Bello e interessante.
All’inizio, dato il tipo di storia, mi ha ricordato La strada di McCarthy ma l’angoscia che mi ha accompagnata nel corso di tutto quel libro qui per fortuna non c’è stata, poi anche il libro ha preso una via diversa. Ci sono state alcune scene piuttosto forti per me
sono rimasta ad esempio molto scossa, all’inizio, con le 2 lotte di Anna con il cane
ma angoscia vera e propria non l’ho mai provata.
La storia praticamente è questa: esiste un mondo devastato da un virus detto la Rossa (sembra partito dal Belgio) che ha ucciso tutti gli adulti mentre sono sopravvissuti solo i bambini. La storia si svolge in particolare in Sicilia, dove Anna, tredicenne, e suo fratello Astor più piccolo devono farsi forza a vicenda per procacciarsi cibo per continuare a vivere. Ovviamente non sarà facile, dal momento che dall’inizio dell’epidemia sono già trascorsi alcuni anni e quindi non è quasi più possibile trovare qualcosa nelle case e nei negozi già pesantemente saccheggiati ma basterà qualche astuzia e anche molta fortuna per trovare ancora qualcosa di commestibile ma soprattutto di lunga durata.
Che Ammaniti scrivesse bene lo sapevo già dal momento che questo non è il suo primo libro che leggo, però che riuscisse a farmi appassionare ad una storia di questo tipo con ambientazione post apocalittica è una novità perché non amo molto questo genere, anzi, diciamo che non lo amo affatto ma ho dovuto leggerne uno per il flash book mob. Diciamo che mi sono fidata dell’autore e ho fatto bene.
Tra le cose che mi sono piaciute di più metto sicuramente il “Quaderno delle Cose Importanti” scritto dalla madre di Anna e lasciato in eredità ai figli. Il fatto che Anna e il fratello potessero avere già delle nozioni su quello che sarebbe successo in futuro è stato un grande punto a favore della storia, grazie a questo Anna ha imparato molto molto e molto altro lo ha imparato semplicemente cercando di sopravvivere.
Bella la prima parte perché ci si fa un’idea della storia e dei personaggi, bella la seconda perché c’è la ricerca
, ma quello che mi è piaciuto di più è stato il nuovo incontro del maremmano con Anna anche se ovviamente alla fine mi ha fatto piacere scoprire che Pietro era riuscito a portare in salvo Astor.
Nella terza parte c’è invece la speranza
, di poter andare via dall’isola per trovare gente che possa curare la Rossa, peccato solo per Pietro. Bellissima la scena con Coccolone che dopo essersi rifiutato di salire sul pedalò li ha poi raggiunti a nuoto. Lo dico sempre io che quando ci sono dei cani nelle storie si provano emozioni particolari e quella scena ne è la prova.
Il finale mi è piaciuto, in una storia come questa non avrei voluto leggerne uno diverso da questo.
Bravo Ammaniti, come sempre.