22/11/'63, Stephen King

Sulla carta sembra, non orginale, ma buona come trama.
Speriamo che non sia da mettere nel gruppo dei fallimentari...

Sono all'inizio della terza parte (200 pagine circa sulle oltre 700) e per ora non è male.
Sarà stato il viaggio nella Derry del '58 (e si incontra anche qualche persona conosciuta), ma ci si sente a casa.
Ho letto commenti negativi sull'ulilizzo di luoghi comuni sul viaggio ne tempo (effetto farfalla e simili)... ci sono, ma trovo che sia impossibile non parlarne, se si vuole fare una cosa logica e credibile.
Molti riferimenti, come sempre, ai film e alla letteratura... oltre che alla geografia kinghiana (oltre a Derry, viene citata anche Haven, chissà se passeremo anche da lì)... per ora mi sembra tutto in linea con il solito King.

Mi mancano ancora 200 pagine e rotti alla fine e... sono quasi inchiodata.
Ci sto mettendo un tempo infinito per finirlo - e non è colpa della lunghezza, solitamente King si legge rapidamente - e sto iniziando a perdere interesse.
Do la colpa alla narrazione in prima persona... un solo punto di vista, per quanto interessante, non mi piace maio del tutto e, contro questa mono-visione dei fatti, neppure lo stile e i vari riferimenti agli altri lavori di King possono nulla.

Mancano solo pochi giorni al giorno fatidico... e non sono per nulla spronata ad andare avanti.
Vedremo...

Al passato, perché il protagonista sta comunque narrando fatti già accaduti.
Il problema, per me, è che è in prima persona... faccio molta più fatica a leggerlo.

Non è brutto, lo stile è inequivocabilmente quello di King, così come i riferimenti incrociati con altri suoi libri e le solite chicche per i fan fedeli,

Però... è estremamente telefonato.
So cosa accadrà prima che accada, tutto è più o meno prevedibile... e non solo perché [cit] "il passato si armonizza".
Ad esempio sono certa al 99% che
Il solo dubbio è "sarà solo o in compagnia", perché sono quasi certa che

La sola cosa buona, nonostante l'utilizzo di tutte quelle "certezze" relative ai viaggi nel tempo (dall'effetto farfalla al fatto che il passato si lasci cambiare con moooolta difficoltà), metta citazioni e riferimenti a fantascienza molto più datata rispetto a quella a cui il moderno pubblico legato al genere fa solitamente riferimento.

Non vorrei dire ma... essendo la storia basata sulla missione di impedire a Oswald di uccidere JFK, temo che il tempo dedicato al povero Lee sia stato anche poco, rispetto alla mole del libro.

Per il resto... ammetto che per me ha giocato molto il fatto che ho letto molta fantascienza e che il tema trattato, quello dei viaggi nel tempo, è uno dei miei preferiti.

Tutta la parte "normale", se possiamo definirla così, è perfettamente logica e funzionale. Lo stile di King si sente e si gradisce, i personaggi sono ben costruiti e i riferimenti storici, culturali e kinghiani sono tanti e fa sempre piacere riconoscerli.

Tutto quello legato alla parte fantascientifica è coerente e leogico.
Non ho trovato banali o noiosi i riferimenti ai punti fermi del viaggio nel tempo (dal fatto che il passato si ostina a non farsi cambiare, al ripresentarsi di situazioni sempre simili a loro stesse, all'efetto farfalla). Dal momento che si paralva di viaggio nel tempo (e con l'intenzione di cambiarlo) dovevano esserci e sarebbe stato peggio se non ne avesse parlato... anche se, dal mio punto di vista, hanno reso ovviamente la storia prevedibile.

Mi sono piaciuti il finale, non sempre capita con King, e la figura dei "guardiani" del passaggio. La motivazione per cui cambiare il tempo, ma anche solo viaggiarci dentro, non è bene è logica e anche originale da un certo punto di vista.
Temevo che

invece la trovata è nettamente migliore e in linea con altre cose lette e viste in passato.

Nel complesso una buona storia, che poteva benissimo avere un centinaio (ma anche 200) pagine in meno... ma che ha divertito nel ritrovare un passato, anche se per documentari e riferimenti storici, familiari.