Scelgo "Mort d'un maître de go" di Frédéric Lenormand, che fa parte di una serie di gialli che hanno per protagonista il giudice-investigatore Ti Jen-Tsien, mandarino del VII secolo realmente esistito. Oltre ad essere scritto molto bene e ad avere una trama particolare e ben congegnata, è pieno di riferimenti alla cultura cinese dell'epoca - di cui alcuni aspetti sono rimasti immutati sino all'inizio del 1900 - e della tattica di assimilazione dei popoli conquistati che il Celeste Impero metteva in atto quando conquistava nuovi territori o stringeva alleanze. Devo però ammettere che il gioco del go non mi affascinato per niente!
I candidati sono ben 3, un romanzo breve ma dolcissimo, un'analisi storica sula memoria legata al Bus de la lum, un saggio sul valore dell'eneide durante il lockdown.
In stretta misura vince il romanzo: Aspettando il cielo di Ackerman, la cui brevità non perde in profondità e delicatezza.