Coinvolgente da subito, quando ho capito che l’avrei letto troppo in fretta ho rallentato alternandolo prima con altri libri, poi per un po’ di tempo accantonandolo proprio a favore di altre letture perché volevo avere a che fare con Follett e i suoi personaggi ancora per un po’ di tempo.
Quando l’ho ripreso a leggere in maniera esclusiva, non solo ricordavo benissimo quello che era accaduto prima nonostante avessi fatto una pausa un po’ lunga, ma avevo proprio voglia di dedicare tempo solo a questa lettura fino alla sua conclusione e così ho fatto.
Nella storia ci sono personaggi realmente esistiti e altri inventati ed il tutto è perfettamente amalgamato. Follett è sempre bravo a costruire storie di questo tipo ed anche in questo caso non ne sono stata delusa. L’unica nota, se vogliamo dire negativa anche se in fondo non lo è perché riguarda solo il mio gusto personale, è che in questo terzo volume l’argomento religione è molto presente e io solitamente non amo molto i libri che trattano di questo. La cosa positiva però è che qui, insieme con i fatti storici realmente accaduti, non mi ha infastidita più di tanto ma solo un po’. Diciamo che con tutto quello che accade ho sopportato la parte religiosa anche se normalmente non l’avrei fatto ma parliamo di Follett e a lui concedo tutto a livello di scrittura (probabilmente mi piacerebbe anche se scrivesse un elenco telefonico o una lista della spesa).
Come sempre ci sono personaggi simpatici e personaggi antipatici e sono questi ultimi quelli che risaltano maggiormente anche se sono in numero minore. Uno di questi è il duca di Guisa, odioso che più odioso non si può, con le sue cospirazioni ha fatto danni incredibili. Non è da meno Pierre Aumande, che si approfitterà della bontà altrui per raggiungere i propri scopi che non sono affatto onorevoli.
Un esempio notevole: quando al suo matrimonio ha fatto arrestare tutti i protestanti presenti, in particolare suoceri e moglie e poi fatto uccidere il suocero. Fortunatamente, subito dopo resterà deluso dal cardinale Carlo che, facendo parte della famiglia Guisa, mica poteva comportarsi in maniera dignitosa…ahhh…quanto ho goduto quando il cardinale ha detto con Pierre che avrebbe dovuto sposare una cameriera…certo, dopo lui è riuscito a farsi dare il loro cognome…ma intanto si è dovuto sposare una racchia…ahahahahah…tiè.
Altro personaggio antipatico incontrato già nelle prime pagine è Rollo Fitzgerald, fratello di Margery,per non parlare del “simpaticissimo” vescovo di Kingsbridge Julius
che però una volta caduto in disgrazia non ha più dato problemi, per fortuna.
Fortunatamente i buoni prevalgono, in primis Ned Willard che ho trovato un gran bel personaggio ma soprattutto positivo. Parte piano piano ma poi diventerà qualcuno di veramente importante.
La sua storia con Margery fa sperare anche quando sembra che non ci sia proprio più niente da fare per questi due innamorati, ostacolati da tante persone.
Altro bel personaggio, questa volta femminile, è Sylvie.
Si meritava tanta felicità, soprattutto dopo aver avuto a che fare con quella vipera malefica di Pierre Aumande. Mi ha fatto felice il suo incontro (e successivo matrimonio) con Ned anche se ovviamente in primis tifavo per lui insieme a Margery soprattutto dopo quello che aveva passato lei per colpa del suocero, ma anche loro due mi sono piaciuti molto come coppia, peccato non siano riusciti ad avere dei figli propri.
Anche Barney, fratello di Ned, ha avuto un bel ruolo in questa storia.
Prima la sua storia con Bella, poi la scoperta di avere un figlio, Alfo (che poi riuscirà a realizzare il grande sogno di sua madre Alice, creare un mercato coperto), poi la realizzazione come capitano di mare, proprietario di due belle barche.
Le vicende narrate si riferiscono a più parti d’Europa. A me quelle che sono piaciute ed interessate di più sono state quelle ambientate a Kingsbridge. Questo posto ha qualcosa di particolare che mi affascina e che contribuisce a rendere la storia migliore, l’ho amato da subito, da I pilastri della terra.
Mi sono dispiaciuta quando Alice, la mamma di Ned è caduta in disgrazia per colpa di Fitzgerald (la sua idea del mercato coperto era davvero innovativa per l’epoca), ho esultato quando Julius è stato reso meno potente ma purtroppo questo non è servito a risollevare le sorti della mamma di Ned.
Le vicende spagnole, francesi e inglesi sono state sicuramente interessanti (anche per merito dei personaggi storici realmente esistiti) ma ripeto, io ho sempre sperato di trovare capitoli su Kingsbridge per conoscere le sorti di vari personaggi presenti in questa parte della storia, in primis della mamma di Ned che per l’epoca mi sembrava una donna molto avanti sia per la propria testa che per l’ atteggiamento in generale.
Peccato poi che sia morta senza essersi risollevata economicamente, mi è dispiaciuto che non sia stato più risalto a questo personaggio, a mio avviso meritava, ma d’altra parte le donne a quell’epoca non erano tenute molto in considerazione, purtroppo.
In definitiva comunque posso dire che questo terzo libro è una degna conclusione per la saga di Kingsbridge.