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Il Giorno della Memoria - 27 gennaio

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view post Posted on 27/1/2011, 10:09
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« La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati. »

PER NON DIMENTICARE.

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Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
...che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un si o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.

(Primo Levi)
 
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view post Posted on 27/1/2011, 10:54
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annavargiu
view post Posted on 27/1/2011, 15:13




SULL'ARGOMENTO VI CONSIGLIO UN LIBRO BELLISSIMO E TERRIBILE :LA CASA DELLE BAMBOLE.
Scritto da un reduce di Auschwitz che si firma col numero di matricola marchiatogli sul braccio dai nazisti, cioè Ka-tzetnik 135633
 
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view post Posted on 27/1/2011, 15:16
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view post Posted on 27/1/2012, 10:36
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qweedy
view post Posted on 27/1/2012, 21:22




"Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario" Primo Levi

Scarpette rosse

C’è un paio di scarpette rosse
numero ventiquattro
quasi nuove:
sulla suola interna si vede
ancora la marca di fabbrica
Schulze Monaco
c’è un paio di scarpette rosse
in cima a un mucchio
di scarpette infantili
a Buchenwald
più in là c’è un mucchio di riccioli biondi
di ciocche nere e castane
a Buchenwald
servivano a far coperte per i soldati
non si sprecava nulla e i bimbi li spogliavano e li radevano
prima di spingerli nelle camere a gas
c’è un paio di scarpette rosse
di scarpette rosse per la domenica
a Buchenwald erano di un bimbo di tre anni
forse di tre anni e mezzo
chissà di che colore erano gli occhi
bruciati nei forni
ma il suo pianto
lo possiamo immaginare
si sa come piangono i bambini
anche i suoi piedini
li possiamo immaginare
scarpa numero ventiquattro
per l’eternità
perchè i piedini dei bambini morti
non crescono
c’è un paio di scarpette rosse
a Buchenwald
quasi nuove
perchè i piedini dei bambini morti
non consumano le suole

Joyce Lussu

Terezìn fu il maggiore campo di concentramento nazista sul territorio della Cecoslovacchia, qui passarono 15.000 bambini: non ne sono sopravvissuti nemmeno 100. Avevano un’età compresa tra i 12 ed i 16 anni.


Tre delle sessantasei poesie dei bambini di Terezin:

La farfalla

L’ultima, proprio l’ultima,
Così ricca, smagliante, splendidamente gialla.
Se le lacrime del sole potessero cantare contro una pietra bianca…
Quella, quella gialla
E' portata lievemente in alto.
Se ne è andata, ne sono certo, perché voleva dare un bacio d’addio al mondo.
Per sette settimane ho vissuto qui,
Rinchiuso dentro questo ghetto
Ma qui ho trovato la mia gente.
Mi chiamano le margherite
E le candele che splendono sull’abete bianco nel cortile.
Solo che io non ho visto mai un’altra farfalla.
Quella farfalla era l’ultima.
Le farfalle non vivono qui, nel ghetto.


Pavel Friedmann


Lacrime

e dopo di loro la rassegnazione giunge,
lacrime
senza le quali la vita non è,
lacrime
ispirazione alla tristezza
lacrime che scendono senza tregua


Alena Synkovà



LA PAURA

Di nuovo l’orrore ha colpito il ghetto,
un male crudele che ne scaccia ogni altro.
La morte, demone folle, brandisce una gelida falce
che decapita intorno le sue vittime.
I cuori dei padri battono oggi di paura
e le madri nascondono il viso nel grembo.
La vipera del tifo strangola i bambini
e preleva le sue decime dal branco.
Oggi il mio sangue pulsa ancora,
ma i miei compagni mi muoiono accanto.
Piuttosto di vederli morire
vorrei io stesso trovare la morte.
Ma no, mio Dio, noi vogliamo vivere!
Non vogliamo vuoti nelle nostre file.
Il mondo è nostro e noi lo vogliamo migliore.
Vogliamo fare qualcosa. E’ vietato morire!

Eva Picková - anni dodici - morta il 18/12/1943


 
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view post Posted on 28/1/2012, 14:33
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grazie dani.
sono bellissime, purtroppo tristissime.
 
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