Riforma Fornero: pensione più lontana per i donatori di sangue

Fa molto discutere l'ultima mossa della Fornero riguardo ai donatori di sangue.

Donatori di sangue? Pensione lontana! L’ultimo “regalo” della Fornero
di Valentina Pennacchio - 26 Sep 2013 - 14:40

Siete donatori di sangue, iscritti all’AVIS? La vostra pensione si fa lontana, perché dovrete recuperare i giorni in cui non siete andati a lavoro a causa del prelievo, pur avendo un regolare permesso. L’alternativa? Decurtazione del 2% della pensione:

“Con una aspettativa di vita di 25 anni, considerando un assegno mensile di 1300-1400 euro, si parla di alcune migliaia, se non decine di migliaia, di pensione in meno”.

Questo è quanto spiega Ferruccio Giovetti, presidente di Avis Cremona, che ha aggiunto:

“Il sangue è un farmaco salvavita che non si può comprare da nessuna parte e che può essere soltanto donato. Le sale operatorie rischiano di trovarsi in difficoltà perché non hanno le sacche di sangue necessarie per effettuare gli interventi".

Ferruccio Giovetti ha spiegato la questione in questi termini:

“La riforma prevede il recupero di tutti i giorni goduti a casa per il prelievo del sangue. La novità varrà per tutti coloro che andranno in pensione entro il 2017 senza aver raggiunto i 62 anni di età. I giorni in questione saranno recuperati in sede di conteggio oppure il pensionato subirà una penalizzazione del 2% sull’assegno vitalizio. Quindi chi ha donato 100 volte nell’arco della sua carriera lavorativa e di donazione, dovrà recuperare questi 100 giorni che, sommati alle festività e alle domeniche, rischiano di diventare complessivamente anche 4-6 mesi".

Insomma questo è l’ultimo “regalo” della Riforma Fornero che fa scendere in campo i cosiddetti “esodati del sangue”.
Una questione morale

Al momento si resta in attesa delle indicazioni che darà il Ministero del Lavoro su questa situazione e come interpreterà la norma che disciplina la donazione del sangue in Italia, la legge n. 219/05. In particolare l’articolo 8, comma 1, stabilisce che:

“I donatori di sangue e di emocomponenti con rapporto di lavoro dipendente, ovvero interessati dalle tipologie contrattuali di cui al decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276, hanno diritto ad astenersi dal lavoro per l’intera giornata in cui effettuano la donazione, conservando la normale retribuzione per l’intera giornata lavorativa. I relativi contributi previdenziali sono accreditati ai sensi dell’articolo 8 della legge 23 aprile 1981, n. 155”.

A fronte di ciò, come può la Riforma Fornero non considerare più i giorni di regolare permesso concessi ai donatori di sangue ai fini pensionistici?

Il presidente di Avis nazionale, Vincenzo Saturni, ha definito inaccettabile questa situazione:

“Penalizzando i donatori dal punto di vista pensionistico non si riconosce il valore morale e solidale della donazione di sangue per il servizio sanitario nazionale, scoraggiando per l’immediato futuro la chiamata dei donatori (attuali e potenziali) e mettendo seriamente a rischio l’obiettivo dell’autosufficienza nazionale di sangue ed emocomponenti”.

Il dottor Andrea Tomasini, direttore del Servizio di Immunoematologia e medicina trasfusionale dell’Asl 2 di Savona, ha dichiarato di trovare questa decisione

“eticamente riprovevole verso chi dona e contemporaneamente molto disincentivante per chi vuole continuare oppure iniziare a farlo”.

Non solo. Il dottor Tomasini trova l’applicazione retroattiva assolutamente ingiusta:

“Un conto è se questo aspetto fosse stato introdotto a partire da ora: da qui in avanti il donatore avrebbe la possibilità di regolarsi di conseguenza. Avendo valenza anche sugli anni passati ricade anche su chi ha donato senza la consapevolezza dell’esistenza di una simile normativa”.

Purtroppo, che si tratti di donare il sangue o della 104, il problema è sempre il solito: c'è chi fa il furbo.
La cosa bella sarebbe stanare i furbi e premiare gli onesti, ma in questo paese di **** sembra che si preferisca fare il contrario.
Uno dei motivi per cui l'Italia va sempre peggio, a mio modestissimo avviso, è proprio la progressiva diffusione di una mentalità disonesta e la sensazione costante che a fare il proprio dovere ed essere onesti equivalga ad essere scemo.
Il principio vale anche per la legge in questione: una legge fatta solo per recuperare quattrini con un ragionamento tipo "Chi donava sangue solo per farsi un giorno di ferie in più e sfruttarlo, magari per altri scopi, adesso lo prende in saccoccia; e chi lo faceva per autentico spirito di solidarietà sociale lo prende in saccoccia ugualmente, coglione lui che ha voluto essere solidale senza secondi fini".

Sperém