| | Diluvio di fuoco, René Barjavel | |
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| | CITAZIONE Questo romanzo ci porta nel 2052, fra un'umanità che, pur avendo capito i pericoli corsi nell'era atomica, e avendo sostituito alle forze della disintegrazione dell'atomo quelle dell'energia elettrica in migliaia di nuove applicazioni, s'è allontanata dalla natura, dalla terra, dalla fatica, fino a non ricordarsi più che cosa sia un animale da macello o un covone di grano. E' la storia apocalittica di un nuovo Diluvio. Un diluvio di fuoco. L'elettricità ha subito una mutazione, e da tutte le macchine costruite dall'uomo scocca l'incendio. Favorite da una anormale ondata di calore e di siccità, le fiamme dilagano ovunque, creando il deserto dove passano. In questo caos, un gruppo di amici con le loro donne cerca uno scampo verso il sud della Francia, dove piccole comunità di contadini, che non hanno voluto cedere al progresso, continuano a coltivare i campi con gli antichi sistemi. L'autore ci fa seguire questo gruppo attraverso mille pericoli, terribili avventure, sofferenze disastri d'ogni genere. Il lettore rimarrà colpito da questa terribile epopea, da questa visione raccapricciante, e che sembra profetica di un purtroppo probabile futuro. Titolo: Diluvio di Fuoco // Ravage Autore: René Barjavel Prezzo: € 3,00 Anno: 1998, 1 Maggio Dimensioni: 190 pagine Editore: Mondadori Collana: I Classici di Urania ISBN: 10A000068173 4/5 – Non fermarsi alla prima chiave di lettura Sarebbe troppo facile classificare come ‘banale’ quest’opera, a prima impressione farcita di stereotipi e generalizzazioni che farebbero solo sorridere il lettore del 21° secolo. Questo romanzo nacque in Francia nel 1943, quando la bella Parigi era ancora considerata il cuore del mondo artistico e della cultura, faro d’Europa! Più che normale che la si potesse immaginare ancora tale nel futuro 2052… Ma nel 1943 ci si trovava anche nel pieno della II Guerra Mondiale, i politici che promettevano progresso e democrazia avevano fallito, erano vittime esse stesse di un male più grande di loro, i paesi capitolavano, la tecnologia che avrebbe dovuto portare prosperità e protezione era ora foriera di distruzione e dalle città bisognava solo fuggire in cerca dell’agognata pace della campagna. Aspirare non tanto alla sopravvivenza, quanto ad un futuro più semplice, occupava le menti del popolo, e Barjavel se ne fa portavoce in questo romanzo in cui ogni progresso si rivela alfine vacuo, mentre il nostro destino parrebbe improntato ad una vita più semplice e scevra dalla scienza… Edited by AISHA* - 17/12/2018, 13:12
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