Ci sono artisti la cui fama spesso è anonima, dovuta a un'opera che si manifesta d'improvviso universale e dirompente, davanti alla quale in pochi magari ci si chiede, gioco di parole, chi ci sia dietro.
Mccurry è uno di questi:
Nato nel 1950 a Filadelfia, vive lavorando come cuoco, mentre studia fotografia alla Pennsylvania State University.
soliti lavoretti in giornali locali, poi nel 1979 la svolta quando si trova, attraversandolo, al confine tra il Pakistan e un Afghanistan controllato dai ribelli, poche settimane prima dell'invasione Sovietica del paese.
"Riemerge" dopo mesi con rullini e rullini di negativi relativi a scatti durante la guerra; grazie a questo lavoro vince nel 1980 il Robert Capa Gold Medal Award come miglior reportage estero.
Collaboratore del National Geographic (che scelse nel 1985 come copertina la famosa foto di cui sopra), ha scattato in tutte le zone di guerra della Terra - Jugoslavia, Afghanista, Kuwait, Iraq, Beirut - , oltre ad aver realizzato reportage dall'India, Birmania, Yemen, Tibet.
Dal 1986 fa parte dell'Agenzia fotografica Magnum , forse la più prestigiosa al mondo.
“La maggior parte delle mie immagini sono di persone. Cerco il momento indifeso, l’anima più genuina che si affaccia, l’esperienza impressa sul volto. Cerco di trasmettere ciò che quella persona può essere, una persona sensibile in un contesto più ampio, che potremmo chiamare condizione umana
Spesso cerco di capire la gente, come vive, come sopravvive nelle situazioni di incertezza create dalla guerra, nel disastrastro disarmante. Mi piace pensare di poter in qualche modo aiutare queste persone a rendere visibile al mondo la situazione di precarietà e di dolore in cui si trovano. “Scatta ormai esclusivamente in digitale, con una Nikon D700.
Maestro assoluto nella gestione della luce e del colore, staccandosi dalla tradizione fotogiornalistica che vuole le foto in bianco e nero, risponde così quando gliene chiedono conto:
"È molto semplice, perché la vita non è in bianco e nero. La realtà è colorata e a me piace rappresentarla così come la vedo. Non so voi, ma io la vedo a colori (ride), le cose hanno un’anima colorata"