A fine lettura sono abbastanza perplessa sul libro in generale.
Fino a meno di un centinaio di pagine dal finale avrei potuto dire che c’è stato molto rumore per nulla, ma poi in poche pagine si sono concentrate svariate dichiarazioni, riguardanti un po’ tutto. Giusto per dare un po’ di brio a qualcosa che fino a quel punto era piuttosto “tiepido” per non dire di peggio.
Partirei con il commentare quello che mi è piaciuto, dal momento che ho poco da dire quindi faccio in fretta.
Ho molto apprezzato le parti in cui si parla del Botswana, luogo molto caro a Harry, dove si rifugia quando ha bisogno di staccare dal caos giornaliero e quando deve ritrovare se stesso. Le persone che conosce da tempo e che sono porto sicuro per lui, così come i luoghi, in particolare il delta dell’Okavango, sono davvero speciali e questo si percepisce da quello è stato scritto in proposito.
Mi è piaciuta anche la parte dedicata alla solidarietà, a quanto Harry si sia dato da fare per varie iniziative che ho trovato lodevoli e degne di nota (anche se in certi contesti è facile farlo quando si è un membro della famiglia reale, ma non voglio sminuire più di tanto questo suo lato molto umano che ho apprezzato).
Non ho invece apprezzato tutto il resto, che non è poco.
Che Harry non sia stato un ragazzo modello lo si capiva già da quel poco che avevo letto su di lui prima di iniziare a leggere il libro, però queste pagine mi hanno dato modo di capire che in qualche modo è anche stupido e non poco. Fai parte della famiglia reale, devi sottostare a certe regole e ad un certo protocollo ma tu te ne freghi, bevi, ti droghi, ti diverti in ogni modo possibile poi ti stupisci quando qualcuno ti becca e questo viene poi scritto sui giornali.
Il fatto che ad una festa in costume (a tema coloniale mi pare) decida di vestirsi da Hitler pensando di far ridere mi ha lasciata interdetta. E anche qui c’è rimasto male quando la stampa ha parlato male di lui per questa cosa. Degna di nota la reazione di Carlo che lo ha spedito a Berlino per fargli conoscere un po’ di storia.
E quante volte ha detto che non essere destinato al trono a lui non importava…troppe volte per credergli, direi.
Le ex fidanzate ufficiali sono state trattate bene, non ne ha mai parlato male e questo mi sembra sia un comportamento corretto, che però sparisce di fronte a tante altre questioni trattate in maniera discutibile. Prima tra tutte quella del periodo in cui è andato in guerra in Afghanistan. Io avrei evitato di narrare certi episodi, tipo quello di raccontare che nel corso delle varie operazioni a cui ha partecipato abbia ucciso 25 persone. Che fossero talebani poco importa, non sempre, secondo me, c’era la possibilità di evitare gente civile e soprattutto lui può aver raccontato quello che vuole, mica si possono verificare certe sue affermazioni. Poi ho trovato che questa parte sia durata tanto, troppo.
Avrei anche altro da dire ma sinceramente sono stanca di commentare, non ho particolarmente apprezzato questa lettura ma sono contenta di averla fatta perché così potrò leggerne in giro sapendo di cosa si sta parlando.
Sarei solo curiosa di sapere come mai William chiami Harry con il nome di Harold, dal momento che questo non rientra tra i suoi numerosi nomi, ma non è che sia di così vitale importanza saperlo, si tratta solo di curiosità personale.
Detto questo, ho tanti libri interessanti da iniziare e mi ci butto subito, ho proprio voglia di cambiare aria.
Ciao Harry, a non più rileggerti.