Forse tutti ricorderete che l’anno scorso fu approvata una legge, denominata Levi dal nome di colui che l’ha presentata, attraverso la quale si definiva lo sconto massimo applicabile sui libri.
La legge, non a caso conosciuta in modo ufficioso come “Anti Amazon” avrebbe dovuto tutelare le piccole librerie contro i colossi del francising e degli store online. Invece, come non era difficile immaginare, nel solo ultimo trimestre del 2011 si è avuto un calo delle vendite del 20% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (
http://affaritaliani.libero.it/culturaspet...orto230312.html)
Adesso l’antitrust ha segnalato al Governo la necessità di eliminare la soglia massima di sconto sui libri in quanto lesiva delle politiche concorrenziali e della diffusione della cultura.
Inequivocabile quanto scrive l’Agcom: “L’Autorità ritiene che la previsione di tetti massimi agli sconti sul prezzo dei libri possa limitare la libertà di concorrenza dei rivenditori finali, senza produrre sostanziali benefici per i consumatori in termini di servizi offerti o di ampliamento del numero di libri immessi sul mercato. Un sistema di imposizione di tetti agli sconti sui prezzi di rivendita rischia infatti di tradursi in un aumento dei prezzi dei prodotti editoriali che, in un contesto di grave crisi economica quale quello attuale, non può che comportare una riduzione delle quantità vendute, almeno per quella consistente fascia di lettori i cui acquisti sono influenzati dal prezzo. Tale sistema può inoltre consolidare l’esistenza di strutture distributive inefficienti.” (
www.ilfattoquotidiano.it/2012/10/08...i-libri/375615/ )
Viene quasi d’obbligo domandarsi...ma perchè, non si sapeva prima? Certo che si sapeva ma come spesso avviene in Italia si è preferito tutelare gli interessi di pochi a detrimento di tutti noi.
Chissà se questo Governo, ormai considerato come l’ultima spiaggia per la risoluzione di molti problemi del nostro Stato, riuscirà nel breve tempo che gli rimane a risolvere anche questo problema.
Le statistiche dimostrano che l’Italia è uno Stato in cui si legge poco e certo non è con queste leggi, o mantenedo l’iva sugli ebook al 21% che si sostiene la cultura.
Al riguardo si spera che l’UE modifichi la normativa permettendo di porre sugli ebook un valore iva simile, se non uguale, a quello applicato sui libri in cartaceo. Francia e Lussembrugo avevano modificato tale valore e sono state multate.Seriamo che presto l’UE si aggiorni al riguardo e non consideri più gli ebook come supporti digitali, ma tenga conto del loro contenuto e dunque permetta un’imposizione fiscale più vantaggiosa
www.linkiesta.it/ebook-libri-ivaIn quanto lettori accaniti dobbiamo solo sperare quindi che il nostro Governo e l’UE si ricordino di noi e prendano decisioni che agevolino la nostra passione, che si traduce in vantaggi economici e culturali per tutti.
Edited by SaraBloom - 9/10/2012, 18:21