Quelli Che i Libri - Forum Libri e Letteratura

Parlare da soli, Andrés Neuman

« Older   Newer »
  Share  
TOPIC_ICON5  view post Posted on 18/5/2015, 20:25
Avatar

Advanced Member

Group:
QCiL
Posts:
5,252
Location:
Me/Ud

Status:




CITAZIONE
Lito ha appena compiuto dieci anni e sogna di fare il camionista. Suo padre Mario è ammalato, e oltre al suo corpo soffre anche la sua memoria. Prima che sia troppo tardi, si mettono in viaggio, un viaggio decisivo, in cui condivideranno molto più che tempo e spazio. Nel frattempo, tormentata dalla perdita imminente, Elena, moglie di Mario, si immerge in un'avventura catartica, che prende spunto dalla sua enorme passione letteraria e sfida i suoi limiti morali. A capitoli alterni, per raccontare di sé e dell'amore per gli altri, ciascuno dei tre protagonisti prende voce e "parla da solo". Lito è un bambino spaesato, che non ha ancora gli strumenti per capire, ma ha la curiosità e l'intelligenza d'intuire i segni profondi di quel che gli accade attorno. La voce di Mario è dolorosa e straniante: sta perdendo la vita e non ha scelta, non ha futuro: vuole lasciare a chi lo ama il meglio di sé, cerca di immaginare la vita di Lito senza di lui. Elena deve affrontare il terribile dolore della perdita ma riesce ancora ad amare, prova nuovi piaceri proibiti, trova nei suoi amatissimi libri il male d'esistere ma anche un barlume di speranza. Nelle sue poche pagine, "Parlare da soli" abbraccia infanzia e morte, dolore e amore, perversione e aspirazione alla salvezza. Il risultato è un romanzo profondamente perturbante, crudele e pietoso assieme, che indaga in un'originale forma di trio l'eterna connessione fra Eros e Thanatos.

Copertina flessibile: 197 pagine
Editore: Ponte alle Grazie (10 gennaio 2013)
Collana: Scrittori
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8862207557
ISBN-13: 978-8862207553

Edited by AISHA* - 20/1/2017, 13:20
 
Top
view post Posted on 22/5/2015, 13:40
Avatar

Advanced Member

Group:
QCiL
Posts:
5,252
Location:
Me/Ud

Status:


Pur lasciandomi qualche perplessità, il libro, nel suo insieme, mi è piaciuto.
Delle tre voci che si alternano nel "parlare da soli," Lito, il decenne figlioletto di Mario e Elena, rappresenta l'innocenza, l'ingenuità nell'inconsapevolezza, l'entusiasmo per la scoperta del mondo; Mario, con la sua malattia irrisolvibile, è simbolo di forza, di coraggio, di dignità. Ciò che rappresenta Elena invece per me è più difficile dirlo in quanto il personaggio è di certo quello più complesso e più interessante; è una donna confusa, che ama e che soffre cosciente dell'imminente futuro; che sprofonda nei libri alla ricerca di una chiave, di un consiglio, di una luce; che si getta nelle braccia di un altro, instaurando una relazione piuttosto alternativa che le provoca allo stesso tempo piacere e senso di colpa (è il piacere ciò che cerca veramente per dimenticare e cancellare anche solo per un attimo la tristezza della malattia o invece ricerca proprio il senso di colpa che le dà ancora un motivo in più per soffrire?).
Dunque un libro scorrevole nei capitoli riguardanti i personaggi maschili; degno invece di maggiore attenzione perchè più profondo e pieno di roba su cui rifletterci su, nei capitoli narrati da Elena; più in là potrei pure pensare ad una rilettura più attenta.
4/5
 
Top
1 replies since 18/5/2015, 20:25   31 views
  Share