Titolo originale La nuit a dévoré le monde
Autore Pit Agarmen (pseudonimo di Martin Page)
Genere horror
Paese Francia
Lingua francese
Prima edizione 2012
Editore Robert Laffont
Pagine 230
TramaQuand les hommes se transforment en zombies, et qu'un jeune écrivain se trouve seul confronté à cette violente apocalypse, il n'est finalement pas si surpris. Depuis longtemps l'homme a fait preuve de sa décadence et de sa cruauté. Aujourd'hui, un pas de plus dans l'abomination a été franchi : il est devenu un monstre anthropophage.
Face à cette nuit de cauchemar, tel Robinson sur son île, le jeune survivant s'organise. Il vit reclus dans un appartement et se croit un temps à l'abri, en dépit des attaques répétées des morts-vivants. Mais la folie de ce nouveau monde fait vaciller sa propre raison. Pour échapper au désespoir, il réapprend à vivre et à lutter, Armé d'un fusil, il découvre avec surprise qu'il peut tuer et qu'il a même un certain talent pour ça. En réinterrogeant son passé, il se livre aussi à une introspection sensible sur sa propre condition et les raisons de ses échecs passés. C'est son inadaptation à la société des hommes qui explique peut-être sa survie à cette fin du monde.
Un roman d'action, littéraire et psychologique, qui reprend les codes du genre pour mieux les subvertir.
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Anni fa avevo visto il
film che hanno tratto da questo romanzo e, rispetto ai vari prodotti dedicati agli zombie, mi era piaciuto per l'atmosfera relativamente tranquilla.
Non abbiamo un eroe che combatte orde di non morti, salvando la bella di turno e/o il piccolo gruppo di sopravvissuti, ma un intellettuale asociale che si ritrova solo e incolume dopo la notte che ha visto trasformare l'umanità in non morti.
C'è qualche differenza tra romanzo e film, il secondo ha scene più movimentate per tenere desto l'interesse dello spettatore, ma sono scene presenti anche nel libro, anche se limitate agli incubi del protagonista.
L'intero romanzo è un lungo dialogo con sé stesso del nostro Antoine, scrittore di scarsa fama, e del suo rapporto con gli onnipresenti e sempre affamati zombie.
Rispetto ad altri romanzi simili (mi è venuto automatico il paragone con
Diario di un sopravvissuto agli zombie di
J.L. Bourne) il percorso di Antoine è molto più credibile.
Depressione, euforia, istinti suicidi e decisione di sopravvivere comunque, nonostante tutto accompagnano la discesa all'inferno e la riconquista di una sorta di normalità, con momenti di ricaduta nella follia fino all'epilogo che offre un piccolo spiraglio di salvezza.
Nell'insieme un approccio un po' diverso e più realistico rispetto ai
colleghi d'oltre oceano.
4 / 5