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Il sentimento del ferro, Giaime Alonge

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view post Posted on 1/3/2024, 16:18
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権叔父

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CITAZIONE
Agli inizi degli anni Quaranta, il maggiore delle SS Hans Lichtblau viene messo alla guida di un programma di ricerca che utilizza i prigionieri dei campi di concentramento come cavie, ma anche come assistenti, inquadrati nel Kommando Gardenia. Sullo sfondo degli esperimenti, la “soluzione finale del problema ebraico”, l’avanzata nazista in Russia e la colonizzazione dei territori dell’Est, poi, inaspettata, la disfatta e la caduta di Berlino. Del Kommando fanno parte Shlomo Libowitz, nato in uno shtetl polacco e convertitosi al sionismo nel Lager, e Anton Epstein, ebreo assimilato della borghesia praghese, convinto che l’unica risposta possibile alla barbarie sia il socialismo. Shlomo e Anton sopravvivono alla guerra e al trattamento di Lichtblau, testimoni scomodi di un mondo passato, eppure ancora capace di influire sul presente. A distanza di quarant’anni, per conto di mandanti diversi e in apparenza inconciliabili, i due reduci si mettono sulle tracce di Lichtblau, il quale, in America Centrale, combatte i sandinisti per conto della CIA, razzia villaggi e smercia droga. Quella di Anton e Shlomo è una vendetta tardiva, in una corsa contro il tempo, perché la vita potrebbe essere troppo breve per saldare tutti i conti.
 
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view post Posted on 2/3/2024, 20:26
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権叔父

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Finalmente un romanzo (anche) sulla Shoah in cui si va oltre alla dicotomia nazisti malvagi e ciecamente fedeli vs ebrei santi dediti al martirio. La realtà storica turbolenta dell'epoca è molto più complessa e sfaccetata di così e se Alonge non è riuscito a scrivere un romanzo stilisticamente perfetto quantomeno è riuscito a catturare i mutamenti e le fazioni sociali e storiche in atto. L'ammasso di nomi e personaggi che vengono immessi in continuazione nel romanzo è spiazzante e smorza moltossimo l'attenzione ma riesce a fornire quanti più punti di vista possibile non solo sulle vicende della Seconda Guerra Mondiale, ma anche oltre, fino agli anni Ottanta. Perché pur essendo un romanzo basato principalmente sugli anni Cinquanta, è anche attualissimo perché descrive senza ipocrisia e remore come si sia giunti al conflitto odierno tra Palestina ed Israele e di quali crimini si siano macchiati i soldati israeliani, nonché quanto la loro "filosofia" non fosse in fondo tanto diversa da quella nazista (entrambi in fondo non fanno altro che prendere atto del Lebensraum, la necessità di uno spazio tutto per sé in cui vivere; i nazisti sottraggono le terre a slavi, zingari ed ebrei; gli israeliani la sottraggono ai palestinesi). In realtà l'autore non risparmia proprio nessuno: anche l'Armata Rossa viene descritta come una gigantesca orda di orchi pronti a stuprare ogni donna e saccheggiare e distruggere ogni villaggio o cittadina tedesca, cosa non lontana dalla realtà. In questo romanzo c'è poco eroismo, l'azione non si svolge intorno all'intento nobile di fermare i soldati nazisti dal soggiogare l'Europa, ma è imperniata sul sentimento personale e intimo della vendetta contro i soggetti che hanno direttamente causato dolore alle vittime.
Sarebbe anche un eccellente romanzo d'avventura se non fosse che l'autore ha avuto la perniciosa idea di scrivere capitoli brevissimi facendo moltissimi salti temporali, cosa che spezza continuamente la narrazione e che secondo me si sarebbe dovuto evitare assolutamente.
 
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