Un mondo immenso, Ed Yong

Autore: Ed Yong
Traduttore: Stefano Travagli
Editore: La nave di Teseo
Collana: I fari
Pagine: 592 p.
EAN: 9788834612903

Sebbene la descrizione in quarta sia molto accattivante, in realtà il libro è perlopiù una raccolta di curiosità ed esperimenti condotti sugli animali per sperimentarne le capacità che ci fanno stupire, divertire e spesso schifare: in questo non si differenzia molto da un documentario.
L'approccio dell'autore è, teoricamente, diverso dalle normali narrazioni naturalistiche: ispirato dal concetto di "Umwelt" teorizzato da Jakob von Uexküll, tenta di capire come gli animali percepiscono il mondo circostante e i propri simili estrinsecandosi dalla condizione umana, cioè si chiede non cosa prova un animale quando utilizza i suoi sensi super sviluppati, ma cosa prova un animale ad essere un animale.
Impresa ardua e fallimentare: come l'autore spesso sottolinea, gli essere umani si affidano così tanto alla vista che l'unico modo che abbiamo per tentare di comprendere il mondo degli altri animali è paragonare le loro capacità afferenti con la vista.
Come immaginare quindi come un pesce gatto possa concepire il mondo predominato dai gusti che rileva col suo corpo? O come si sente una tartaruga ad avere un senso innato che le dice dove deve dirigersi immediatamente dopo essere uscita dall'uovo?
Nonostante l'impresa titanica che l'autore si prefiggeva sia risultata fallita, è comunque bello curiosare nelle vite degli animali e rendersi conto che, al di là della vaga compassione che in genere possiamo provare per altri mammiferi, si tratta di esseri e mondi a noi completamente estranei di cui possiamo studiare i comportamenti ma mai pienamente capire gli obiettivi e le motivazioni. Infatti sono particolarmente interessanti i capitoli sulla nocicezione (la capacità di percepire qualcosa di dannoso che stimola il corpo) e la propriocezione (la capacità di localizzarsi nello spazio e saper individuare i propri punti del corpo), che mostrano il divario che c'è tra noi e alcuni organismi: come potremmo noi capire cosa spinge uno scarafaggio a mangiarsi le interiora? Lo scarafaggio ignora il dolore pur di sopravvivere o semplicemente non sente dolore? O ancora: cosa può provare un polpo le cui braccia sono indipendenti dalla testa? Ha per così dire una doppia (o nonupla) "personalità" o semplicemente il cervello centrale cerca di capire cosa fanno i tentacoli e manda comandi al corpo centrale di conseguenza?
Sarebbe interessante ora leggere un libro spinto dall'idea opposta: se infatti l'Umwelt presuppone l'esistenza di mondi scarsamente comunicanti e in cui gli animali non possono comprendersi a vicenda, è però vero che gli esseri viventi vivono tutti immersi in habitat senza confini interni e in qualche misura devono coglierne aspetti comuni.