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Atenaide - una nuova avventura annosa tra i libri! -2024

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TOPIC_ICON1  view post Posted on 3/1/2024, 10:42
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IL MIO DIARIO DI LETTURE 2024
Anche quest'anno continuerò un bel diario delle letture. Credo sia il terzo... non posso non ringraziare questo splendido forum per l'imput datomi e le sue splendide discussioni e le sue belle sfide di lettura. Siete tutti magnifici.
Auguro a tutti voi un anno di letture fantastiche e non importa il numero (lo dico io, ma vabbè, perdonatemi), ma la qualità e il piacere che vi da un libro, indipendentemente dallo spessore e dal formato.. quel che conta è quanto una parola risuonerà in voi e ci resterà, coltivata dalle vostre emozioni, dalla vostra curiosità, dalla vostra intelligenza.

GENNAIO 2023
1.Ninfee nere di Bussi. Pensavo fosse un giallo, ma sono stata piacevolmente imbrogliata. il romanzo di una vita, di tre donne, di un tempo che non vuole passare (come il cane) e di sentimenti che si muovono su uno stagno. Mi hanno incuriosito tutti i riferimenti a Monet e li ho approfonditi, è stato davvero interessante! Grazie per il bel consiglio di lettura, ne tenterò altri di Bussi senz'altro!
2.Il mistero della finocchiona a pedali di Cecchini. Romanzo stile malvaldesco: cibo, territorio, detective molto strani e poliziotti da macchietta. Divertente, tipo ricreativo, ma nella di che.
3. Piero fa la Merica di Malaguti. Malaguti ha degli stilemi narrativi che parlano di nostalgia, di innocenza perduta, di un tempo spezzato che cerca di tornare, invano, se non nell'anima propositrice dei suoi personaggi. Questo romanzo si sofferma a parlare dell'Italia del nord, zona veneta, di povertà assoluta e di un sogno: la Merica e la sua terra. Parla di una ragazzino che troppo presto guarda in un nido di merli e si assume la colpa di uccidere pulcini implumi per mangiarli con la povera polenta, esonerando il fratellino dal farlo. E quel senso di innocenza uccisa lo perseguiterà pure nel Brasile vero, terribile, possibile, doloroso, sia per lui, che per i coloni, che per i "bulgre". E ci sarà sangue, perdite, dolori, ma la sua storia si chiuderà quasi con un cerchio perfetto: con un bagliore che, spento, ne accenderà molti altri. L'uso del dialetto veneto nella narrazione e la cadenza quasi dialettale della vicenda regala uno scorcio sull'emigrazione dei nostri italiani. Non a caso in Brasile si parla il Talian a tutt'oggi e per chi mastica il dialetto veneto perfettamente comprensibile. Si comprende anche la sofferenza dei popoli amazzonici, vittime dei cacciatori bianchi, che, sorpresa, di recente hanno vinto una battaglia legale contro lo stato brasiliano per tenersi le loro terre. Adoro Malaguti e ne leggerò altri di suoi.
4. Il nome della rosa di Eco. Che dire? una meraviglia, soprattutto dopo aver letto il commento ragionato che l'autore stesso ne ha fatto. Lui voleva un narratore ignorante, voleva un labirinto semantico, non voleva un giallo fine a se stesso, ma un ambiente dinamico, culturale, religioso, intensissimo in cui addestrare un nuovo tipo di lettore. E con un gioco di specchi (il ritrovamento del manoscritto poi esso ricitato e ripreso-Adso che da vecchio ricorda quel periodo e a volte i due Adso coincidono, in altre uno giudica l'altro o le persone dell’epoca in latra luce rispetto la sua versione giovane). Potente è l’immagine della biblioteca e del labirinto (che Eco dice d'aver pensato per molto tempo), ma questo giro (è la terza rilettura), ho apprezzato la parentesi religiosa e tutti i dialoghi sulla fede, sui semplici, sulle verità religiose e sulla loro interpretazione, in lato e in basso. Ma pure il discorso dei lebbrosi, che vale anche per la politica di oggi. Lo ricordavo pesante, ma l'ho sbranato, perché il gioco narrativo è diabolico: scoprire chi era Dolcino a piccole dosi, di rivelazione in rivelazione. vedere come la fede crea lussuria e interpretazioni opposte dello stesso messaggio, ci fa capire che non si smetterà mai di discutere di fede (un prete ha dato a papa Francesco dell'usurpatore di recente!). ho apprezzato che un testo così pregno fosse leggibilissimo, in tutte le sue sfumature.
Nota di colore divertente: l'ho preso dalla biblioteca e chi c'era prima di me aveva segnato dialoghi, indizi e punti esclamativi. è stato quasi divertente seguire la falsariga del lettore-detectve precedente!
5. Kennedy : fu vera gloria? Amori e potere di un mito di Vespa. Vespa è un giornalista capace di sintesi, armonico collegamento tra el fonti, spiegazioni non pedanti e controllo dell'argomento. I suoi capitoli mirati, sintetici ma efficaci e le fonti citate senza appesantire, ma in continuità argomentativa, lo rendono leggibilissimo e piacevole, nonchè fonte di informazioni e di elementi culturali. Scopriamo, in questo saggio, la famiglia del celebre JFK, la storia del suo matrimonio; la bella e capace Jacky, che di segni ne lasciò molti; l'insospettabile Marilyn; le vicende di politica interna con Martin Luther King e di quella esterna con le difficoltà nel sud-est asiatico e a Cuba; la cartella clinica del presidente e la sua vita sregolata, e, infine, la storia del suo assassino e dell'assassinio celeberrimo. Scorre veloce, questo Vespa, ma merita davvero.
6. Va', metti una sentinella di Lee. Sono passati anni dal celebre libro, qualcosa non è stato ripreso (in questo Atticus la causa l'ha vinta e Jem non è storpio), il resto segue le vicende di Scout, che ventiseienne, torna a casa per le vacanze. é studentessa a New York e non torna spesso a Maycomb, rimasto luogo della sua infanzia. Ma siamo negli anni '50 e la città comincia a cambiare, sia socialmente (c'è una nuova classe operaia e le vecchie famiglie vendono terreni e case di famiglia), che a livello di edilizia (e la famiglia Finch lo sa). Politicamente lo scontro tra suprematisti bianchi e ferocissimi sindacati dei neri scatena scintille. In quest'ottica, Scout scopre come non ha mai visto suo padre se non come la sua sentinella, che ciò in cui credeva erano semplificazioni dell'infanzia, che non può trinciare giudizi netti e che, seppure tutto cambi, qualcosa resterà sempre e si chiama speranza. è potente da leggere dopo Il buio altre la siepe, perché ricrea valore, ridando forma al passato.
7. The turnglass : la clessidra di cristallo : romanzo di Rubin. Ora, mi ha appassionato superficialmente il fatto che fossero due libri in uno (per leggerli bastava girare il volume, come una clessidra) e l'idea di legare due storie diverse mi era parsa interessante, ma tra la scrittura che resta in superficie e fatica a stare dietro agli eventi, gli eventi stessi che si accavallano in modo assurdo e troppo scenografico (indagini fatte col cavolo che si rivelano vincenti, pestaggi, inseguimenti, esplosioni), un finale poverissimo, non restituiscono nulla se non un debole tentativo di riproporre quelle vere storie in due versioni collegate. Rispetto Vita dopo vita della Atkinson o Storia di due anime di Landragin, è davvero scadente, tanto più che lo so, ho una buona velocità di lettura, ma quando leggi rapida, saltando veloce nelle pagine, e capisci tutto, allora o il libro è prevedibile o non merita di soffermarsi sullo stile o sule frasi. Bocciato.
8. Victoria e Abdul di Basu. è un saggio ragionato, che spiega in maniera non pedante, citando comunque le fonti esistenti, con una scrittura scorrevole e ben dosata, le vicende di Victoria e Abdul. Chi sono questi due? una è la celebre regina, la suocera d'Europa, l’imperatrice dell'India, che da anziana e vedova si trova insignita del titolo di Imperatrice d'India (che perse Elisabetta II). La monarca si appassionò del paese, della sua cultura, della sua lingua ed ebbe in dono dei servitori indiani, tra cui Abdul Karim, un ragazzo 26enne, che, con la sua posatezza, il suo aplomb, la sua fedeltà alla monarca, ne divenne maestro di indostano e segretario particolare. L’entourage della regina lo avversò sempre, aborrendone i privilegi che riceveva da lei, negli 15 anni in cui affiancò Vittoria, ma lei lo difese sempre, lo riempì di regali e onorificenze, gli garantì un futuro sereno capendo quanto era inviso alla corte, combattendo con i suoi stessi funzionari . Lui insegnò alla regina la lingua e lei la apprese bene, le parlò dell'India, le fece comprendere la questione musulmana che esplose durante la dominazione inglese e dopo l'indipendenza dell'India. Lei lo amò come una madre e lui morì sotto la sua statua, finendo negletto anche dopo la morte. L'erede al trono e futuro re, Edoardo, gestì al sua relazione con maestro della madre in maniera diversa e pure con l'India non riuscì ad avere quel rapporto che la regina madre aveva, tanto era stata venerata dagli indiani. Fa pensare che i nipoti della regina furono i protagonisti della prima guerra mondiale(tra cui il Kaiser che fu al suo letto di morte).
9. I 75 giorni delle Falkland di De Risio. Falkland... le isole della rivendicazione... Di recente il presidente Milei, argentino, cavalcando un'onda storia, ha rinominato le Falkland, chiamandole Malvine, scatenando la replica subitanea di Sunak. Ma perché? questo saggio dell'82 fa capire la vicenda? tutto inizia nel 1500, quando gli inglesi avvistano un'isola dell'arcipelago e prosegue con rivendicazioni successive inglesi e spagnole. Resasi indipendente dalal Spagna, l'Argentina denuncia come suo l'arcipelago e ci si mettono di mezzo i francesi di Napoleone, subito sotituiti dai tedeschi, sia nella prima, che nella seconda guerra mondiale, con scambi navali potenti e relitti di grandi navi che a tutt'ora (una polena nazista a parte, della del graf van Spee, tutta da leggere e recentissima) stanno la, a cui si sono aggiunti quelli della guerra delle Falkland, datata 1982, con tutti (URSS, usa, Inghilterra, Francia, Italia...) a parteggiare o osservare un conflitto che poteva davvero diventare enorme e non un capitolo sul libro di storia. L'Inghilterra rischiò di perdere, il concetto di forza navale cambiò dopo quella guerra, per tutti, rinforzando le corazze piuttosto che riempiendo le navi di tecnologia varia. E i media manipolarono la popolazione, inglese e argentina in modo diverso. Che storia forte, che storia importante. Purtroppo se ne sa troppo poco. Dato che il libro è stato scritto prima dell'89, farò ricerche su dove sono finiti tutti i protagonisti della storia.
10. Follia di Mcgrath, potente, magnifico, così morbosamente teso verso una sensualità e un'amore, che è passione, ragione, errore... il punto di vista è bello perché è già viziato, raccoglie dati da una donna che, seppur passionalmente perduta, conosce bene i suoi polli psichiatri. E ti domandi chi fosse il vero malato, lei nella sua lucida follia, il suo amante artista folle ma potente nell'interpretazione di lei, il marito debolissimo, il bambino fuori posto o l'amico che, credendosi professionale, ha sbagliato più di tutti. Che forza questo romanzo, che intensità emotiva, che torbidi i pozzi di depravazione, amore od orrore che esplora! Stupendo! Leggerò di sicuro altro di suo.
11. A regola d'arte : Libri, quadri, poesie: nuove lezioni sul bello di Sgarbi. Giuro, l'ho preso in tempi non sospetti, prima della faccenda del quadro. Allora, tra leggi varie da lui postulate e capitoli brevi ma intensi e ben argomentati, con sfoggio di cultura, ma senza paroloni inintelligibili, Sgrarbi parla della sua idea di bello, nell'arte, nella letteratura, nei saggi. Spiega il valore morale, mentale, colto, di un'opera che è tutto fuorché che emotiva; parla della vita e di un'arte maltrattata dallo stato, mal gestita dalla scuola, che la rende nemica; parla del valore morale dell'autore, delle persone, della società, citando senza pesantezza Spinoza e altri autori meno noti. Una curiosità: è un testo della biblioteca, del 1999, c'era pure il suo autografo con dedica! quello sì che era inintelligibile...
12. Conclave di Harris. romanzo potente, con un intreccio avvincente, dati storici ben inseriti in una trama che nemmeno ci si aspetterebbe, al cardiopalma. Un conclave non è mai stato così interessante. Ne leggerò altri di suoi.
13. Agente XXV° : Operazione Kozlov di De Santa, quarto volumino di una serie di spionaggio cruda e arcisintetica. Il nostro agente torna a farsi il mazzo con un capo bruciato dai servizi segreti russi e poi reintegrato. C'è un riferimento non molto velato a Putin e tanta strana gastronomia. Avevo apprezzato i primi libricini della serie, ma ormai non li capisco più, e non nel contenuto, nella forma e nella schietta volgarità.
14. Le cinque porte : due nipoti e un nonno sui sentieri dei boschi : un romanzo per tutte le età di Corona. Libro per ragazzi, ma pure per adulti. C'è un nonno, l'alter.ego di Corona, che porta i due nipoti di 15 e 10 anni in montagna, in ogni stagione dell'anno, varcando con loro queste quattro porte. E ogni elemento naturale diventa motivo di un confronto e di una ricerca di senso tra un uomo che non crede di essere nonno e lo sa che non sarà mai come il suo, di nonno, e i suoi nipoti ipertecnologici da istruire e guidare con gli insegnamenti della natura. Ci sono riferimenti anche a vissuti adulti, molto belli. E poi c'è un'ultima porta che non svelo. I bei disegni sono di Matteo Corona, il figlio. è breve ma potente, questo libricino e aiuta anche i più grandicelli a capire il mondo e a capirsi.
15. Bellissime! : le donne dei sogni italiani dagli anni '50 a oggi di Vespa. Vespa è un giornalista che ha fatto del costume la sua vocazione e con sensibilità attenta, una prosa scorrevole e tanta esperienza del mondo dello spettacolo, con una gestione equilibrata di narrazione e fonti citate, ci introduce al mondo delle bellissime. Si comincia con la Lollo e la Loren e si seguono i passi di un mondo che, man mano, ha fatto della bellezza e del corpo femminile quel che sentiva di fare. Dalla bellezza sensuale e coperta, si è passati a figure più o meno erotizzate, più o meno scoperte, in una carrellata che va dalle Kessler e le loro celebri gambe, alla Dellera, all'Antonelli, alla Koll, alla Marini, per concludere con due bellezze diverse, che si inseriscono bene nei desideri dell'immaginario comune trasposto nello schermo televisivo e non: Belen e la Leotta. è un bel viaggio, che mi ha fatto capire tre cose: la prima è che l'epoca fa la bellezza e non viceversa, la seconda è che Tinto Brass non solo corteggiava le sue muse per farle recitare, ma pure loro lo cercavano per essere lanciate e che l'uomo in generale sa descrivere di donne diverse, tipi di fascino diversi, ma tutti unici. Ogni epoca ha i suoi nudi, sempre, ma alcune attrici si sono smarcate dal nudo iniziale per fare latro, altre, invece, non hanno trovato un equilibrio morale, psichico, personale, nel mondo dello spettacolo che poco perdona. è uno di quei libri che consiglio, perché ci fa capire come mai siamo arrivati alle nostre bellezze attuali da scherno.
16. L'ascensore di Prijedor di Cvijetic. Forse avrei dovuto leggere prima "capire i Balcani occidentali" per comprenderlo meglio, ma tant'è. è un romanzo breve, sospeso tra prosa e poesia libera, in cui si narra la vicenda vera di un condominio sito nei Balcani, popolato di moltissime famiglie, un vero microcosmo umano. E ci sono persone diverse, storie da raccontare legate al passato titino e poi Dayton, la guerra nei Balcani, i tradimenti, le spie, le defezioni, le morti, le rappresaglie. Restano, alla fine, solo le anziane madri di figli morti da soldati o da vittime civili o sfuggiti per farsi una vita in altri paesi. Sono sole, ricordano, condividono quel che resta, mentre i loro figli si sono fatti la guerra. è un romanzo con troppi nomi strani, troppi capitoli dispersivi, troppi riferimenti che non capisco perché troppo locali, ma si sente l'aria di tragedia che scorre sotto le parole e il dolore che l'odio porta in una comunità umana.
17. La setta di Lazzaro di Crane. L'autore ci porta a scoprire sincretismi religiosi profondi ma ben romanzati. Tutto comincia quando Grozio inaugura un viaggio in oriente, per scoprire ciò che il suo maestro, bruciato sul rogo come eretico, voleva approfondire. E nella sua ricerca è guidato da un cinese, emissario del celeste impero, con i suoi scopi. è un uomo pieno di dubbi, che cerca qualcosa di potente, qualcosa che ha a che fare con il diario di Marco Polo e con Gesù. alla sua ricerca si alterna quella di Lazzaro, che, risorto senza un perché, viaggia sui passi del suo Maestro e amico, con labili indizi e povere rivelazioni, andando a ritroso nella vita di Cristo, per scoprire l'origine di un potere terribile in mani sbagliate, e, strada facendo, incontra ex apostoli, credenti perseguitati, guariti a cui Cristo lasciò qualcosa. è un viaggio nella spiritualità, nell'avventura, che si spinge a fondo ala ricerca di dinamiche curiose e potenti. questa rilettura l'ho adorata, perché mi ha ridato tanto, a livello narrativo e di curiosità intellettuale.
18. Il secolo autoritario : perché i buoni non vincono mai di Mieli; Mieli inizia interrogando i regimi noti del passato, fascismo, nazismo, i loro dissidenti, il piano Molotov-Ribbendrop; poi studia nel passato tracce di autoritarismi, quello romano, quello persiano, un papa sospetto, la storia di Simonino; l'ultima parte del libro si interroga su oggi: come siamo messi? Le statue cadono in nome di una vendetta postuma di secoli; i carnefici fioriscono perché sono tutto sommato persone normali in tempi straordinari; il pensiero woke soffoca se stesso mentre nuove ideologie prendono piede, distruggendo abilmente le altre.. a questo punto sorge spontanea la domanda dell'autore: che il secolo autoritario, visto il fallimento conclamato della democrazia, non sia il nostro? Testo interessante, ma a tratti pesante.
19. Quando la nostra terra toccava il cielo : una saga tibetana di Lama. va bene che l'autrice ci ha messo un decennio per scriverlo, ma devo dire di averlo trovato un romanzo non godibile. Il tema è quello degli esuli tibetani, a causa dell’invasione cinese, e del malessere loro e dei loro eredi, bambini nati in Nepal, senza patria, senza futuro, perennemente profughi. Il tema della statuetta votiva, legata alla religione come parte di una tradizione inscindibile dall'essere tibetani e popolo, è potente, ma la narrazione scivola spesso e volentieri in scene patetiche, in una serie di eventi raccontati o con un’inutile dovizia di particolari di stati d'animo che trattati a lungo risultano melensi o in capitoli che, non contenti di raccontare il punto di vista pesante di un personaggio, rivivono la situazione abusando di altri tre personaggi che, con lo stesso lessico e lo stesso andamento narrativo (almeno potevano essere diversi gli stili!), torna e ritorna sulle medesime vicende. Il finale è patetico, non dico telefonato, ma poteva essere più potente, se non ci si fosse messa di mezzo tutta la parte narrativa precedente con troppa gente che parla, vive e sente troppo e la chiusura, fatta dalla ragazza, che risulta costruita e per questo prepotente. è pure un libro nuovo, con una tematica forte e dolorosa, ma l'ho trovato troppo vittimista.
FEBBRAIO 2024
1. L'orologiaio di Everton di Simenon, altra rilettura di Simenon, stavolta c'è un padre alle prese con una paternità che nega quella che ha avuto e che si trova a riflettere sul rapporto che ha con un figlio che per amore e ribellione, ha fatto un colpo di testa estremo, finendo col diventare com’era lui: una persona capace di spezzare gli schemi, ma col prezzo da pagare nel diventare un "guerrigliero" tacito e consapevole di un errore tragico: quello che gli fa capire che il fallimento è un destino di famiglia. Quant'è potente questo Simenon. Ne rileggerò un altro di suo.
2. Il marchio di Giuda di Rollins, eccoci al quarto capitolo della saga, in cui compare Kowalski con la sua personalità poderosa, laconica e la sua carica di simpatia; Gray vive il dramma di coinvolgere i genitori nella sua vita lavorativa pericolosa;. Seichan si rivela essere una spia dal triplo gioco e Monk... Nel mezzo c'è Marco Polo, ciò che non ha scritto nel suo Milione, una città dei morti, una pestilenza globale. I tempi di fughe, sparatorie, esplosioni, si sposano e interrompono rivelazioni che vengono sempre al momento giusto. Che belal questa rilettura della serie! il prossimo sarà: l'ultimo oracolo!
3. Cuore di tenebra di Conrad. Ora, devo ancora leggerne le pagine critiche scritte in numeri romani, ma devo dire che come romanzo è essenziale e, seppur dia immagini potenti di un Congo selvaggio con abitanti ritenuti simili ad animali tanto sono descritti come feriti, emergono pure le ombre dell'animo umano e sono molto nere. La forza di questo piccolo racconto è tanta, ma la modalità narrativa è veramente tanto discorsiva e a tratti dispersiva. Non mi ha dato l'idae del capolavoro, ma cambierò idea leggendo qualche nota critica.
4. L'uomo che parlava alle statue : la storia di una famiglia, la storia di Trieste di Weber. Weber racconta al storia della sua famiglia con capitoli brevi, riflessioni mirate e descrizioni sintetiche ma efficaci. è uan famiglia che vive sulla sua pelle la multiculturalità triestina, stretta tra italiani, tedeschi dei sudeti e sloveni, con un nonno sloveno, la nonna italiana, la mamma che predilige il tedesco del marito e tra di loro il passaggio di mano tra l'ex impero austro-ungarico, la Germania prima del Kaiser, poi di Hitler, la seconda guerra mondiale che rimescolò le carte, creando odi e rancori, per finire con le truppe titine. in questo contesto gli eroi noti Oberdan, Sauro, Battisti, diventano bandiere al vento di critiche famigliari e condominiali ferocissime e impietose, perché, ci spiega Roberto, figlio di questa Storia e di queste storie, le statue non sono oggettive, ma fotografie di rapporti di potere esistenti. Restano i legami famigliari e le persone, che, nelle tempeste storiche, sanno lasciare traccia di sé in chi viene dopo.
5. La lampada del diavolo di McGrath. Rilettura che mi ero scordata di aver fatto! il libro parla di un uomo ormai anziano che aveva fatto parte della brigata internazionale in Spagna e che lì, in una circostanza che a distanza di anni gli pesa ancora sul cuore, ha perso una persona speciale. è un uomo con un senso di colpa enorme, con ricordi difficili che comunque evoca, perseguitato da un ghul di un uomo orrendo e morente. è una Spagna terribile, quella dei suoi ricordi, ma una circostanza particolare lo porterà a tornarci dopo molto tempo e a fare un gesto eclatante, ma sarà quel gesto a dargli la pace e a darla pure ad uno spirito inquieto. Bello questo racconto in prima persona di McGrath (di cui alla fine si scopre la genesi, un libro nel libro). Non così profondo come follia, ma capace di evocare sentimenti veri, tragici e con un narratore inaffidabile rende il patimento di un animo che vede cose impossibili che sono o vere o gli spettri che agitano la sua anima. Davvero bello. Ne proverò un latro di Mc Grath.
6. Il respiro del buio di Lilin. L'ho letto pronta a scartarlo, ma ne sono rimasta colpita. è la storia simil-autobiografica di Lilin, che, uscito dall'esercito durante il conflitto ceceno, fatica a reintegrarsi nella società, un po' per problemi di adattamento post-traumatico, un pò per la reticenza dei civili spaventati dal suo libretto militare. Vediamo al figura del nonno Nicolai, siberiano vero e visiteremo la Taiga, stupenda ma pericolosa. Il nostro si troverà a lavorare in una situazione più grande di lui, tra militari con ideali alti e affari bassissimi. Il finale è troppo riassunto, ma la schiettezza del linguaggio, che sfiora la poesia nella Taiga, la narrazione stringente, i dialoghi efficaci, rendono questo testo davvero leggibile. Leggerò di sicuro Educazione siberiana.
7. Rondine, vento, stella : romanzo di Ling. Stupendo, magnifico, toccante, potente. è una di quelle letture che non ti aspetti ma nella quale inciampi raramente nella vita e che non dimenticherai mai. è una storia potente, tragica, che si intreccia con la Storia della Cina. Siamo nella seconda guerra mondiale, i giapponesi invadono la Cina retta dal Kuomitang (Mao è ancora un pesce piccolo) e seguiamo i racconti di tre spiriti, rispettivamente un pastore protestante americano ma che da anni vive in Cina, un giovane soldato americano e il suo cane (e pure lui e la sua compagna cagnetta faranno parte della storia!) e un giovane cinese rimasto tragicamente orfano di padre e che si trova a voler combattere contro i giapponesi. Questi uomini si incontrano in un campo d'addestramento e legano subito, ma non parleranno tanto di loro, ma di lei, la protagonista indiscussa di questo romanzo. Lei è una ragazza che deve crescere velocemente: ha perso il padre, la madre, l'onore, l'amore, ma ogni volta è risorta sempre più forte. Questi uomini la conoscono in ogni fase della sua vita e ad ognuno di essi corrisponde un nome che le danno: rondine, come una ragazza libera e ridente, spensierata, il suo passato; vento, come la forza di una giovinezza indomita, di una bellezza in fiore, il suo presente; e stella, come colui che l'ha raccolta dal fango e dalla miseria per volerla far splendere sempre di più accanto a lui. Sono ciechi, egoisti, incapaci di amarla come meriterebbe Le danno poco, lei rende loro di più. Toccante l’ultima scena in cui la incontrano di nuovo e la circostanza rende l'idea di come lei sia e fosse. La scrittura è scorrevole e accompagna i vari capitoli in cui i tre uomini intrecciano come un puzzle impreciso, le vicende della vita di questa ragazza. è un monumento alla forza, alla resilienza, che questi uomini provano a fare a Rondine-Wende-Stella, ma si capisce che non ne sono capaci, la vera anima della donna è sempre e solo sua.
8. Non lasciare la mia mano di Bussi. Questo è il secondo di Bussi che leggo dopo le ninfee nere e devo dire che è amore! Ho trovato la location dell'evento splendida e ben descritta, a livello etnico, umano, politico e amministrativo, ma senza pesantezze. Tutte le informazioni sono incanalate nel rapido torrente di una narrazione in cui la navigazione del lettore sarà rapidissima ed emozionate, ricca di scogli e di sorprese, ma di smorte. I personaggi emergono tra gli eventi rapidissimi di una narrazione al cardiopalma e la rivelazione finale sarà quantomeno potente e stupefacente. Che bella lettura! Ne tenterò altri di Bussi.
9. Ridi a creepypelle di Pera Toons. Pera Toons fa gli anni al parco di divertimenti più spettrale che c'è, ma la sua amica è rapita da un tipo losco che sfida Pera a una sfida di battute. Chi vincerà?
10. Sfida all'ultima battuta di Pera Toons, un vignettista italiano, attivo su varie piattaforma tra cui un divertentissimo canale youtube, fa della vignetta il suo stile ridanciano. In questo episodio Pera Toons, il suo alter ego bidimensionale, ha un nemico di battute, uno nuovo in classe. Come farà a far risorgere la furia comica che c'è in lui? divertente e leggero.
11. Ridi che è meglio di Pera Toons. Un libro game e un libro di scenette da freddura, possono convivere? Eccome! tra battute più o meno fredde, si arriva ai finali e alla storia fumettata dell'autore di Pera Toons, un tipo autoironico alla massima potenza.
12. L'enzima Matusalemme di Steward. Prendere uno scienziato, Mentius, che scopre un enzima per ringiovanire davvero, chiamato Mentosio e con esso fa una scoperta costosa ma rivoluzionaria. Prendete tre vecchi che hanno paura di perdere non solo la loro presenza, ma pure la salute, la vita, un mondo di affari e sono un'ex attrice degli anni 30-'40, uno squalo della finanza e un imprenditore in rosso. Prendete i tre accompagnatori giovani che li seguono al castello in Svizzera dove avverrà il trattamento miracoloso: un figlio drogato, un amante pagato con velleità musicali, una giovanissima moglie. E aggiungeteci misteri, cose non dette, rivelazioni fisiologicamente, eticamente, moralmente, economicamente, scientificamente, ben elaborate ma, prese insieme, malsane. E nel torrente di soldi, passioni; disposizioni per un futuro in cui i giovani verranno penalizzati; uno scienziato ama troppo il suo operato, malgrado tutte le resistente morali che dovrebbe avere; finiscono nel vortice i giovani accompagnatori. Una di loro, la moglie dell’imprenditore, comincia a fare domande e capire. Il finale è un vero coup de teatre, leggere per credere. penso sia un testo ormai fuori catalogo da decenni, ma alla luce dei tanti discorsi che oggi si fanno per sconfiggere la vecchiaia, è una bella lettura, che vira tra il thriller ed esplicitazioni di vari punti di vista (i vecchi senza scrupoli che si sottopongono al trattamento, il medico ambizioso ma povero, i giovani tirati dentro male a questa storia). è stata una fantastica rilettura
13. La prima guerra mondiale di Sgardoli. è un librettino che racconta in prima persona al vicenda di un soldato nella guerra mondiale. Belle le immagini e il contenuto, seppur edulcorato e riassunto per un pubblico giovane, è presente. Mi ha fatto venire voglia di trovare i video di Barbero su questa guerra, meno nota rispetto la seconda, ma terribile per la carica con cui si è attivata e per lo svolgimento sanguinoso, nonchè per l'impulso che ha dato al settore bellico.
14. Capire i Balcani occidentali : dagli accordi di Dayton ai giorni nostri di Napolitano. una raccolta si saggi che affronta da vari punti di vista le vicende legate ai Balcani Occidentali, concentrandosi sul crogiolo storico, religioso, sull'eredità politica che pesa ancora molto, ma anche sul percorso che questi paesi, singolarmente, dopo la caduta della Jugoslavia e del comunismo (come nel caso dell'Albania), hanno fatto per avvicinarsi all'Unione Europea, che, dopo il 2015 e la crisi siriana, ha trasformato i Balcani in cani da guardia del flusso dei migranti, senza garantire loro grandi speranze di entrare nella CE. Con la presenza di americani (per la questione kosovara) e di russi (schierati con la Serbia), l'influenza europea sta perdendo terreno e fascino. è comunque una penisola ricca di storie, di tradizioni religiose, culinarie, un crogiolo di popoli, una realtà che potrebbe trovare sbocchi positivi, riappacificandosi con le sue memorie politicizzate e polarizzate.
15. La strada del Donbass di Zadan. un romanzo che, dice il risvolto di copertina, è di un autore pluritradotto, quindi, ho concluso, capace ed efficace, nonché piacevole. Tutto sbagliato. Lasciando passare l'ambientazione difficile, con persone che usano la violenza, l'intimidazione e le vittime che si barcamenano in un contesto abbastanza sicuro, tanto da renderle (soprattutto se sono donne) molto capaci di usare ciò che la natura ha loro dato. è un viaggio di un giovane che torna nel Donbass a capire il perché il fratello, gestore di una pompa di benzina nel mezzo del nulla, ma abbastanza remunerativa, vicino alla frontiera russa. Altrove vive spiantato, qui torna in una realtà difficile, in cui le cose sono dette a metà, c'è gioia ma c'è tragedia, si sopravvive più che vivere. C'è molta gente in questo affollato romanzo: mafiosi, violenti tutori dello stato, zombie che disputano partite, gasisti mongoli, mongoli in marcia, un russo su un treno privato che porta merci in un binario privato, una lobby violenta di coltivatori di campi che se la prende col cane di una ragazzina. Non è un bel mondo, quello che ci descrive l'autore nell'Ucraina del 1990, ma, a parte il tema, è lo stile a non dare speranza. descrizioni troppo lunghe, dialoghi colmi di parolacce (alla faccia del realismo narrativo), lunghi canti religiosi spremuti in paragrafi infiniti, lettere che subiscono lo stesso trattamento; interi paragrafi che sembrano il sogno di un drogato, popolato da gente stranissima; personaggi che sono macchiette, come l'aviatore che vive in una mensa di una base abbandonata e spera di trovare un carro armato sepolto a furia di zappettate; ci sono poi paragrafi di introspezione non pedante, ma a pensiero libero, un caos. Trama quasi inesistente, è un disastro di cose che piovono in testa al narratore in prima persona (che rende tutto troppo caotico) e al povero lettore. Ho dato, ma non meritava. Non capisco se fosse perché non capissi le dinamiche storico-sociali-politiche del Donbass E allora mettere un'introduzione ragionata!) o per la giostra pazza che è stata questo romanzo, su cui non salirò mai più.
16. Giuro che non avrò più fame : l'Italia della ricostruzione di Cazzullo. Il titolo mi pareva divertente, ma poi ne ho scoperto la genesi e la potenza. è la storia della Ricostruzione italiana, dalle macerie della guerra, da una miseria terribile, sociale, economica, che ha spinto molti uomini e molte donne (le cui testimonianze di vita sono raccolte dall'autore in fondo al libro e sono mail scritte da conoscenti di questi eroi silenziosi) a fare questo giuramento, ad accollarsi ogni sacrificio per far ripartire l'Italia.
Era un'Italia di imprenditori noti (Agnelli, Mattei, Olivetti), partiti da poco con la volontà di tirare fuori l'Italia dal limbo degli sconfitti in cui era caduta dopo la guerra.
la vita politica si fa vitale, quando comunisti e cattolici si scontrano e scopriremo con l'autore le figure gigantesche di Togliatti, De Gasperi e Andreotti in tutta la loro umanità.
Quella degli anni '60 è un’Italia di grandi sportivi(tra cui il Grande Torino, Coppi, Bartali), sogno e volàno degli entusiasmi e delle passioni di tutti gli italiani, con i piedi nella miseria e la testa nel pallone o nella bicicletta ; è l'Italia delle grandi dive, della guerra dei vulcani, di Rossellini; è l'Italia di Totò, Macario, di Wanda Osiris, i primi Festival di Sanremo.
è un'Italia ancora bigotta verso le donne, che da schiave di casa (costrette a matrimoni riparatori) di casa diventano poi regine, di artiste sopra le righe e capaci di restarci.
Ma sono anni di ricostruzione dolorosa di Israele, di un'identità indiana definita.
E l'autore continua a chiedersi come mai, ad oggi, pur avendo molto, siamo pessimisti sul nostro futuro. In passato non si aveva nulla, ma la speranza faceva muovere i cuori e i corpi di moli sognatori-lavoratori.
Davvero un bel saggio, di colore, storico, di riflessione. Io ne tenterò altri di Cazzullo, ma d'altra parte, lo consiglio.
MARZO 2024
1. Jane Eyre di Bronte. Romanzo celeberrimo che ho letto perché era ora, dopo averne troppo sentito parlare. L'impressione finale è più che positiva. Sarà stata la traduzione perfetta, che rendeva senza perdersi in speciosi labirinti linguistici (soprattutto le parti dei dialoghi col voi che fioriva), sarà stata la trama arcinota o la narrazione che non pareva simile a quella che detesto della Austen, mi ha colpita positivamente. Ho apprezzato la prima persona, capace di modulare stati d'animo senza scivolare nell'introspezione autoreferenziale, la capacità di raccontare eventi con attenzione, dettaglio, ma anche colore emotivo, il talento di descrivere personaggi con cura e attenzione, ma senza scivolare nel ritratto in pietra, i tempi narrativi adeguati per alimentare il mistero crescente dell'esistenza di Bertha. Ho gradito il dialogo chiaritore tra Jane e Mr Rochester, che era il confronto forte tra due anime ferite. Ho gradito tanto la parte in cui Jane ritrova una famiglia e il confronto forte tra Mr.Rivers e Mr. Rochester, che mette in luce le due anime di Jane, quella impegnata ma con la tendenza a cedere all'impeto altrui, e quella più forte, indipendente, risoluta ma dolce, che sceglie di far crescere e sbocciare accanto a Mr. Rochester. Da notare è il rapporto tra Mr. Rochester e Jane: se lui è molto forte, lei ha avuto modo di trovare spazio accanto a lui e libertà nel modo di essere donna, diversamente, accanto a Mr Rivers, personaggio poco valorizzato, a mio parere, uomo teso verso grandi ideali di sacrificio, che chiede molto a sè e agli altri, tanti da parere disumano, Jane quasi cede, ma si ferma, capendosi sacrificata e sacrificabile sull'altare dei suoi ideali. quella del rapporto con questi due uomini, è una tensione tra sacro e profano, tra ideale impossibile e ideale romantico possibile(Mr Rochester è un uomo buono in fondo, lo dimostrano la sua volontà di avere cura della bambina o di tentare di salvare la moglie pazza in extremis o la dolcezza disperata con cui riaccoglie Jane, ma la sua è una bontà meno ideale e santa). Quanta modernità, cura all'emotività della protagonista, in questo romanzo. Davvero molto bello.
2. Max, cavaliere a metà di Peirce; fumetto divertente, irriverente, che fa battute anche su oggetti e modi di dire dei nostri tempi(la gag della banana è fantastica o anche quella del goldendoodle!), pur essendo ambientato in un medioevo fantastico con re usurpatori, draghi, maghi dalla bacchetta guasta che vengono da una casa di riposo, draghi e uno zio che è... un'oca, ma che di simpatia ne ispira a palate. è una storia che pare banale, ma che nasconde tematiche rese simpatiche ma importanti, come la voglia di non seguire il mestiere del genitore, il desiderio di sognare, l’emancipazione della ragazza, il valore decaduto di tradizioni rigidissime. Simpatissimo.
3. Fiabe alla finestra di Parro Marconi; leggere fiabe da adulti crea dei complessi: ti domandi come, da bambina, facevi a leggere raccontini senza gridare: e allora? embè? e l'insegnamento è dato in maniear così banalotta? Complice l’introduzione entusiasta di Titti Burigana, altra scrittrice locale come la Marconi, ero quasi entusiasta, poi ho ceduto al malanimo dell'adulta: situazioni che sembrano scenette, crescite dei personaggi nulle, tutto che si risolve con facilità assurda, cattivi dai nomi assurdi e poco credibili, trame insignificanti. Aggiungo l scrittura della Marconi, che professoressa, elabora un linguaggio che pare leggero, ma è pesante come un macigno, con espressioni verbali assai desuete. Non sò se sono io come lettrice a non aver gradito trame e stile narrativo e di scrittura, o il fatto che sono proprio fuori taglia, ma credo al prima. Che tristezza di libro.
4. Le storie del quartiere di Lyon, una pena di fumetto. L'altro era migliore, ma questo più che ridere, fa piangere. Passi la grafica solita, coi corpi piccoli e teste enormi e squadrate, passino i personaggi strani a vedersi (è un fumetto dopotutto), ma la narrazione è pietosa. Si passa dal nonnino che per strada si fa di fagioli magici e rompe le scatole pure alle pietre, a Lyon e combriccola, che, senza più case, pensano di svaligiare una banca in maniera incasinata. Che orrore.
5. Come stelle nel cielo di Jamieson e Mohamed. Omar e Assan sono due orfani della guerra somala, il primo, a 4 anni, si trova ad aver cura del fratellino disabile grave ed entrambi vivono nell'immenso campo profughi keniano di Dabaab (www.repubblica.it/solidarieta/prof...illo-380634757/). Questo fumetto nasce dalla collaborazione di Omar, che offre la sua storia difficile ma piena di speranza e di Jamieson, che ha reso in fumetto questa storia potente di vita. E questo fumetto rende, rende tutto, la fame, la disperazione di un inferno a cielo aperto che è il campo profughi, dei diritti calpestati delle ragazze e dei bambini che non hanno nemmeno un libro per andare a scuola; rende la realtà di legami umani e profondi(sollecitati dalla presenza del fratellino disabile), che nascono in un luogo di miseria e disperazione; rende il valore emancipatore della scuola e dell'istruzione, che da al protagonista (eh si, è una storia vera!) la possibilità di sognare una vita migliore, per sé e per il fratello, ma anche per i bambini come lui; rende il limbo infernale degli aiuti internazionali, nei quali, per poter essere trasferiti n altri paesi come richiedenti asilo, servono procedure pesanti e lunghe, che possono spezzare lo spirito di chi non ha più nulla, a parte la speranza;: rende la povertà assoluta, di capanne piccole, di letti che non ci sono, di cibo che non c'è, di una tera a cui non si può tornare, di nessuna tera a cui arrivare. Il protagonista ha un lieto fine, ma quanti migranti stiamo condannando in Africa e nella rotta balcanica o in Turchia ad un simile inferno in terra?
Dietro al semplicità narrativa apparente di un fumetto, c'è una storia potentissima, umana, dolorosa ma forte come la vita che non si arrende mai. Stupendo.
6. La foresta che cammina : le sepolture dei soldati tedeschi, 1920-1970 di Mulazzani. Questo trattato di architettura tratta dei cimiteri di guerra tedeschi, spiegando come la quantità immane di morti della prima e della seconda guerra mondiale rimase dispersa in altri paesi a lungo. La prima guerra mondiale, infatti, lasciò sui campi di battaglia di Russia ed Europa troppi morti, ai quali si aggiunsero quelli della seconda, generando un numero imprecisato di cimiteri sparsi in paesi che non erano la madrepatria dei caduti. Era naturale seppellire nel luogo della morte, ma il fronte si muoveva e con esso i cimiteri estemporanei fiorivano. Con il primo dopoguerra la Germania fondò un ente, attualmente esistente, che si occupa di gestire i cimiteri oltreconfine e di costruire i sacrari, luoghi in cui i dispersi o i resti umani (molti, troppi, sono soldati ignoti) vengono raccolti. E i cimiteri di guerra diventano per la Germania, prima un modo per mostrare la sua potenza bellica con strutture che sono fortezze e mostrano quello spirito tedesco di forza, dando l'idea della foresta che cammina, metafora legata all'esercito e alla sua natura folta e pimordiale, come la foresta tanto amata dai tedeschi. Poi, dopo il nazismo, si ridiscute il valore dei monumenti cimiteriali, passando dal Sacrario di Passo Pordoi, minaccioso e imponente, a quello di Futa col suo muro e la sua montagna di morti, a quello di Motta Sant'Anastasia, che sfascia il mito dei martiri belligeranti e si apre alla pace e al cordoglio. è stupefacente di come un cimitero di guerra parli a chi lo guarda delle intenzioni di chi l'ha costruito. Noi stressi abbiamo sacrari dovunque, rimpatri a parte e un'associazione, L'Onorcaduti, che si occupa di gestire e manutentare tali strutture. è un mondo affascinate e potente, quello delle sepolture, perché i morti non parleranno, ma gli latri sì che li fanno parlare. E ogni paese ha la sua tradizione cimiteriale tutta da capire, perché siamo esseri umani, la cultura è la nostra seconda natura e intride la nostra vita ma anche e soprattutto, la nostra morte.
7. Momo di Garnier. Light novel carina che parla di una bimba e di un grande lutto, sullo sfondo di un'estate pigra in Normandia, con una ragazza annoiata e un ragazzo del posto che cerca di essere chi non è, ma ci penserà la piccola Momo. un'opera tenera, graficamente non mi è molto piaciuta.
8. Timo l'avventuriero di Garnier. Siamo in un mondo magico, in un villaggio Timo, un ragazzino, tenta l'avventura e se all'inizio è innocente e infantile, poi verrà travolto da un personaggio e una vicenda, che coinvolgerà in parte la sua vita, e lo costringerà a capire, agire, prendere posizione e usare un potere inaspettato: la possibilità di aiutare un personaggio a perdonarsi e a spingere persone adulte e arrabbiate o passive ad andare avanti. è un fumetto che merita, perché ha un valore più profondo.
9. Le isole sommergibili : Il viaggio di Madreperla di Arispe. primo episodio di una vicenda, narra il viaggio di un eroe inaspettato e del suo gruppetto verso un luogo magico e una scoperta tragica. Non mi ha colpito ne la grafica; né la storia, che ho trovato dispersiva.
10. Investigators di Green. Fumetto banalottissimo, più una vicenda stupida e irriverente ad alto tasso di incasinamento. Carina al scena della matita o dell'elicottero mannaro, ma se ne trovassi latri della serie, non li leggerei.
11. Le guerre perdute di Jurij Beljaev di Sautreuil. Questo romanzo è un reportage, che parla della vita di Jurij Belaev, un personaggio davvero vivente che nella sua storia sintetizza quella della Russia, dopo la caduta del muro. Pierre Sautreil incontra Jurij nel Donbass e tra il giovane giornalista francese e il guerrigliero sessantenne, si instaura un rapporto particolare, nel quale il secondo racconta al giovane la sua vita eroica, la sua felice bugia ad alta voce. Scopriremo allora i personaggi sordidi che nel 2014 giravano nel Donbass, le lotte tra fazioni che dovrebbero stare dalla stessa parte, al presenza dei cosacchi, nodo focale della storia russa. E ancora la vita di Jurij, che da poliziotto è diventato mafioso, politico, signore della guerra, combattente con il suo gruppo mercenario nella celebre guerra di Bosnia. E si scoprirà di Putin, dei suoi oppositori, della vita di un oppositore che ne ha passate tante, ma si crede immortale. è quasi un romanzo, più che una storia vera, questo reportage, che porta nel cuore di una Russia che vive e ha vissuto momenti storici a noi occidentali sconosciuti.
12. Enigma di Harris, affascinante e avvincente, racconta la vicenda di Enigma e di Ultra, il primo sistema decrittore del famigerato Enigma, la macchina nazista che celava con codici complessi le indicazioni che erano date alle varie compagnie di guerra disperse per l'Europa e l'oceano Atlantico. La potenza narrativa, il meccanismo con cui gli eventi si incastrano, la vicenda legata al massacro di Katyn (una pesante eredità a tutt'oggi, figurarsi all'epoca in cui il massacratore era Stalin, il nuovo alleato), entrano in una Storia credibile e potente. E infatti è da Ultra che sono nati i pc, di cui oggi usiamo eredi sempre più complessi.
13. Storia di due anime di Landragin. Stupendo, magnifico, spettacolare, intrigante, avvincente, si può leggere in ordine, racconto dopo racconto (ce ne sono tre) o saltando i capitoli delle tre storie, in un intreccio intenso, potente e con un finale tutto da comprendere. è una di quelle riletture che si amano sempre. Lo consiglio a chi vuole tentare un libro alternativo e davvero ben scritto (altro che the Hourglass!).
14. Montagna si scrive in stampatello di Longo. è un libro per ragazzi, in cui il giovane protagonista va con la mamma in una gita musicale classica in montagna. è un bambino che vive tra il padre che è uno stampatello, sicuro, affidabile e la mamma separata che è corsiva, allegra, disordinata, entusiasta. E pure lui in questo viaggio di rifugio in rifugio, tra la neve, la musica classica e persone nuove, imparerà a lasciarsi andare e ad amare sempre di più quella madre gentile e particolare.
15. No sleep till Shengal di Zerocalcare. Fumetto di Zerocalcare che parla di una minoranza religiosa schiacciata in Iran. Intenso e crudo, ma le battute volgari erano eccessive. Il tema, però, è potente e sconosciuto ai più. e bravo Zerocalcare.
16. Il giorno dei morti : Le stagioni del Commissario Ricciardi di De Giovanni; light novel che parla del commissario Ricciardi, nella Napoli degli anni '30, tra Mussolini, polizie che si autosorvegliano e un morto scomodo. Ricciardi farà luce sul mistero che affonda le radici in una società disperata, svelando la miseria, ma pure le luci troppo accecanti, di un mondo apparentemente troppo pulito. Il disegnatore poi si è divertito a fare il Ricciradi febbricitante con la femme fatale di fianco. A parte gli scherzi, c'è uno studio dell'ambiente, dei personaggi, dei modelli, ammirevole e spiegato a fine volume.
17. Finché non aprirai quel libro di Aoyama. è un testo con lo spirito nipponico, con personaggi tratti dalla società giapponese, come la giovane commessa insoddisfatta della sua vita ma incapace di cambiarla, il disoccupato senza motivazione, il pensionato che si sente inutile e improduttivo, la giovane madre che si sente gettata lontana dal mondo competitivo del lavoro. il giovane impiegato col sogno di aprire un negozio di antichità. Sono persone che hanno perso l’orientamento nella vita e ne soffrono dolorosamente, finché non incontrano al bibliotecaria della biblioteca del quartiere, che, accanto a libri scelti per necessità della vita, aggiunge un libro diverso, di poesie, per bambini, sull'evoluzione, un manga di Kenshiro... e dono come supplemento qualcosa in lana cardata, che poi guida i protagonisti di ogni capitolo verso interazioni più forti e profonde con persone note o le spinge a tentare esperienze diverse e incamminarsi verso ciò che vogliono diventare, partendo però sempre da ciò che sono, dai loro talenti, dalle loro possibilità sopite. Ogni storia si lega all’altra, descritte tutte con tono poetico, con personaggi ben tratteggiati, con uno studio psicologico eccellente. Ci resta la figura di questa bibliotecaria, così apparentemente silenziosa e scontrosa, ma capace di farsi oggetto di riconoscenze importanti e i suoi lavoretti in lana cotta. Bellissimo.
APRILE 2024
1. Vita dopo vita di Atkinson. una rilettura che sa di capolavoro. Narra la vicenda di Ursula, morta almeno tre volte durante l'infanzia, meno di una decina fino all'età adulta. La sua è una vita che riparte sempre dal 1910 e si spegne per circostanze casuali e non (spagnola, un bombardamento, suicidio, incidente, vecchiaia) e in ogni rinascita lei si ricorderà la vita passata, cercando di salvare più gente possibile coi mezzi che ha, cambiando scelte di vita, sposandosi o restando con l’amante, restando single o diventando madre. Ma tutto la porterà a salvare un'unica adorata persona. Eppure in ogni storia ci sono dei vicoli nuovi per tutti (pure per i conigli del giardino di Corner's Fox) e in ogni storia ci si immerge come tornando in un luogo noto. Ogni personaggio ha una sua vita, un suo colore, un suo vissuto, come la terribile cuoca e alcune vite hanno sbocchi diversi ad ogni rinascita. Meraviglioso, semplicemente meraviglioso.
2. L'ultimo oracolo di Rollins, sesto episodio della saga della sigma force. Grey è in lutto per Monk, Kat fatica a rialzarsi, ma deve, con la bimba piccola rimasta orfana del papà. E poi arriva un uomo radioattivo, che muore portando alla Sigma una moneta di un antico oracolo e, in seguito, gli zingari con una bambina autistica con poteri eccezionali e un impianto sospetto al cervello. Tra fughe rocambolesche, rivelazioni sempre a metà, Grey seguirà le tracce di un oracolo in India e poi presso Cernobyl, nel frattempo Kowalsky incontrerà una donna capace di tenergli testa ed emergeranno nella storia bambini straordinari, che guideranno un personaggio amato all'azione, mentre uno di loro, potente e disposto al sacrificio, giocherà una partita pericolosa per salvare tutti, in un crescendo di tregenda radioattiva. Favoloso questo capitolo, presto leggerò il prossimo e poi gli spin-off.
3. Luci nella notte di Simenon. Anni '50, una coppia va a riprendere i figli al campeggio, in un latro stato. Litigano, lui va a bere in un locale, lei prende l'autobus e sparisce, lui carica a bordo un ricercato e perde la moglie. La vicenda è un noir forte, psicologico ma stringente, su una coppia pronta a scoppiare, tra lei che ha un lavoro in ufficio più importante e la macchina, lui che è un impiegato che deve correre a casa coi mezzi pubblici per occuparsi dei figli. Ma qualcosa li unirà e sarà inaspettata e violenta. Stupendo questo Simenon.
4. Le delizie della signorina Ashikawa di Junko. Nipponico ma bocciato. un centinaio di pagine per non dire nulla, a parte che una esce prima da lavoro e si fa perdonare facendo dolci che porta in ufficio (con la conseguenza che il/La collega che lavora in più per lei, fino a notte fonda, prende il dolcetto, lo massacra e lo cestina, ma passa per bullismo verso una ex vittima di mobbing stranamente troppo allegra). Non c'è una vera e propria trama, ma si parla dell'infernale vita in ufficio, di chi sgobba, e di chi non sgobba (e sta sulle scatole a pochi, grazie ai dolci che fa), con una narrazione che va da una prima ad una terza persona di due personaggi diversi, nei cui pensieri espressi non cambia mai il registro (il che risulta straniante e fastidioso, considerando che sono uomo e donna). I due personaggi che narrano al vicenda sono estremisti, senza storia apparente e lui, odiatore del mondo, dei libri, del cibo e della cultura del cibo, ti fa far schifo, con le sue descrizioni, pure andarci a cena. 100 pagine insulse, forse era troppo culturalmente distante, ma per me è già il peggiore del mese.
5. Il piccolo libraio di Archangelsk di Simenon, altra meravigliosa rilettura, che parla di un uomo, che, tutto sommato, cercava solo un nido e qualcuno che lo condividesse tranquillamente con lui, scoprendo di essere uno sradicato, un orfano e, alla somma dei fatti, una persona incompresa che lui credeva a casa. Struggenti e tragici sono gli scorsi psicologici di quest'uomo e ottima la descrizione del contesto sociale in cui vive.
6. Logo beginnings di Müller, un volumone enorme, dalla costa di 34 centimetri, che spiega il fenomeno dei loghi. c'è un saggio, il primo sul tema, del 1924 in tedesco, tradotto in inglese, riproposto interamente. E poi paginate su paginate di loghi, suddivisi per tema, con le sue date e le sue ditte corrispondenti. è stato un viaggio affascinante in questo mondo che ci pervade, e, curiosamente, che dobbiamo al medioevo e ai cavalieri, i cui simboli furono adottati dai commercianti (orafi, librai) dei loro possedimenti.
7. Casa dolce casa di Reyes. Primo libro di quest'autrice, promette molto bene. è un giallo intenso, che si basa sull'amnesia della protagonista, che non viene creduta né dal fidanzato, né dalla madre, in merito alla morte, avvenuta anni prima in modo misterioso, della migliore amica. Il suo sarà un viaggio in solitaria, a caccia di ricordi, verso una giustizia non facile da raggiungere, viste le sue condizioni psicofisiche che la rendono poco credibile. Bello l'escamotage del manoscritto del padre e la parte che l'amnesia gioca in questo romanzo. Unica pecca: troppo rapido lo scioglimento, ma era l'unico modo per chiudere lo scritto.
8. La bella e la bestia di Barbot De Villeneuve. Si tratta della favola originale, con un'impaginazione ricercata ed elementi interattivi davvero pregevoli. La vicenda è più che barocca, con molti intrecci, molta gente con poteri che agisce, ma la soluzione sta nelle mani e nel cuore di una Bella, che, ahimè, è fin troppo buona. La versione Disney ne ha fatto una cesura pazzesca, ma forse più efficace.
9. La salita verso casa di Nishi. è un prodotto giapponese, troppo giapponese. Abbiamo una famiglia disastrata che si riunisce, il cui polo gravitazionale è al cagnetta anziana Sakura. Il tracollo di questo nucleo, composto da genitori e tre figli, è cominciato quando il figlio maggiore è morto e pare che per questa famiglia resti solo un baratro emotivo. Eppure qualcosa succede, di tragicomico ma forte. è troppo nipponico perché parla di rapporti tra fratelli fuori casa (poco), di scuola e di rapporti tra fratelli che frequentano lo stesso istituto, ma pure affronta tematiche pesanti come l'omosessualità, il lutto. é un prodotto pregevole, ma finisce con lo sfumare con l'atmosfera nipponica.
10. Roba da mostri di Pagani e Pluc, un fumetto che fa ridere, emozionare, ridiventare piccoli e poi di nuovo grandi. Ci sono battute memorabili che solo ad un adulto può capire (come quella di Gregor Samsa e di Mark Chapman o quella della strega che non si paragona ad una quarantenne senza fascino, ma è una strega vera, lei!) e un bel finale, che unisce la componente adulta a quella infantile. La grafica è davvero fantastica, con elementi come un enorme dimenticatoio, ovvero un mobile pieno di cassetti.
11. La Marie del porto di Simenon, un romanzo psicologico intenso che parla di una ragazza povera ma intraprendente, che, per salvare al famiglia, decide di prendere al laccio il fidanzato ricco della sorella svampita. il tutto, in una comunità portolana che tutto osserva e tutto commenta. Profondità narrativa che scruta pure la personalità libertina, capricciosa e gelosissima, del fidanzato della sorella. Simenon non perde un colpo.
12. Tasso e Puzzola di Timberlake, un fumetto dal contenuto tenero e dai temi pure adulti, che si percepiscono benissmo. Tasso è uno studioso disoccupato che vive in casa della zia viaggiatrice. Un giorno la zia gli manda un inquilino, Puzzola, che stravolgerà l'ordine leggendario e il silenzio da cattedrale della sua vita, portandogli colore, disordine, galline e allegria, che non subito apprezzerà, ma di cui poi capirà l'inestimabile valore. è al storia di un’anima disordinata e allegra e di una seria, precisa e studiosa, che si trovano poi, dopo confronti di vario tipo, a piacersi e a capirsi come esseri speciali. Davvero tenero.
13. Il sonno del mattino di Harris. Meraviglioso e geniale. Siamo nel 1400 e un giovane prete deve celebrare la messa per un prete di provincia morto misteriosamente. Ma emergeranno segreti che dovevano restare sottoterra e negli scaffali polverosi. Gli Antichi sono morti, lasciando i loro manufatti, plastica, uno strano oggetto con una mela morsicata, vetro, edifici in rovina in cemento di cui non si capisce l'uso a partire dai pochi ruderi... ebbene, gli antichi siamo noi e questa è una fantastica storia distopica, che nell'arco di sette giorni, stravolge la vita del giovane prete e le sue concezioni sull'Apocalisse, chiamando in causa una setta che conosceva gli antichi, quella degli antiquari, considerata tanto eretica da bruciare i loro libri in piazza e incarcerare in stile santa inquisizione i suoi membri. A livello sentimentale c'è la sua crescita come assere umano e una bella storia d'amore. Davvero meraviglioso (lo so, ho già usato quest'aggettivo, ma perdonatemi) il colpo di scena finale. è un romanzo da applauso, per la sintassi veloce ed intensa, la capacità narrativa di dare informazioni senza interrompere il flusso della vicenda e per il finale potente. è uno tra i migliori libri del mese.
14. Basta piangere! : storie di un'Italia che non si lamentava di Cazzullo. Capitolo per capitolo, il giornalista ci porta nella sua infanzia e giovinezza, maturità e attualità, come se parlasse in vece della sua generazione di quarantenni. Descrive il mondo dei nonni, quello dei genitori, i fenomeni culturali di ogni decennio, le emozioni che accompagnavano ogni fase della vita sociale e della cultura italiana e lo fa con leggerezza, in un flusso narrativo quasi da film, con immagini, riferimenti storici, cibo, balli, personaggi celebri. è una giostra intensa, potente, che porta ad un messaggio finale: basta piangere; i nostri nonni, seppur partendo da condizioni critiche, hanno creduto e scommesso e oggi che stiamo meglio di loro, dobbiamo scommettere pure noi.
15. Io, robot di Asimov, è una serie di racconti che, in un ideale arco narrativo che parte dal primo robot senza parola, alla Macchina che controlla le decisioni di interi continenti a livello produttivo, economico, umano, abbraccia una serie di esperienze diverse. Il focus narrativo è l'intervista alla dottoressa Calvin, prossima alla pensione, da parte di un giornalista giovane. Grazie ai racconti, scopriamo gli step con cui i robot si sono resi sempre più indispensabili: dal muto robot balia a quello che scava risorse su Marte; da un robot che non si concepisce creato da un fallace essere umano e crede di servire un dio superiore a quello che prende iniziative personali se va in tilt; da quello telepate ed empatico, capace di mentire a quello capace di mentire e nascondersi; da Mente, un elaboratore potente e in vena di scherzi, ad un androide umanoide capace di avere cura degli esseri umani meglio di loro, fino alla grande Macchina continentale. In ogni vicenda ci sono i debugger che, cercando di capire il funzionamento di una macchina, portano alla luce l'umanità che prima guida, poi deve pensare come una macchina per capirla. Potente il finale in cui emerge un fatto sorprendente: per aver cura di un essere umano, la macchina può arrivare a sbagliare, presentendo di non essere ascoltata. Considerando che è stato scritto nel 1950, è un testo potente e attuale.
16. I superstiti della Telemaque di Simenon; altro grande romanzo di Simenon, stavolta alle prese con un orrido episodio di cannibalismo, due fratelli gemelli e le loro dinamiche; storie di orfani che non si comprendono e, infine un omicidio che scoperchia fatti di lunga e dolorosa memoria. Stupendo.
17. L'Europa spiegata male di Muzzopappa; Con un cognome dle genere devi essere un campione di ironia e di autoironia, cosa che questo autore è. Una casa editrice vuole che l'autore visiti i paesi europei, ma man mano gli taglia i fondi di viaggio e non accetta critica nessuna, pena multe multimilionarie... intanto ci sarà uno specchietto illustrativo simpatico, sindacalista, romantico o giustamente orgoglioso del suo sapere, che accompagnerà l'autore in questo viaggio sgangherato. Si ride molto, ma si scopre ancora di più in quest'avventura buffa ma intelligente. E bravo Muzzopappa!
MAGGIO 2024
1. C'eravamo tanto amati : amore, politica, riti e miti : una storia del costume italiano di Vespa. Vespa è una certezza, ha la mano del giornalista, al capacità di riportare informazioni e fonti senza appesantire al narrazione e l'esperienza di uan vita vissuta tra costumi che cambiavano e personaggi noti che ha più volte intervistato. Pesantino il capitolo sulla politica, ma quello riguardante i costumi, il valore della lira, le preferenze di spesa degli italiani, il loro sentire sociale e morale (con l'osè che si è fatto strada nella televisione italiana e nei film), sono capitoli davvero interessanti. Ne proverò altri di suoi.
2. Forse ho sognato troppo di Bussi; Bussi è una garanzia, le sue trame partono che sono scontate e molto sentimentali, per poi scivolare nel mistero, nei colpi di scena,in stupefacenti rivelazioni finali , diciamocela tutta, in finali che ti mettono in pace col mondo. Qui c'è il caso di un amore che per 20 anni è rimasto latente, e che, a causa di un evento soprannaturale che ha sconvolto il mondo, porta a galla buone e cattive trame. Ne proverò di sicuro un altro di suo, anche perché era visivamente un mattine, ma a livello sia narrativo (era pressante nei tempi, lasciava sempre col fiato sospeso), a livello di padronanza delle informazioni (svelate con ottimi e ben dosati flashback), a livello sintattico (eccome se scrive bene!), a livello di personaggi (mai dare per scontati i suoi personaggi, mai!)
3. Il giorno in cui la talpa (quasi) vinse la lotteria, una storia di Kurt Bracharz, con le illustrazioni di Tatjana Hauptmann. Libretto per bambino molto tenero, che parla di furbizia punita, di amicizia sincera e di una lotteria il cui premio è... discutibile. carino
4. Le avventure di Ulisse [a fumetti] di Omero. un fumetto datato am che propone una buona sintesi, anche se estrema, dell'Odissea. La grafica era buona, molto buona e la narrazione ben costruita. è un'ottima proposta per un pubblico giovane.
5. Lettere dal fronte : dal Tagliamento al Piave di Aldo Mereu. Appoggiandosi a fonti serie e a immagini d'epoca, il fumettista sviluppa le vicende che nella prima guerra mondiale coinvolsero i paesi veneto-friulani, con i loro "piccoli" eroi, persone comuni che si rivelarono con coraggio e tragedia. è un bel percorso culturale, questo libro, anche se nelle parti introduttive ai capitoli la sua precisione narrativa (con battaglioni, luoghi, azioni militari) risulta pesantina.
6. Educazione siberiana di Lilin; uno spaccato autobiografico e culturale dell'educazione siberiana e della vita di Lilin, cresciuto in una comunità criminale con leggi del rispetto, della religiosità, dell'onore, della legalità, ben codificate. Ed è una sorpresa scoprire come un'educazione con molte armi e spinta la violenza, abbai modi di essere resa onorevole e regolarizzata, di come la saggezza e l'equilibrio si manifestino in una comunità che si potrebbe considerare di macellai senza scrupoli. Si parla poi dle collasso dell'URSS, delle conseguenze che ha avuto nel mondo criminale e dlel'influenza non solo di altre bande criminali (armena o ucraina), ma pure della corrente dei giovani criminali, il cui unico obbiettivo era liberarsi dei vecchi per trasformare la loro cultura criminale in violenza e sopraffazione senza regole, nè custodi. Colpisce l'ultimo fatto narrato, di quando ad una ragazza, amica di Lilin, "benedetta da Dio", viene fatta violenza e i minorenni della comunità siberiana si attivano per cercare gli animali che sono stati capaci di tanto. La scrittura è fluida, le spiegazioni culturali e sociali ben intercalate. Interessante
7. Colorare il mondo di Burigana. Prendete una poetessa della semplicità, datele uan carriera lunga e una penna che parla di amore, pace, speranza, cuore. E leggerete la Burigana. Autrice locale, le cui poesie sono più che apprezzate (una ha preso la benedizione papale), a me dice poco, seppur qualche suggestione ci sia. non è il mio periodo da poesie.
****************IN LETTURA*************
-La speranza africana : la terra del futuro: concupita, incompresa, sorprendente di Rampini
-La nostra Siria grande come il mondo di Mohamed e Shady Hamadi
###########IN ATTESA############
-Oblio e perdono di Harris
-Arsenio Lupin : ladro gentiluomo di Leblanc- primo volume
-la doppia madre di Bussi
-Corte d'assise di Simenon
-L'ho del del ritorno alla natura di Simenon
-Balcania di Capuozzo
-La chiave dell'apocalisse di Rollins
-C'era una volta in Italia di Caprarica
-Cinder: cronache lunari di Meyer
-La locanda ai margini dell'Europa di Milic
-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-
SCARTATI
GENNAIO
-Fiorire tra le rocce : la via dell'equilibrio quando la vita si fa ripida di Corona
APRILE
- Requiem di provincia di Longo
MAGGIO
-Le torbide ali della mosca : romanzo di Piuzzi

Edited by Atenaide2 - 13/5/2024, 10:03
 
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view post Posted on 3/1/2024, 14:06
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Tanti auguri di buon anno e tante belle letture :)
 
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civettina curiosa

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Buon anno e buone letture.
 
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view post Posted on 8/1/2024, 14:51
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Un altro diario che suggerisce vagonate di titoli con consigli e sconsigli!

Buonissime letture!
 
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view post Posted on 9/1/2024, 11:03
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Buone letture chirol_krackl
 
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"Dopo tutto questo tempo?" "Sempre!"

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Buone letture :)
 
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Buone letture e buon anno <3
 
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view post Posted on 15/1/2024, 10:27
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Grazie a tutte <3
 
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view post Posted on 15/1/2024, 12:51
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civettina curiosa

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CITAZIONE (Atenaide2 @ 3/1/2024, 10:42) 
10. Follia di Mcgrath, potente, magnifico, così morbosamente teso verso una sensualità e un'amore, che è passione, ragione, errore... il punto di vista è bello perchè è già viziato, raccoglie dati da una donan che, seppur passionalmente perduta, conosce bene i suoi polli psichiatri. e ti domandi chi fosse il vero malato, lei nella sua lucida follia, il suo amante artista folle ma potente nell'interpretazione di lei, il marito debolissimo, il bambino fuori posto o l'amico che, credendosi professionale, ha sbagiato più di tutti. Che forza questo romanzo, che intensità emotiva, che torbidi i pozzi di depravazione, amore od orrore che esplora! Stupendo! Leggerò di sicuro altro di suo.

3_3 Che bel commento. Sono contenta che il libro ti sia piaciuto.
Ne ho letti altri di suoi (non tutti però) ma nessuno l'ho trovato all'altezza di Follia.
Il tuo (Sepulveda) lo leggerò a breve, sarà il primo quando riprenderò questa sfida, al momento sto terminando svariati titoli iniziati nel 2023 e poi ripartirò. Non vedo l'ora.
 
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view post Posted on 12/2/2024, 10:21
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GENNAIO 2024
cominciamo quest'anno con un bel gruzzolino di libri. Sospetto che siano così tanti perchè erano un residuo dell'anno scorso e perchè con le vacanze dell'Epifania ho avuto tempo ed energia per leggere.

ROMANZI
-Ninfee nere di Bussi. Pensavo fosse un giallo, ma sono stata piacevolmente imbrogliata. il romanzo di una vita, di tre donne, di un tempo che non vuole passare (come il cane) e di sentimenti che si muovono su uno stagno. Mi hanno incuriosito tutti i riferimenti a Monet e li ho approfonditi, è stato davvero interessante! Grazie per il bel consiglio di lettura, ne tenterò altri di Bussi senz'altro!
-Il mistero della finocchiona a pedali di Cecchini. Romanzo stile malvaldesco: cibo, territorio, detective molto strani e poliziotti da macchietta. Divertente, tipo ricreativo, ma nella di che.
-Piero fa la Merica di Malaguti. Malaguti ha degli stilemi narrativi che parlano di nostalgia, di innocenza perduta, di un tempo spezzato che cerca di tornare, invano, se non nell'anima propositrice dei suoi personaggi. Questo romanzo si sofferma a parlare dell'Italia del nord, zona veneta, di povertà assoluta e di un sogno: la Merica e la sua terra. Parla di una ragazzino che troppo presto guarda in un nido di merli e si assume la colpa di uccidere pulcini implumi per mangiarli con la povera polenta, esonerando il fratellino dal farlo. E quel senso di innocenza uccisa lo perseguiterà pure nel Brasile vero, terribile, possibile, doloroso, sia per lui, che per i coloni, che per i "bulgre". E ci sarà sangue, perdite, dolori, ma la sua storia si chiuderà quasi con un cerchio perfetto: con un bagliore che, spento, ne accenderà molti altri. L'uso del dialetto veneto nella narrazione e la cadenza quasi dialettale della vicenda regala uno scorcio sull'emigrazione dei nostri italiani. Non a caso in Brasile si parla il Talian a tutt'oggi e per chi mastica il dialetto veneto perfettamente comprensibile. Si comprende anche la sofferenza dei popoli amazzonici, vittime dei cacciatori bianchi, che, sorpresa, di recente hanno vinto una battaglia legale contro lo stato brasiliano per tenersi le loro terre. Adoro Malaguti e ne leggerò altri di suoi.
- Il nome della rosa di Eco. Che dire? una meraviglia, soprattutto dopo aver letto il commento ragionato che l'autore stesso ne ha fatto. Lui voleva un narratore ignorante, voleva un labirinto semantico, non voleva un giallo fine a se stesso, ma un ambiente dinamico, culturale, religioso, intensissimo in cui addestrare un nuovo tipo di lettore. E con un gioco di specchi (il ritrovamento del manoscritto poi esso ricitato e ripreso-Adso che da vecchio ricorda quel periodo e a volte i due Adso coincidono, in altre uno giudica l'altro o le persone dell’epoca in altra luce rispetto la sua versione giovane). Potente è l’immagine della biblioteca e del labirinto (che Eco dice d'aver pensato per molto tempo), ma questo giro (è la terza rilettura), ho apprezzato la parentesi religiosa e tutti i dialoghi sulla fede, sui semplici, sulle verità religiose e sulla loro interpretazione, in lato e in basso. Ma pure il discorso dei lebbrosi, che vale anche per la politica di oggi. Lo ricordavo pesante, ma l'ho sbranato, perché il gioco narrativo è diabolico: scoprire chi era Dolcino a piccole dosi, di rivelazione in rivelazione. vedere come la fede crea lussuria e interpretazioni opposte dello stesso messaggio, ci fa capire che non si smetterà mai di discutere di fede (un prete ha dato a papa Francesco dell'usurpatore di recente!). ho apprezzato che un testo così pregno fosse leggibilissimo, in tutte le sue sfumature.
Nota di colore divertente: l'ho preso dalla biblioteca e chi c'era prima di me aveva segnato dialoghi, indizi e punti esclamativi. è stato quasi divertente seguire la falsariga del lettore-detective precedente!
-Va', metti una sentinella di Lee. Sono passati anni dal celebre libro, qualcosa non è stato ripreso (in questo Atticus la causa l'ha vinta e Jem non è storpio), il resto segue le vicende di Scout, che ventiseienne, torna a casa per le vacanze. é studentessa a New York e non torna spesso a Maycomb, rimasto luogo della sua infanzia. Ma siamo negli anni '50 e la città comincia a cambiare, sia socialmente (c'è una nuova classe operaia e le vecchie famiglie vendono terreni e case di famiglia), che a livello di edilizia (e la famiglia Finch lo sa). Politicamente lo scontro tra suprematisti bianchi e ferocissimi sindacati dei neri scatena scintille. In quest'ottica, Scout scopre come non ha mai visto suo padre se non come la sua sentinella, che ciò in cui credeva erano semplificazioni dell'infanzia, che non può trinciare giudizi netti e che, seppure tutto cambi, qualcosa resterà sempre e si chiama speranza. è potente da leggere dopo Il buio altre la siepe, perché ricrea valore, ridando forma al passato.
-The turnglass : la clessidra di cristallo : romanzo di Rubin. Ora, mi ha appassionato superficialmente il fatto che fossero due libri in uno (per leggerli bastava girare il volume, come una clessidra) e l'idea di legare due storie diverse mi era parsa interessante, ma tra la scrittura che resta in superficie e fatica a stare dietro agli eventi, gli eventi stessi che si accavallano in modo assurdo e troppo scenografico (indagini fatte col cavolo che si rivelano vincenti, pestaggi, inseguimenti, esplosioni), un finale poverissimo, non restituiscono nulla se non un debole tentativo di riproporre quelle vere storie in due versioni collegate. Rispetto Vita dopo vita della Atkinson o Storia di due anime di Landragin, è davvero scadente, tanto più che lo so, ho una buona velocità di lettura, ma quando leggi rapida, saltando veloce nelle pagine, e capisci tutto, allora o il libro è prevedibile o non merita di soffermarsi sullo stile o sulle frasi. Bocciato.
-Follia di Mcgrath, potente, magnifico, così morbosamente teso verso una sensualità e un'amore, che è passione, ragione, errore... il punto di vista è bello perché è già viziato, raccoglie dati da una donna che, seppur passionalmente perduta, conosce bene i suoi polli psichiatri. E ti domandi chi fosse il vero malato, lei nella sua lucida follia, il suo amante artista folle ma potente nell'interpretazione di lei, il marito debolissimo, il bambino fuori posto o l'amico che, credendosi professionale, ha sbagliato più di tutti. Che forza questo romanzo, che intensità emotiva, che torbidi i pozzi di depravazione, amore od orrore che esplora! Stupendo! Leggerò di sicuro altro di suo.
-Conclave di Harris. romanzo potente, con un intreccio avvincente, dati storici ben inseriti in una trama che nemmeno ci si aspetterebbe, al cardiopalma. Un conclave non è mai stato così interessante. Ne leggerò altri di suoi.
-Agente XXV° : Operazione Kozlov di De Santa, quarto volumino di una serie di spionaggio cruda e arcisintetica. Il nostro agente torna a farsi il mazzo con un capo bruciato dai servizi segreti russi e poi reintegrato. C'è un riferimento non molto velato a Putin e tanta strana gastronomia. Avevo apprezzato i primi libricini della serie, ma ormai non li capisco più, e non nel contenuto, nella forma e nella schietta volgarità.
-L'ascensore di Prijedor di Cvijetic. Forse avrei dovuto leggere prima "capire i Balcani occidentali" per comprenderlo meglio, ma tant'è. è un romanzo breve, sospeso tra prosa e poesia libera, in cui si narra la vicenda vera di un condominio sito nei Balcani, popolato di moltissime famiglie, un vero microcosmo umano. E ci sono persone diverse, storie da raccontare legate al passato titino e poi Dayton, la guerra nei Balcani, i tradimenti, le spie, le defezioni, le morti, le rappresaglie. Restano, alla fine, solo le anziane madri di figli morti da soldati o da vittime civili o sfuggiti per farsi una vita in altri paesi. Sono sole, ricordano, condividono quel che resta, mentre i loro figli si sono fatti la guerra. è un romanzo con troppi nomi strani, troppi capitoli dispersivi, troppi riferimenti che non capisco perché troppo locali, ma si sente l'aria di tragedia che scorre sotto le parole e il dolore che l'odio porta in una comunità umana.
-La setta di Lazzaro di Crane. L'autore ci porta a scoprire sincretismi religiosi profondi ma ben romanzati. Tutto comincia quando Grozio inaugura un viaggio in oriente, per scoprire ciò che il suo maestro, bruciato sul rogo come eretico, voleva approfondire. E nella sua ricerca è guidato da un cinese, emissario del celeste impero, con i suoi scopi. è un uomo pieno di dubbi, che cerca qualcosa di potente, qualcosa che ha a che fare con il diario di Marco Polo e con Gesù. alla sua ricerca si alterna quella di Lazzaro, che, risorto senza un perché, viaggia sui passi del suo Maestro e amico, con labili indizi e povere rivelazioni, andando a ritroso nella vita di Cristo, per scoprire l'origine di un potere terribile in mani sbagliate, e, strada facendo, incontra ex apostoli, credenti perseguitati, guariti a cui Cristo lasciò qualcosa. è un viaggio nella spiritualità, nell'avventura, che si spinge a fondo ala ricerca di dinamiche curiose e potenti. questa rilettura l'ho adorata, perché mi ha ridato tanto, a livello narrativo e di curiosità intellettuale.
-Quando la nostra terra toccava il cielo : una saga tibetana di Lama. va bene che l'autrice ci ha messo un decennio per scriverlo, ma devo dire di averlo trovato un romanzo non godibile. Il tema è quello degli esuli tibetani, a causa dell’invasione cinese, e del malessere loro e dei loro eredi, bambini nati in Nepal, senza patria, senza futuro, perennemente profughi. Il tema della statuetta votiva, legata alla religione come parte di una tradizione inscindibile dall'essere tibetani e popolo, è potente, ma la narrazione scivola spesso e volentieri in scene patetiche, in una serie di eventi raccontati o con un’inutile dovizia di particolari di stati d'animo che trattati a lungo risultano melensi o in capitoli che, non contenti di raccontare il punto di vista pesante di un personaggio, rivivono la situazione abusando di altri tre personaggi che, con lo stesso lessico e lo stesso andamento narrativo (almeno potevano essere diversi gli stili!), torna e ritorna sulle medesime vicende. Il finale è patetico, non dico telefonato, ma poteva essere più potente, se non ci si fosse messa di mezzo tutta la parte narrativa precedente con troppa gente che parla, vive e sente troppo e la chiusura, fatta dalla ragazza, che risulta costruita e per questo prepotente. è pure un libro nuovo, con una tematica forte e dolorosa, ma l'ho trovato troppo vittimista.
-Le cinque porte : due nipoti e un nonno sui sentieri dei boschi : un romanzo per tutte le età di Corona. Libro per ragazzi, ma pure per adulti. C'è un nonno, l'alter.ego di Corona, che porta i due nipoti di 15 e 10 anni in montagna, in ogni stagione dell'anno, varcando con loro queste quattro porte. E ogni elemento naturale diventa motivo di un confronto e di una ricerca di senso tra un uomo che non crede di essere nonno e lo sa che non sarà mai come il suo, di nonno, e i suoi nipoti ipertecnologici da istruire e guidare con gli insegnamenti della natura. Ci sono riferimenti anche a vissuti adulti, molto belli. E poi c'è un'ultima porta che non svelo. I bei disegni sono di Matteo Corona, il figlio. è breve ma potente, questo libricino e aiuta anche i più grandicelli a capire il mondo e a capirsi.
SAGGI
-Kennedy : fu vera gloria? Amori e potere di un mito di Vespa. Vespa è un giornalista capace di sintesi, armonico collegamento tra el fonti, spiegazioni non pedanti e controllo dell'argomento. I suoi capitoli mirati, sintetici ma efficaci e le fonti citate senza appesantire, ma in continuità argomentativa, lo rendono leggibilissimo e piacevole, nonchè fonte di informazioni e di elementi culturali. Scopriamo, in questo saggio, la famiglia del celebre JFK, la storia del suo matrimonio; la bella e capace Jacky, che di segni ne lasciò molti; l'insospettabile Marilyn; le vicende di politica interna con Martin Luther King e di quella esterna con le difficoltà nel sud-est asiatico e a Cuba; la cartella clinica del presidente e la sua vita sregolata, e, infine, la storia del suo assassino e dell'assassinio celeberrimo. Scorre veloce, questo Vespa, ma merita davvero.
-Victoria e Abdul di Basu. è un saggio ragionato, che spiega in maniera non pedante, citando comunque le fonti esistenti, con una scrittura scorrevole e ben dosata, le vicende di Victoria e Abdul. Chi sono questi due? una è la celebre regina, la suocera d'Europa, l’imperatrice dell'India, che da anziana e vedova si trova insignita del titolo di Imperatrice d'India (che perse Elisabetta II). La monarca si appassionò del paese, della sua cultura, della sua lingua ed ebbe in dono dei servitori indiani, tra cui Abdul Karim, un ragazzo 26enne, che, con la sua posatezza, il suo aplomb, la sua fedeltà alla monarca, ne divenne maestro di indostano e segretario particolare. L’entourage della regina lo avversò sempre, aborrendone i privilegi che riceveva da lei, negli 15 anni in cui affiancò Vittoria, ma lei lo difese sempre, lo riempì di regali e onorificenze, gli garantì un futuro sereno capendo quanto era inviso alla corte, combattendo con i suoi stessi funzionari . Lui insegnò alla regina la lingua e lei la apprese bene, le parlò dell'India, le fece comprendere la questione musulmana che esplose durante la dominazione inglese e dopo l'indipendenza dell'India. Lei lo amò come una madre e lui morì sotto la sua statua, finendo negletto anche dopo la morte. L'erede al trono e futuro re, Edoardo, gestì al sua relazione con maestro della madre in maniera diversa e pure con l'India non riuscì ad avere quel rapporto che la regina madre aveva, tanto era stata venerata dagli indiani. Fa pensare che i nipoti della regina furono i protagonisti della prima guerra mondiale(tra cui il Kaiser che fu al suo letto di morte).
-I 75 giorni delle Falkland di De Risio. Falkland... le isole della rivendicazione... Di recente il presidente Milei, argentino, cavalcando un'onda storia, ha rinominato le Falkland, chiamandole Malvine, scatenando la replica subitanea di Sunak. Ma perché? questo saggio dell'82 fa capire la vicenda? tutto inizia nel 1500, quando gli inglesi avvistano un'isola dell'arcipelago e prosegue con rivendicazioni successive inglesi e spagnole. Resasi indipendente dalla Spagna, l'Argentina denuncia come suo l'arcipelago e ci si mettono di mezzo i francesi di Napoleone, subito sostituiti dai tedeschi, sia nella prima, che nella seconda guerra mondiale, con scambi navali potenti e relitti di grandi navi che a tutt'ora (una polena nazista a parte, della del Graf van Spee, tutta da leggere e recentissima) stanno la, a cui si sono aggiunti quelli della guerra delle Falkland, datata 1982, con tutti (URSS, usa, Inghilterra, Francia, Italia...) a parteggiare o osservare un conflitto che poteva davvero diventare enorme e non un capitolo sul libro di storia. L'Inghilterra rischiò di perdere, il concetto di forza navale cambiò dopo quella guerra, per tutti, rinforzando le corazze piuttosto che riempiendo le navi di tecnologia varia. E i media manipolarono la popolazione, inglese e argentina in modo diverso. Che storia forte, che storia importante. Purtroppo se ne sa troppo poco. Dato che il libro è stato scritto prima dell'89, farò ricerche su dove sono finiti tutti i protagonisti della storia.
-A regola d'arte : Libri, quadri, poesie: nuove lezioni sul bello di Sgarbi. Giuro, l'ho preso in tempi non sospetti, prima della faccenda del quadro. Allora, tra leggi varie da lui postulate e capitoli brevi ma intensi e ben argomentati, con sfoggio di cultura, ma senza paroloni inintelligibili, Sgrarbi parla della sua idea di bello, nell'arte, nella letteratura, nei saggi. Spiega il valore morale, mentale, colto, di un'opera che è tutto fuorché che emotiva; parla della vita e di un'arte maltrattata dallo stato, mal gestita dalla scuola, che la rende nemica; parla del valore morale dell'autore, delle persone, della società, citando senza pesantezza Spinoza e altri autori meno noti. Una curiosità: è un testo della biblioteca, del 1999, c'era pure il suo autografo con dedica! quello sì che era inintelligibile...
-Bellissime! : le donne dei sogni italiani dagli anni '50 a oggi di Vespa. Vespa è un giornalista che ha fatto del costume la sua vocazione e con sensibilità attenta, una prosa scorrevole e tanta esperienza del mondo dello spettacolo, con una gestione equilibrata di narrazione e fonti citate, ci introduce al mondo delle bellissime. Si comincia con la Lollo e la Loren e si seguono i passi di un mondo che, man mano, ha fatto della bellezza e del corpo femminile quel che sentiva di fare. Dalla bellezza sensuale e coperta, si è passati a figure più o meno erotizzate, più o meno scoperte, in una carrellata che va dalle Kessler e le loro celebri gambe, alla Dellera, all'Antonelli, alla Koll, alla Marini, per concludere con due bellezze diverse, che si inseriscono bene nei desideri dell'immaginario comune trasposto nello schermo televisivo e non: Belen e la Leotta. è un bel viaggio, che mi ha fatto capire tre cose: la prima è che l'epoca fa la bellezza e non viceversa, la seconda è che Tinto Brass non solo corteggiava le sue muse per farle recitare, ma pure loro lo cercavano per essere lanciate e che l'uomo in generale sa descrivere di donne diverse, tipi di fascino diversi, ma tutti unici. Ogni epoca ha i suoi nudi, sempre, ma alcune attrici si sono smarcate dal nudo iniziale per fare altro, altre, invece, non hanno trovato un equilibrio morale, psichico, personale, nel mondo dello spettacolo che poco perdona. è uno di quei libri che consiglio, perché ci fa capire come mai siamo arrivati alle nostre bellezze attuali da scherno.
-Il secolo autoritario : perché i buoni non vincono mai di Mieli; Mieli inizia interrogando i regimi noti del passato, fascismo, nazismo, i loro dissidenti, il piano Molotov-Ribbendrop; poi studia nel passato tracce di autoritarismi, quello romano, quello persiano, un papa sospetto, la storia di Simonino; l'ultima parte del libro si interroga su oggi: come siamo messi? Le statue cadono in nome di una vendetta postuma di secoli; i carnefici fioriscono perché sono tutto sommato persone normali in tempi straordinari; il pensiero woke soffoca se stesso mentre nuove ideologie prendono piede, distruggendo abilmente le altre.. a questo punto sorge spontanea la domanda dell'autore: che il secolo autoritario, visto il fallimento conclamato della democrazia, non sia il nostro? Testo interessante, ma a tratti pesante.

siamo in un totale di 19 libri, 6 saggi e 13 romanzi.
Per quanto riguarda i saggi ho apprezzato Vespa e Sgarbi, ma anche il tema storico delle Falkland e il focus sulla regina Vittoria.
Alcuni romanzi erano riletture (e il prossimo sarà un mese da riletture!), altri non mi hanno entusiasmata (tipo l'ascensore o quello sul Tibet), altri ancora mi hanno presa senza scampo (conclave di Harris). In generale nulla di così pessimo, a parte uno scarto che non era in linea col mio stato emotivo.
 
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view post Posted on 8/3/2024, 10:19
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FEBBRAIO 2024
siamo a 16 testi, niente male, con qualche rilettura, qualche bella sorpresa e un secondo volume di Bussi sbranato felicemente.


ROMANZI
-L'orologiaio di Everton di Simenon, altra rilettura di Simenon, stavolta c'è un padre alle prese con una paternità che nega quella che ha avuto e che si trova a riflettere sul rapporto che ha con un figlio che per amore e ribellione, ha fatto un colpo di testa estremo, finendo col diventare com’era lui: una persona capace di spezzare gli schemi, ma col prezzo da pagare nel diventare un "guerrigliero" tacito e consapevole di un errore tragico: quello che gli fa capire che il fallimento è un destino di famiglia. Quant'è potente questo Simenon. Ne rileggerò un altro di suo.
-Il marchio di Giuda di Rollins, eccoci al quarto capitolo della saga, in cui compare Kowalski con la sua personalità poderosa, laconica e la sua carica di simpatia; Gray vive il dramma di coinvolgere i genitori nella sua vita lavorativa pericolosa;. Seichan si rivela essere una spia dal triplo gioco e Monk... Nel mezzo c'è Marco Polo, ciò che non ha scritto nel suo Milione, una città dei morti, una pestilenza globale. I tempi di fughe, sparatorie, esplosioni, si sposano e interrompono rivelazioni che vengono sempre al momento giusto. Che belal questa rilettura della serie! il prossimo sarà: l'ultimo oracolo!
-Cuore di tenebra di Conrad. Ora, devo ancora leggerne le pagine critiche scritte in numeri romani, ma devo dire che come romanzo è essenziale e, seppur dia immagini potenti di un Congo selvaggio con abitanti ritenuti simili ad animali tanto sono descritti come feriti, emergono pure le ombre dell'animo umano e sono molto nere. La forza di questo piccolo racconto è tanta, ma la modalità narrativa è veramente tanto discorsiva e a tratti dispersiva. Non mi ha dato l’idea del capolavoro, ma cambierò idea leggendo qualche nota critica.
-L'uomo che parlava alle statue : la storia di una famiglia, la storia di Trieste di Weber. Weber racconta al storia della sua famiglia con capitoli brevi, riflessioni mirate e descrizioni sintetiche ma efficaci. è uan famiglia che vive sulla sua pelle la multiculturalità triestina, stretta tra italiani, tedeschi dei sudeti e sloveni, con un nonno sloveno, la nonna italiana, la mamma che predilige il tedesco del marito e tra di loro il passaggio di mano tra l'ex impero austro-ungarico, la Germania prima del Kaiser, poi di Hitler, la seconda guerra mondiale che rimescolò le carte, creando odi e rancori, per finire con le truppe titine. in questo contesto gli eroi noti Oberdan, Sauro, Battisti, diventano bandiere al vento di critiche famigliari e condominiali ferocissime e impietose, perché, ci spiega Roberto, figlio di questa Storia e di queste storie, le statue non sono oggettive, ma fotografie di rapporti di potere esistenti. Restano i legami famigliari e le persone, che, nelle tempeste storiche, sanno lasciare traccia di sé in chi viene dopo.
-La lampada del diavolo di McGrath. Rilettura che mi ero scordata di aver fatto! il libro parla di un uomo ormai anziano che aveva fatto parte della brigata internazionale in Spagna e che lì, in una circostanza che a distanza di anni gli pesa ancora sul cuore, ha perso una persona speciale. è un uomo con un senso di colpa enorme, con ricordi difficili che comunque evoca, perseguitato da un ghul di un uomo orrendo e morente. è una Spagna terribile, quella dei suoi ricordi, ma una circostanza particolare lo porterà a tornarci dopo molto tempo e a fare un gesto eclatante, ma sarà quel gesto a dargli la pace e a darla pure ad uno spirito inquieto. Bello questo racconto in prima persona di McGrath (di cui alla fine si scopre la genesi, un libro nel libro). Non così profondo come follia, ma capace di evocare sentimenti veri, tragici e con un narratore inaffidabile rende il patimento di un animo che vede cose impossibili che sono o vere o gli spettri che agitano la sua anima. Davvero bello. Ne proverò un altro di Mc Grath.
-Il respiro del buio di Lilin. L'ho letto pronta a scartarlo, ma ne sono rimasta colpita. è la storia simil-autobiografica di Lilin, che, uscito dall'esercito durante il conflitto ceceno, fatica a reintegrarsi nella società, un po' per problemi di adattamento post-traumatico, un pò per la reticenza dei civili spaventati dal suo libretto militare. Vediamo al figura del nonno Nicolai, siberiano vero e visiteremo la Taiga, stupenda ma pericolosa. Il nostro si troverà a lavorare in una situazione più grande di lui, tra militari con ideali alti e affari bassissimi. Il finale è troppo riassunto, ma la schiettezza del linguaggio, che sfiora la poesia nella Taiga, la narrazione stringente, i dialoghi efficaci, rendono questo testo davvero leggibile. Leggerò di sicuro Educazione siberiana.
-Rondine, vento, stella : romanzo di Ling. Stupendo, magnifico, toccante, potente. è una di quelle letture che non ti aspetti ma nella quale inciampi raramente nella vita e che non dimenticherai mai. è una storia potente, tragica, che si intreccia con la Storia della Cina. Siamo nella seconda guerra mondiale, i giapponesi invadono la Cina retta dal Kuomitang (Mao è ancora un pesce piccolo) e seguiamo i racconti di tre spiriti, rispettivamente un pastore protestante americano ma che da anni vive in Cina, un giovane soldato americano e il suo cane (e pure lui e la sua compagna cagnetta faranno parte della storia!) e un giovane cinese rimasto tragicamente orfano di padre e che si trova a voler combattere contro i giapponesi. Questi uomini si incontrano in un campo d'addestramento e legano subito, ma non parleranno tanto di loro, ma di lei, la protagonista indiscussa di questo romanzo. Lei è una ragazza che deve crescere velocemente: ha perso il padre, la madre, l'onore, l'amore, ma ogni volta è risorta sempre più forte. Questi uomini la conoscono in ogni fase della sua vita e ad ognuno di essi corrisponde un nome che le danno: rondine, come una ragazza libera e ridente, spensierata, il suo passato; vento, come la forza di una giovinezza indomita, di una bellezza in fiore, il suo presente; e stella, come colui che l'ha raccolta dal fango e dalla miseria per volerla far splendere sempre di più accanto a lui. Sono ciechi, egoisti, incapaci di amarla come meriterebbe Le danno poco, lei rende loro di più. Toccante l’ultima scena in cui la incontrano di nuovo e la circostanza rende l'idea di come lei sia e fosse. La scrittura è scorrevole e accompagna i vari capitoli in cui i tre uomini intrecciano come un puzzle impreciso, le vicende della vita di questa ragazza. è un monumento alla forza, alla resilienza, che questi uomini provano a fare a Rondine-Wende-Stella, ma si capisce che non ne sono capaci, la vera anima della donna è sempre e solo sua.
-Non lasciare la mia mano di Bussi. Questo è il secondo di Bussi che leggo dopo le ninfee nere e devo dire che è amore! Ho trovato la location dell'evento splendida e ben descritta, a livello etnico, umano, politico e amministrativo, ma senza pesantezze. Tutte le informazioni sono incanalate nel rapido torrente di una narrazione in cui la navigazione del lettore sarà rapidissima ed emozionate, ricca di scogli e di sorprese, ma di smorte. I personaggi emergono tra gli eventi rapidissimi di una narrazione al cardiopalma e la rivelazione finale sarà quantomeno potente e stupefacente. Che bella lettura! Ne tenterò altri di Bussi.
-L'enzima Matusalemme di Steward. Prendere uno scienziato, Mentius, che scopre un enzima per ringiovanire davvero, chiamato Mentasio e con esso fa una scoperta costosa ma rivoluzionaria. Prendete tre vecchi che hanno paura di perdere non solo la loro presenza, ma pure la salute, la vita, un mondo di affari e sono un'ex attrice degli anni 30-'40, uno squalo della finanza e un imprenditore in rosso. Prendete i tre accompagnatori giovani che li seguono al castello in Svizzera dove avverrà il trattamento miracoloso: un figlio drogato, un amante pagato con velleità musicali, una giovanissima moglie. E aggiungeteci misteri, cose non dette, rivelazioni fisiologicamente, eticamente, moralmente, economicamente, scientificamente, ben elaborate ma, prese insieme, malsane. E nel torrente di soldi, passioni; disposizioni per un futuro in cui i giovani verranno penalizzati; uno scienziato ama troppo il suo operato, malgrado tutte le resistente morali che dovrebbe avere; finiscono nel vortice i giovani accompagnatori. Una di loro, la moglie dell’imprenditore, comincia a fare domande e capire. Il finale è un vero coup de teatre, leggere per credere. penso sia un testo ormai fuori catalogo da decenni, ma alla luce dei tanti discorsi che oggi si fanno per sconfiggere la vecchiaia, è una bella lettura, che vira tra il thriller ed esplicitazioni di vari punti di vista (i vecchi senza scrupoli che si sottopongono al trattamento, il medico ambizioso ma povero, i giovani tirati dentro male a questa storia). è stata una fantastica rilettura
-La strada del Donbas di Zadan. un romanzo che, dice il risvolto di copertina, è di un autore pluritradotto, quindi, ho concluso, capace ed efficace, nonché piacevole. Tutto sbagliato. Lasciando passare l'ambientazione difficile, con persone che usano la violenza, l'intimidazione e le vittime che si barcamenano in un contesto abbastanza sicuro, tanto da renderle (soprattutto se sono donne) molto capaci di usare ciò che la natura ha loro dato. è un viaggio di un giovane che torna nel Donbass a capire il perché il fratello, gestore di una pompa di benzina nel mezzo del nulla, ma abbastanza remunerativa, vicino alla frontiera russa. Altrove vive spiantato, qui torna in una realtà difficile, in cui le cose sono dette a metà, c'è gioia ma c'è tragedia, si sopravvive più che vivere. C'è molta gente in questo affollato romanzo: mafiosi, violenti tutori dello stato, zombie che disputano partite, gasisti mongoli, mongoli in marcia, un russo su un treno privato che porta merci in un binario privato, una lobby violenta di coltivatori di campi che se la prende col cane di una ragazzina. Non è un bel mondo, quello che ci descrive l'autore nell'Ucraina del 1990, ma, a parte il tema, è lo stile a non dare speranza. descrizioni troppo lunghe, dialoghi colmi di parolacce (alla faccia del realismo narrativo), lunghi canti religiosi spremuti in paragrafi infiniti, lettere che subiscono lo stesso trattamento; interi paragrafi che sembrano il sogno di un drogato, popolato da gente stranissima; personaggi che sono macchiette, come l'aviatore che vive in una mensa di una base abbandonata e spera di trovare un carro armato sepolto a furia di zappettate; ci sono poi paragrafi di introspezione non pedante, ma a pensiero libero, un caos. Trama quasi inesistente, è un disastro di cose che piovono in testa al narratore in prima persona (che rende tutto troppo caotico) e al povero lettore. Ho dato, ma non meritava. Non capisco se fosse perché non capissi le dinamiche storico-sociali-politiche del Donbas E allora mettere un'introduzione ragionata!) o per la giostra pazza che è stata questo romanzo, su cui non salirò mai più.


SAGGI
-Capire i Balcani occidentali : dagli accordi di Dayton ai giorni nostri di Napolitano. una raccolta si saggi che affronta da vari punti di vista le vicende legate ai Balcani Occidentali, concentrandosi sul crogiolo storico, religioso, sull'eredità politica che pesa ancora molto, ma anche sul percorso che questi paesi, singolarmente, dopo la caduta della Jugoslavia e del comunismo (come nel caso dell'Albania), hanno fatto per avvicinarsi all'Unione Europea, che, dopo il 2015 e la crisi siriana, ha trasformato i Balcani in cani da guardia del flusso dei migranti, senza garantire loro grandi speranze di entrare nella CE. Con la presenza di americani (per la questione kosovara) e di russi (schierati con la Serbia), l'influenza europea sta perdendo terreno e fascino. è comunque una penisola ricca di storie, di tradizioni religiose, culinarie, un crogiolo di popoli, una realtà che potrebbe trovare sbocchi positivi, riappacificandosi con le sue memorie politicizzate e polarizzate.
-Giuro che non avrò più fame : l'Italia della ricostruzione di Cazzullo. Il titolo mi pareva divertente, ma poi ne ho scoperto la genesi e la potenza. è la storia della Ricostruzione italiana, dalle macerie della guerra, da una miseria terribile, sociale, economica, che ha spinto molti uomini e molte donne (le cui testimonianze di vita sono raccolte dall'autore in fondo al libro e sono mail scritte da conoscenti di questi eroi silenziosi) a fare questo giuramento, ad accollarsi ogni sacrificio per far ripartire l'Italia.
Era un'Italia di imprenditori noti (Agnelli, Mattei, Olivetti), partiti da poco con la volontà di tirare fuori l'Italia dal limbo degli sconfitti in cui era caduta dopo la guerra. la vita politica si fa vitale, quando comunisti e cattolici si scontrano e scopriremo con l'autore le figure gigantesche di Togliatti, De Gasperi e Andreotti in tutta la loro umanità.
Quella degli anni '60 è un’Italia di grandi sportivi(tra cui il Grande Torino, Coppi, Bartali), sogno e volàno degli entusiasmi e delle passioni di tutti gli italiani, con i piedi nella miseria e la testa nel pallone o nella bicicletta ; è l'Italia delle grandi dive, della guerra dei vulcani, di Rossellini; è l'Italia di Totò, Macario, di Wanda Osiris, i primi Festival di Sanremo.
è un'Italia ancora bigotta verso le donne, che da schiave di casa (costrette a matrimoni riparatori) di casa diventano poi regine, di artiste sopra le righe e capaci di restarci. Ma sono anni di ricostruzione dolorosa di Israele, di un'identità indiana definita.
E l'autore continua a chiedersi come mai, ad oggi, pur avendo molto, siamo pessimisti sul nostro futuro. In passato non si aveva nulla, ma la speranza faceva muovere i cuori e i corpi di moli sognatori-lavoratori.
Davvero un bel saggio, di colore, storico, di riflessione. Io ne tenterò altri di Cazzullo, ma d'altra parte, lo consiglio.

FUMETTI E TESTI PER RAGAZZI
-Sfida all'ultima battuta di Pera Toons, un vignettista italiano, attivo su varie piattaforma tra cui un divertentissimo canale youtube, fa della vignetta il suo stile ridanciano. In questo episodio Pera Toons, il suo alter ego bidimensionale, ha un nemico di battute, uno nuovo in classe. Come farà a far risorgere la furia comica che c'è in lui? divertente e leggero.
-Ridi a creepypelle di Pera Toons. Pera Toons fa gli anni al parco di divertimenti più spettrale che c'è, ma la sua amica è rapita da un tipo losco che sfida Pera a una sfida di battute. Chi vincerà?
-Ridi che è meglio di Pera Toons. Un libro game e un libro di scenette da freddura, possono convivere? Eccome! tra battute più o meno fredde, si arriva ai finali e alla storia fumettata dell'autore di Pera Toons, un tipo autoironico alla massima potenza.
-La prima guerra mondiale di Sgardoli. è un librettino che racconta in prima persona al vicenda di un soldato nella guerra mondiale. Belle le immagini e il contenuto, seppur edulcorato e riassunto per un pubblico giovane, è presente. Mi ha fatto venire voglia di trovare i video di Barbero su questa guerra, meno nota rispetto la seconda, ma terribile per la carica con cui si è attivata e per lo svolgimento sanguinoso, nonchè per l'impulso che ha dato al settore bellico.

Concludo febbraio con 16 testi, 4 per ragazzi, fumetti compresi; solo due saggi, ma molto interessanti; 10 romanzi, con 3 riletture e sette nuovi, tra cui Mcgrath e Bussi e Lilin, da recuperare ancora quando avrò il tempo e la voglia. Splendido il romanzo cinese: sono certa tenterò altre letture cinesi o nipponiche. Brutti pochissimi, tranne uno, ma avendolo sbranato con rancore in pochi giorni, non mi ha dannata molto. Vedremo come va marzo.
 
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view post Posted on 13/5/2024, 09:18
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MARZO 2024
Siamo a 17 tra romanzi, saggi, ma soprattutto, fumetti. Devo dire che il mondo della fumettistica ha una scelta davvero ampia e interessante, a volte ha contenuti che stupiscono in una confezione che potrebbe definirsi "banalizzante". Nessuno scarto e questa è uan bella notizia.

ROMANZI
-Jane Eyre di Bronte. Romanzo celeberrimo che ho letto perché era ora, dopo averne troppo sentito parlare. L'impressione finale è più che positiva. Sarà stata la traduzione perfetta, che rendeva senza perdersi in speciosi labirinti linguistici (soprattutto le parti dei dialoghi col voi che fioriva), sarà stata la trama arcinota o la narrazione che non pareva simile a quella che detesto della Austen, mi ha colpita positivamente. Ho apprezzato la prima persona, capace di modulare stati d'animo senza scivolare nell'introspezione autoreferenziale, la capacità di raccontare eventi con attenzione, dettaglio, ma anche colore emotivo, il talento di descrivere personaggi con cura e attenzione, ma senza scivolare nel ritratto in pietra, i tempi narrativi adeguati per alimentare il mistero crescente dell'esistenza di Bertha. Ho gradito il dialogo chiaritore tra Jane e Mr Rochester, che era il confronto forte tra due anime ferite. Ho gradito tanto la parte in cui Jane ritrova una famiglia e il confronto forte tra Mr.Rivers e Mr. Rochester, che mette in luce le due anime di Jane, quella impegnata ma con la tendenza a cedere all'impeto altrui, e quella più forte, indipendente, risoluta ma dolce, che sceglie di far crescere e sbocciare accanto a Mr. Rochester. Da notare è il rapporto tra Mr. Rochester e Jane: se lui è molto forte, lei ha avuto modo di trovare spazio accanto a lui e libertà nel modo di essere donna, diversamente, accanto a Mr Rivers, personaggio poco valorizzato, a mio parere, uomo teso verso grandi ideali di sacrificio, che chiede molto a sè e agli altri, tanti da parere disumano, Jane quasi cede, ma si ferma, capendosi sacrificata e sacrificabile sull'altare dei suoi ideali. quella del rapporto con questi due uomini, è una tensione tra sacro e profano, tra ideale impossibile e ideale romantico possibile(Mr Rochester è un uomo buono in fondo, lo dimostrano la sua volontà di avere cura della bambina o di tentare di salvare la moglie pazza in extremis o la dolcezza disperata con cui riaccoglie Jane, ma la sua è una bontà meno ideale e santa). Quanta modernità, cura all'emotività della protagonista, in questo romanzo. Davvero molto bello.
-Le guerre perdute di Jurij Beljaev di Sautreuil. Questo romanzo è un reportage, che parla della vita di Jurij Belaev, un personaggio davvero vivente che nella sua storia sintetizza quella della Russia, dopo la caduta del muro. Pierre Sautreil incontra Jurij nel Donbass e tra il giovane giornalista francese e il guerrigliero sessantenne, si instaura un rapporto particolare, nel quale il secondo racconta al giovane la sua vita eroica, la sua felice bugia ad alta voce. Scopriremo allora i personaggi sordidi che nel 2014 giravano nel Donbass, le lotte tra fazioni che dovrebbero stare dalla stessa parte, al presenza dei cosacchi, nodo focale della storia russa. E ancora la vita di Jurij, che da poliziotto è diventato mafioso, politico, signore della guerra, combattente con il suo gruppo mercenario nella celebre guerra di Bosnia. E si scoprirà di Putin, dei suoi oppositori, della vita di un oppositore che ne ha passate tante, ma si crede immortale. è quasi un romanzo, più che una storia vera, questo reportage, che porta nel cuore di una Russia che vive e ha vissuto momenti storici a noi occidentali sconosciuti.
-Enigma di Harris, affascinante e avvincente, racconta la vicenda di Enigma e di Ultra, il primo sistema decrittore del famigerato Enigma, la macchina nazista che celava con codici complessi le indicazioni che erano date alle varie compagnie di guerra disperse per l'Europa e l'oceano Atlantico. La potenza narrativa, il meccanismo con cui gli eventi si incastrano, la vicenda legata al massacro di Katyn (una pesante eredità a tutt'oggi, figurarsi all'epoca in cui il massacratore era Stalin, il nuovo alleato), entrano in una Storia credibile e potente. E infatti è da Ultra che sono nati i pc, di cui oggi usiamo eredi sempre più complessi.
-Storia di due anime di Landragin. Stupendo, magnifico, spettacolare, intrigante, avvincente, si può leggere in ordine, racconto dopo racconto (ce ne sono tre) o saltando i capitoli delle tre storie, in un intreccio intenso, potente e con un finale tutto da comprendere. è una di quelle riletture che si amano sempre. Lo consiglio a chi vuole tentare un libro alternativo e davvero ben scritto (altro che the Hourglass!).
-Finché non aprirai quel libro di Aoyama. è un testo con lo spirito nipponico, con personaggi tratti dalla società giapponese, come la giovane commessa insoddisfatta della sua vita ma incapace di cambiarla, il disoccupato senza motivazione, il pensionato che si sente inutile e improduttivo, la giovane madre che si sente gettata lontana dal mondo competitivo del lavoro. il giovane impiegato col sogno di aprire un negozio di antichità. Sono persone che hanno perso l’orientamento nella vita e ne soffrono dolorosamente, finché non incontrano al bibliotecaria della biblioteca del quartiere, che, accanto a libri scelti per necessità della vita, aggiunge un libro diverso, di poesie, per bambini, sull'evoluzione, un manga di Kenshiro... e dono come supplemento qualcosa in lana cardata, che poi guida i protagonisti di ogni capitolo verso interazioni più forti e profonde con persone note o le spinge a tentare esperienze diverse e incamminarsi verso ciò che vogliono diventare, partendo però sempre da ciò che sono, dai loro talenti, dalle loro possibilità sopite. Ogni storia si lega all’altra, descritte tutte con tono poetico, con personaggi ben tratteggiati, con uno studio psicologico eccellente. Ci resta la figura di questa bibliotecaria, così apparentemente silenziosa e scontrosa, ma capace di farsi oggetto di riconoscenze importanti e i suoi lavoretti in lana cotta. Bellissimo.


SAGGI
-La foresta che cammina : le sepolture dei soldati tedeschi, 1920-1970 di Mulazzani. Questo trattato di architettura tratta dei cimiteri di guerra tedeschi, spiegando come la quantità immane di morti della prima e della seconda guerra mondiale rimase dispersa in altri paesi a lungo. La prima guerra mondiale, infatti, lasciò sui campi di battaglia di Russia ed Europa troppi morti, ai quali si aggiunsero quelli della seconda, generando un numero imprecisato di cimiteri sparsi in paesi che non erano la madrepatria dei caduti. Era naturale seppellire nel luogo della morte, ma il fronte si muoveva e con esso i cimiteri estemporanei fiorivano. Con il primo dopoguerra la Germania fondò un ente, attualmente esistente, che si occupa di gestire i cimiteri oltreconfine e di costruire i sacrari, luoghi in cui i dispersi o i resti umani (molti, troppi, sono soldati ignoti) vengono raccolti. E i cimiteri di guerra diventano per la Germania, prima un modo per mostrare la sua potenza bellica con strutture che sono fortezze e mostrano quello spirito tedesco di forza, dando l'idea della foresta che cammina, metafora legata all'esercito e alla sua natura folta e primordiale, come la foresta tanto amata dai tedeschi. Poi, dopo il nazismo, si ridiscute il valore dei monumenti cimiteriali, passando dal Sacrario di Passo Pordoi, minaccioso e imponente, a quello di Futa col suo muro e la sua montagna di morti, a quello di Motta Sant'Anastasia, che sfascia il mito dei martiri belligeranti e si apre alla pace e al cordoglio. è stupefacente di come un cimitero di guerra parli a chi lo guarda delle intenzioni di chi l'ha costruito. Noi stressi abbiamo sacrari dovunque, rimpatri a parte e un'associazione, L'Onorcaduti, che si occupa di gestire e manutentare tali strutture. è un mondo affascinate e potente, quello delle sepolture, perché i morti non parleranno, ma gli latri sì che li fanno parlare. E ogni paese ha la sua tradizione cimiteriale tutta da capire, perché siamo esseri umani, la cultura è la nostra seconda natura e intride la nostra vita ma anche e soprattutto, la nostra morte.



LIBRI PER RAGAZZI
-Max, cavaliere a metà di Peirce; fumetto divertente, irriverente, che fa battute anche su oggetti e modi di dire dei nostri tempi(la gag della banana è fantastica o anche quella del goldendoodle!), pur essendo ambientato in un medioevo fantastico con re usurpatori, draghi, maghi dalla bacchetta guasta che vengono da una casa di riposo, draghi e uno zio che è... un'oca, ma che di simpatia ne ispira a palate. è una storia che pare banale, ma che nasconde tematiche rese simpatiche ma importanti, come la voglia di non seguire il mestiere del genitore, il desiderio di sognare, l’emancipazione della ragazza, il valore decaduto di tradizioni rigidissime. Simpatissimo.
-Fiabe alla finestra di Parro Marconi; leggere fiabe da adulti crea dei complessi: ti domandi come, da bambina, facevi a leggere raccontini senza gridare: e allora? embè? e l'insegnamento è dato in maniera così banalotta? Complice l’introduzione entusiasta di Titti Burigana, altra scrittrice locale come la Marconi, ero quasi entusiasta, poi ho ceduto al malanimo dell'adulta: situazioni che sembrano scenette, crescite dei personaggi nulle, tutto che si risolve con facilità assurda, cattivi dai nomi assurdi e poco credibili, trame insignificanti. Aggiungo l scrittura della Marconi, che professoressa, elabora un linguaggio che pare leggero, ma è pesante come un macigno, con espressioni verbali assai desuete. Non so se sono io come lettrice a non aver gradito trame e stile narrativo e di scrittura, o il fatto che sono proprio fuori taglia, ma credo al prima. Che tristezza di libro.
-Le storie del quartiere di Lyon, una pena di fumetto. L'altro era migliore, ma questo più che ridere, fa piangere. Passi la grafica solita, coi corpi piccoli e teste enormi e squadrate, passino i personaggi strani a vedersi (è un fumetto dopotutto), ma la narrazione è pietosa. Si passa dal nonnino che per strada si fa di fagioli magici e rompe le scatole pure alle pietre, a Lyon e combriccola, che, senza più case, pensano di svaligiare una banca in maniera incasinata. Che orrore.
-Come stelle nel cielo di Jamieson e Mohamed. Omar e Assan sono due orfani della guerra somala, il primo, a 4 anni, si trova ad aver cura del fratellino disabile grave ed entrambi vivono nell'immenso campo profughi keniano di Dabaab (www.repubblica.it/solidarieta/prof...illo-380634757/). Questo fumetto nasce dalla collaborazione di Omar, che offre la sua storia difficile ma piena di speranza e di Jamieson, che ha reso in fumetto questa storia potente di vita. E questo fumetto rende, rende tutto, la fame, la disperazione di un inferno a cielo aperto che è il campo profughi, dei diritti calpestati delle ragazze e dei bambini che non hanno nemmeno un libro per andare a scuola; rende la realtà di legami umani e profondi(sollecitati dalla presenza del fratellino disabile), che nascono in un luogo di miseria e disperazione; rende il valore emancipatore della scuola e dell'istruzione, che da al protagonista (eh si, è una storia vera!) la possibilità di sognare una vita migliore, per sé e per il fratello, ma anche per i bambini come lui; rende il limbo infernale degli aiuti internazionali, nei quali, per poter essere trasferiti n altri paesi come richiedenti asilo, servono procedure pesanti e lunghe, che possono spezzare lo spirito di chi non ha più nulla, a parte la speranza;: rende la povertà assoluta, di capanne piccole, di letti che non ci sono, di cibo che non c'è, di una tera a cui non si può tornare, di nessuna tera a cui arrivare. Il protagonista ha un lieto fine, ma quanti migranti stiamo condannando in Africa e nella rotta balcanica o in Turchia ad un simile inferno in terra?
Dietro al semplicità narrativa apparente di un fumetto, c'è una storia potentissima, umana, dolorosa ma forte come la vita che non si arrende mai. Stupendo.
-Momo di Garnier. Light novel carina che parla di una bimba e di un grande lutto, sullo sfondo di un'estate pigra in Normandia, con una ragazza annoiata e un ragazzo del posto che cerca di essere chi non è, ma ci penserà la piccola Momo. un'opera tenera, graficamente non mi è molto piaciuta.
-Timo l'avventuriero di Garnier. Siamo in un mondo magico, in un villaggio Timo, un ragazzino, tenta l'avventura e se all'inizio è innocente e infantile, poi verrà travolto da un personaggio e una vicenda, che coinvolgerà in parte la sua vita, e lo costringerà a capire, agire, prendere posizione e usare un potere inaspettato: la possibilità di aiutare un personaggio a perdonarsi e a spingere persone adulte e arrabbiate o passive ad andare avanti. è un fumetto che merita, perché ha un valore più profondo.
-Le isole sommergibili : Il viaggio di Madreperla di Arispe. primo episodio di una vicenda, narra il viaggio di un eroe inaspettato e del suo gruppetto verso un luogo magico e una scoperta tragica. Non mi ha colpito ne la grafica; né la storia, che ho trovato dispersiva.
- Investigators di Green. Fumetto banalottissimo, più una vicenda stupida e irriverente ad alto tasso di incasinamento. Carina al scena della matita o dell'elicottero mannaro, ma se ne trovassi latri della serie, non li leggerei.
-No sleep till Shengal di Zerocalcare. Fumetto di Zerocalcare che parla di una minoranza religiosa schiacciata in Iran. Intenso e crudo, ma le battute volgari erano eccessive. Il tema, però, è potente e sconosciuto ai più. e bravo Zerocalcare.
-Il giorno dei morti : Le stagioni del Commissario Ricciardi di De Giovanni; light novel che parla del commissario Ricciardi, nella Napoli degli anni '30, tra Mussolini, polizie che si autosorvegliano e un morto scomodo. Ricciardi farà luce sul mistero che affonda le radici in una società disperata, svelando la miseria, ma pure le luci troppo accecanti, di un mondo apparentemente troppo pulito. Il disegnatore poi si è divertito a fare il Ricciardi febbricitante con la femme fatale di fianco. A parte gli scherzi, c'è uno studio dell'ambiente, dei personaggi, dei modelli, ammirevole e spiegato a fine volume.
-Montagna si scrive in stampatello di Longo. è un libro per ragazzi, in cui il giovane protagonista va con la mamma in una gita musicale classica in montagna. è un bambino che vive tra il padre che è uno stampatello, sicuro, affidabile e la mamma separata che è corsiva, allegra, disordinata, entusiasta. E pure lui in questo viaggio di rifugio in rifugio, tra la neve, la musica classica e persone nuove, imparerà a lasciarsi andare e ad amare sempre di più quella madre gentile e particolare.

Tra i 5 romanzi del mese (ottima la rilettura, Harris è sempre insuperabile, bello il reportage sulla vita di Juri Belaev e stupendo il testo nipponico, Jane Eyre stupefacentemente moderno), il saggio sui cimiteri militari tedeschi (ogni cultura ha i suoi cimiteri, figurarsi quelli di guerra, poi), fumetti (che vanno dai banolotti a quelli più intensi e importanti a livello di tematica trattata), è stata un'ottima annata. Il mese prossimo cercherò ancora saggi e soprattutto autori come Harris o Lilin o Bussi. Grazie a chi me lo ha fatto conoscere!
 
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view post Posted on 13/5/2024, 09:32
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APRILE 2024
Siamo a 17 anche questo mese, con più romanzi e meno fumetti, ci sono riletture felici (vedi Simenon) e romanzi nipponici culturalmente auto centrati. è stato proprio un buon mese, con un solo scarto: Requiem di provincia di Longo, troppo poliziesco con personaggi odiosi e troppo caricaturali.

ROMANZI
-Vita dopo vita di Atkinson. una rilettura che sa di capolavoro. Narra la vicenda di Ursula, morta almeno tre volte durante l'infanzia, meno di una decina fino all'età adulta. La sua è una vita che riparte sempre dal 1910 e si spegne per circostanze casuali e non (spagnola, un bombardamento, suicidio, incidente, vecchiaia) e in ogni rinascita lei si ricorderà la vita passata, cercando di salvare più gente possibile coi mezzi che ha, cambiando scelte di vita, sposandosi o restando con l’amante, restando single o diventando madre. Ma tutto la porterà a salvare un'unica adorata persona. Eppure in ogni storia ci sono dei vicoli nuovi per tutti (pure per i conigli del giardino di Corner's Fox) e in ogni storia ci si immerge come tornando in un luogo noto. Ogni personaggio ha una sua vita, un suo colore, un suo vissuto, come la terribile cuoca e alcune vite hanno sbocchi diversi ad ogni rinascita. Meraviglioso, semplicemente meraviglioso.
-L'ultimo oracolo di Rollins, sesto episodio della saga della sigma force. Grey è in lutto per Monk, Kat fatica a rialzarsi, ma deve, con la bimba piccola rimasta orfana del papà. E poi arriva un uomo radioattivo, che muore portando alla Sigma una moneta di un antico oracolo e, in seguito, gli zingari con una bambina autistica con poteri eccezionali e un impianto sospetto al cervello. Tra fughe rocambolesche, rivelazioni sempre a metà, Grey seguirà le tracce di un oracolo in India e poi presso Cernobyl, nel frattempo Kowalsky incontrerà una donna capace di tenergli testa ed emergeranno nella storia bambini straordinari, che guideranno un personaggio amato all'azione, mentre uno di loro, potente e disposto al sacrificio, giocherà una partita pericolosa per salvare tutti, in un crescendo di tregenda radioattiva. Favoloso questo capitolo, presto leggerò il prossimo e poi gli spin-off.
-Luci nella notte di Simenon. Anni '50, una coppia va a riprendere i figli al campeggio, in un latro stato. Litigano, lui va a bere in un locale, lei prende l'autobus e sparisce, lui carica a bordo un ricercato e perde la moglie. La vicenda è un noir forte, psicologico ma stringente, su una coppia pronta a scoppiare, tra lei che ha un lavoro in ufficio più importante e la macchina, lui che è un impiegato che deve correre a casa coi mezzi pubblici per occuparsi dei figli. Ma qualcosa li unirà e sarà inaspettata e violenta. Stupendo questo Simenon.
-Le delizie della signorina Ashikawa di Junko. Nipponico ma bocciato. un centinaio di pagine per non dire nulla, a parte che una esce prima da lavoro e si fa perdonare facendo dolci che porta in ufficio (con la conseguenza che il/la collega che lavora in più per lei, fino a notte fonda, prende il dolcetto, lo massacra e lo cestina, ma passa per bullismo verso una ex vittima di mobbing stranamente troppo allegra). Non c'è una vera e propria trama, ma si parla dell'infernale vita in ufficio, di chi sgobba, e di chi non sgobba (e sta sulle scatole a pochi, grazie ai dolci che fa), con una narrazione che va da una prima ad una terza persona di due personaggi diversi, nei cui pensieri espressi non cambia mai il registro (il che risulta straniante e fastidioso, considerando che sono uomo e donna). I due personaggi che narrano al vicenda sono estremisti, senza storia apparente e lui, odiatore del mondo, dei libri, del cibo e della cultura del cibo, ti fa far schifo, con le sue descrizioni, pure andarci a cena. 100 pagine insulse, forse era troppo culturalmente distante, ma per me è già il peggiore del mese.
-Il piccolo libraio di Archangelsk di Simenon, altra meravigliosa rilettura, che parla di un uomo, che, tutto sommato, cercava solo un nido e qualcuno che lo condividesse tranquillamente con lui, scoprendo di essere uno sradicato, un orfano e, alla somma dei fatti, una persona incompresa che lui credeva a casa. Struggenti e tragici sono gli scorsi psicologici di quest'uomo e ottima la descrizione del contesto sociale in cui vive.
-Casa dolce casa di Reyes. Primo libro di quest'autrice, promette molto bene. è un giallo intenso, che si basa sull'amnesia della protagonista, che non viene creduta né dal fidanzato, né dalla madre, in merito alla morte, avvenuta anni prima in modo misterioso, della migliore amica. Il suo sarà un viaggio in solitaria, a caccia di ricordi, verso una giustizia non facile da raggiungere, viste le sue condizioni psicofisiche che la rendono poco credibile. Bello l'escamotage del manoscritto del padre e la parte che l'amnesia gioca in questo romanzo. Unica pecca: troppo rapido lo scioglimento, ma era l'unico modo per chiudere lo scritto.
-La salita verso casa di Nishi. è un prodotto giapponese, troppo giapponese. Abbiamo una famiglia disastrata che si riunisce, il cui polo gravitazionale è al cagnetta anziana Sakura. Il tracollo di questo nucleo, composto da genitori e tre figli, è cominciato quando il figlio maggiore è morto e pare che per questa famiglia resti solo un baratro emotivo. Eppure qualcosa succede, di tragicomico ma forte. è troppo nipponico perché parla di rapporti tra fratelli fuori casa (poco), di scuola e di rapporti tra fratelli che frequentano lo stesso istituto, ma pure affronta tematiche pesanti come l'omosessualità, il lutto. é un prodotto pregevole, ma finisce con lo sfumare con l'atmosfera nipponica.
-La Marie del porto di Simenon, un romanzo psicologico intenso che parla di una ragazza povera ma intraprendente, che, per salvare al famiglia, decide di prendere al laccio il fidanzato ricco della sorella svampita. il tutto, in una comunità portolana che tutto osserva e tutto commenta. Profondità narrativa che scruta pure la personalità libertina, capricciosa e gelosissima, del fidanzato della sorella. Simenon non perde un colpo.
-Il sonno del mattino di Harris. Meraviglioso e geniale. Siamo nel 1400 e un giovane prete deve celebrare la messa per un prete di provincia morto misteriosamente. Ma emergeranno segreti che dovevano restare sottoterra e negli scaffali polverosi. Gli Antichi sono morti, lasciando i loro manufatti, plastica, uno strano oggetto con una mela morsicata, vetro, edifici in rovina in cemento di cui non si capisce l'uso a partire dai pochi ruderi... ebbene, gli antichi siamo noi e questa è una fantastica storia distopica, che nell'arco di sette giorni, stravolge la vita del giovane prete e le sue concezioni sull'Apocalisse, chiamando in causa una setta che conosceva gli antichi, quella degli antiquari, considerata tanto eretica da bruciare i loro libri in piazza e incarcerare in stile santa inquisizione i suoi membri. A livello sentimentale c'è la sua crescita come assere umano e una bella storia d'amore. Davvero meraviglioso (lo so, ho già usato quest'aggettivo, ma perdonatemi) il colpo di scena finale. è un romanzo da applauso, per la sintassi veloce ed intensa, la capacità narrativa di dare informazioni senza interrompere il flusso della vicenda e per il finale potente. è uno tra i migliori libri del mese.
-Io, robot di Asimov, è una serie di racconti che, in un ideale arco narrativo che parte dal primo robot senza parola, alla Macchina che controlla le decisioni di interi continenti a livello produttivo, economico, umano, abbraccia una serie di esperienze diverse. Il focus narrativo è l'intervista alla dottoressa Calvin, prossima alla pensione, da parte di un giornalista giovane. Grazie ai racconti, scopriamo gli step con cui i robot si sono resi sempre più indispensabili: dal muto robot balia a quello che scava risorse su Marte; da un robot che non si concepisce creato da un fallace essere umano e crede di servire un dio superiore a quello che prende iniziative personali se va in tilt; da quello telepate ed empatico, capace di mentire a quello capace di mentire e nascondersi; da Mente, un elaboratore potente e in vena di scherzi, ad un androide umanoide capace di avere cura degli esseri umani meglio di loro, fino alla grande Macchina continentale. In ogni vicenda ci sono i debugger che, cercando di capire il funzionamento di una macchina, portano alla luce l'umanità che prima guida, poi deve pensare come una macchina per capirla. Potente il finale in cui emerge un fatto sorprendente: per aver cura di un essere umano, la macchina può arrivare a sbagliare, presentendo di non essere ascoltata. Considerando che è stato scritto nel 1950, è un testo potente e attuale.
-I superstiti della Telemaque di Simenon; altro grande romanzo di Simenon, stavolta alle prese con un orrido episodio di cannibalismo, due fratelli gemelli e le loro dinamiche; storie di orfani che non si comprendono e, infine un omicidio che scoperchia fatti di lunga e dolorosa memoria. Stupendo.

SAGGI
-Logo beginnings di Müller, un volumone enorme, dalla costa di 34 centimetri, che spiega il fenomeno dei loghi. c'è un saggio, il primo sul tema, del 1924 in tedesco, tradotto in inglese, riproposto interamente. E poi paginate su paginate di loghi, suddivisi per tema, con le sue date e le sue ditte corrispondenti. è stato un viaggio affascinante in questo mondo che ci pervade, e, curiosamente, che dobbiamo al medioevo e ai cavalieri, i cui simboli furono adottati dai commercianti (orafi, librai) dei loro possedimenti.
-Basta piangere! : storie di un'Italia che non si lamentava di Cazzullo. Capitolo per capitolo, il giornalista ci porta nella sua infanzia e giovinezza, maturità e attualità, come se parlasse in vece della sua generazione di quarantenni. Descrive il mondo dei nonni, quello dei genitori, i fenomeni culturali di ogni decennio, le emozioni che accompagnavano ogni fase della vita sociale e della cultura italiana e lo fa con leggerezza, in un flusso narrativo quasi da film, con immagini, riferimenti storici, cibo, balli, personaggi celebri. è una giostra intensa, potente, che porta ad un messaggio finale: basta piangere; i nostri nonni, seppur partendo da condizioni critiche, hanno creduto e scommesso e oggi che stiamo meglio di loro, dobbiamo scommettere pure noi.

LIBRI PER RAGAZZI
-La bella e la bestia di Barbot De Villeneuve. Si tratta della favola originale, con un'impaginazione ricercata ed elementi interattivi davvero pregevoli. La vicenda è più che barocca, con molti intrecci, molta gente con poteri che agisce, ma la soluzione sta nelle mani e nel cuore di una Bella, che, ahimè, è fin troppo buona. La versione Disney ne ha fatto una cesura pazzesca, ma forse più efficace.
-Roba da mostri di Pagani e Pluc, un fumetto che fa ridere, emozionare, ridiventare piccoli e poi di nuovo grandi. Ci sono battute memorabili che solo ad un adulto può capire (come quella di Gregor Samsa e di Mark Chapman o quella della strega che non si paragona ad una quarantenne senza fascino, ma è una strega vera, lei!) e un bel finale, che unisce la componente adulta a quella infantile. La grafica è davvero fantastica, con elementi come un enorme dimenticatoio, ovvero un mobile pieno di cassetti.
-Tasso e Puzzola di Timberlake, un fumetto dal contenuto tenero e dai temi pure adulti, che si percepiscono benissmo. Tasso è uno studioso disoccupato che vive in casa della zia viaggiatrice. Un giorno la zia gli manda un inquilino, Puzzola, che stravolgerà l'ordine leggendario e il silenzio da cattedrale della sua vita, portandogli colore, disordine, galline e allegria, che non subito apprezzerà, ma di cui poi capirà l'inestimabile valore. è al storia di un’anima disordinata e allegra e di una seria, precisa e studiosa, che si trovano poi, dopo confronti di vario tipo, a piacersi e a capirsi come esseri speciali. Davvero tenero.
-L'Europa spiegata male di Muzzopappa; Con un cognome dle genere devi essere un campione di ironia e di autoironia, cosa che questo autore è. Una casa editrice vuole che l'autore visiti i paesi europei, ma man mano gli taglia i fondi di viaggio e non accetta critica nessuna, pena multe multimilionarie... intanto ci sarà uno specchietto illustrativo simpatico, sindacalista, romantico o giustamente orgoglioso del suo sapere, che accompagnerà l'autore in questo viaggio sgangherato. Si ride molto, ma si scopre ancora di più in quest'avventura buffa ma intelligente. E bravo Muzzopappa!

Concludo il mese con 11 romanzi (Simenon fa la parte del leone; ottima al rilettura di vita dopo vita; in calo gli autori nipponici; Harris sempre meraviglioso), 1 saggio poderoso ma interessantissimo, segue il misto leggero: 2 fumetti, una favola ben nota in versione originale e, da segnalare, il libro di Muzzopappa, per la cultura, l'ironia e l'intelligenza, per un totale di 17 testi. è stato un mese interessante davvero, ma il livello di alcune letture era scarsetto, seppur io abbia scartato poco. Per il prossimo mese prevedo di leggere Rollins, Simenon, Harris, Lilin...
 
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view post Posted on 13/5/2024, 17:29
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Atenaide2 prima o poi devo rileggere Jane Eyre 3_3
Di Simenon è sempre il momento giusto <3
 
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