| Finito di leggere "Odore di chiuso" qualche settimana fa, mi permetto di condividere con voi le mie impressioni in merito. Non vi nascondo che avevo dubitato, in maniera preconcetta, dell'idea di Malvaldi di inserire un personaggio realmente esistito - Pellegrino Artusi, autore del celebre manuale di cucina - oltretutto calato in una parte a cui nessuno l'avrebbe associato, quella di arguto osservatore e, a modo suo, investigatore. Ovviamente non vi dirò nulla della storia, ma voglio darvi qualche dettaglio sul libro in quanto a narrazione. Innanzitutto, il linguaggio: non so se vi sia mai capitato di leggere proprio il manuale di cucina dell'Artusi. L'edizione originale è stata scritta alla fine del 1800 (ho controllato su Wikipedia, non sono così colto...) e anche le successive ristampe hanno mantenuto la stesura originale in un italiano di fine ottocento. Beh, Malvaldi ha scritto tutto il libro, in particolar modo i dialoghi, utilizzando un italiano "antico", ma tanto garbato e così nel contesto da far immergere il lettore in quell'epoca. Non so se possa definirsi rimpianto di non aver vissuto un'epoca come quella, ma devo confessare di aver desiderato che alcuni di quegli aspetti che definirei formali o galanti fossero sopravvissuti a questi cento e passa anni. Non mi fraintendete, non sto dicendo che si vivesse meglio allora che oggi, non ho abbastanza informazioni per poterlo affermare, ma se avessi la macchina del tempo un viaggetto a fine Ottocento me lo farei volentieri. Soprattutto in Toscana, terra meravigliosa di Malvaldi e ambientazione perfetta per questo romanzo. Ai non-toscani come me risulterà impossibile non immaginare e sentire nella propria testa la voce narrante come se fosse di Benigni, o Pieraccioni, o scegliete voi un qualsiasi toscano di vostra conoscenza. Io, ad esempio, sentivo il mio amico grossetano Riccardo raccontarmi le vicende di questa bizzarra storia gialla condita di mille altri ingredienti - sarà per questo che trova posto così bene Artusi! In definitiva, il libro mi ha fatto divertire un mondo, così pieno di personaggi, di battutacce alla toscana (se siete dei paladini del politicamente corretto, lasciate perdere), di situazioni a volte grottesche ma sicuramente verosimili. Ve lo consiglio caldamente, soprattutto se siete nello stato d'animo giusto per godere di un po' di sano divertimento.
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