggia (e non uso questa parola in senso negativo) perché le persone che li circondano hanno deciso che è più sicuro così, un tema già affrontato in L'anno della lepre anche se in maniera diversa: per questo nessuno poteva sottrarsi all'"abduzione" forzata dall'isola, perché il potere della Società per il singolo umano è incontrastabile, così come una formica non si può opporre alle leggi che soni dettate per l'intero formicaio.

Sono passati un po' di anni da quando ho letto il libro ma mi ricordo di due impressioni vivaci che mi ha lasciato. La prima è l'idea che su un'isola deserta gli esseri umani spontaneamente creerebbero un prototipo di società piuttosto equa e felice, cosa che filosofi storici psicologi sceneggiatori scrittori e sostanzialmente chiunque negli ultimi tempi si è affrettato a far credere impossibile perché a quanto pare l'uomo allo stato brado è un animale feroce e guerrigliero e meschino e probabilmente secondo la loro ideologia appena atterrati sull'isola probabilmente una parte del gruppo avrebbe schiavizzato l'altra e commesso le cose più atroci. Paasilinna adotta un punto di vista controtendenza molto più positivo e fa vedere come l'uomo possa vivere serenamente anche senza la morsa della Legge, senza per questo scadere nel luogo comune del "buon selvaggio": i personaggi non sono santi senza macchia, sono ancora persone normali in una situazione a dir poco anormale.
Il secondo punto che mi ha colpito è il modo in cui i personaggi di Paasilinna abbandonano la propria vita senza rimorsi e ripensamenti: come anche ne L'anno della lepre, il protagonista di questo libro se non ricordo male non prova nostalgia di casa e anzi si sente piuttosto triste quando viene costretto a tornare dalla moglie, come se la sua casa fosse in fondo una prigione fatta di convenzioni che non lo rende veramente felice.

Mi rendo conto adesso che non ricorodo molto di quello che succede, urge una rilettura!
 
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