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Koyaanisqatsi vita in tumulto, vita folle

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max1123
view post Posted on 10/5/2015, 10:03




Ciao ragazzi
Vorrei condividere con voi un documentario la cui visione mi ha molto colpito.
Purtroppo credo sia poco conosciuto in Italia.

koyaanisqatsi

Video

IMMAGINI

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Koyaanisqatsi è un documentario del 1982 diretto da Godfrey Reggio.
La particolarità del film è la completa assenza di dialoghi. Il film guida lo spettatore attraverso un viaggio che inizia con la natura per passare successivamente all'intervento dell'uomo e diventa sempre più frenetico, il tutto sottolineato da una colonna sonora molto accattivante.

Koyaanisqatsi è una parola della lingua amerinda hopi e significa "vita in tumulto"[1], oppure "vita folle; vita tumultuosa; vita in disintegrazione; vita squilibrata; condizione che richiede un altro stile di vita".


Nel 1976 lui e Ron Fricke iniziano a girare il film, che richiederà 6 anni di riprese, montaggi, nuove riprese e rimontaggi prima di essere completato. Componente fondamentale per il film è anche la musica composta da Philip Glass.

La critica è stata positiva in tutto il mondo e questo film è riuscito a passare non solo come un semplice documentario ma anche come una vera e propria opera d'arte.
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Fonte: Wikipedia

<< Aiutato dalla frenetica ed emozionante musica di Philip Glass e con uno stile visionario e brillante (camera fissa su supporto mobile, uso parossistico delle velocità di scorrimento), che crea un inquietante “effetto soggettiva”, Reggio compie la sua indagine sociologica sullo stile di vita dell’uomo (americano) negli anni Ottanta. Tuttavia il documentario è di impressionante attualità, anche, e a maggior ragione, nel 2006. Il significato della parola in lingua Hopi, che dà il titolo al film, viene rivelato alla fine. E vale la pena di arrivare sino in fondo. Produce Francis Ford Coppola. Le prime immagini sono delle pitture rupestri su una parete di una grotta. Poi la natura, la terra in tutte le sue forme e sfaccettature. Infine l’uomo contemporaneo, le sue città, i suoi palazzi le sue automobili. Dove stiamo andando? Che tipo di vita conduciamo? E’ uno stile di vita sostenibile? L’uomo crea e distrugge, domina per essere schiavo, prevale sugli animali per comportarsi come loro. Che senso ha la velocità alla quale ci muoviamo? Dove dobbiamo andare con le nostre piccole, ordinate e frettolose «automobiline»? Il ritratto del mondo che emerge dalla visione di “Koyaanisqatsi” è tanto inquietante quanto realistico: l’uomo è un missile, che sfreccia alto nel cielo, dirigendosi progressivamente verso un futuro di autodistruzione.

Meravigliosa pellicola senza dialoghi, che mostra, contrapposte, le bellezze incontaminate della natura e le opere umane (che abusano di essa). Tutto è mosso da una splendida simbiosi tra musica (molto suggestiva) e movimento, spesso accellerato o rallentato. Non mancano momenti onirici e surreali molto intensi, con un ritmo oltre i limiti dell'ossessività. In qualunque inquadratura, in qualunque scena, è la natura che domina tutto. L'uomo, anche se sembra il padrone, alla fine soccombe (si vede con molta evidenza nelle scene iniziali e finali). Un piccolo grande gioiello presentato da F. F. Coppola.
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Fonte : MyMovies.it

Diciamo che una sottile, ma percepibile, vena di pessimismo sembra venare tutto il lavoro, né può bastare il fascino e spesso lo scintillio della fotografia ad ascoltare l'amarezza ed il segnale d'allarme. Qualcuno potrebbe, al limite, rimarcare che al pessimismo si aggiunge la misantropia: quasi volesse il regista concludere sconsolatamente che la natura ed il mondo erano opere mirabili che l'umanità ha follemente alterato, sfregiato e degradato. (...) Quanto all musica, in "Koyaanisqatsi" è veramente in funzione dell'immagine; essa divide in felice simbiosi al cinquanta per cento la validità e i risultati del lavoro. Intanto per la sua assoluta originalità, per la sua classicità". In secondo luogo per la sua costante pertinenza ed incisività, quando si fa aggressiva e martellante al momento di sottolineare la frenesia della gente (...) Lo spessore di questa colonna è notevolissimo, la sua aderenza alla fotografia pure: l'ha firmata Philiip Glass, ma non dimentichiamo l'eccellente orchestrazione dovuta a Michel Hoenig, un esperto in sintetizzatori computerizzati.."
Fonte : comingsoon.it (Segnalazioni cinematografiche, vol. 98, 1985)

ps. se non sapete dove trovarlo, google è vostro amico, se non riuscite, contatatemi, ciao

Edited by max1123 - 1/8/2015, 22:41
 
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