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Parliamo de Il manoscritto di Franck Thilliez, La discussione contiene spoiler sul libro e sul finale

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view post Posted on 7/11/2019, 12:50
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In questi giorni in forum sti sta facendo la lettura di gruppo su questo libro, Il manoscritto.
Alcuni di noi hanno già concluso la lettura (io e A Cavallo per il momento) e la conclusione, almeno per quanto mi riguarda, mi ha lasciata a bocca aperta. Da ieri praticamente non faccio altro che pensare a questo libro. Molte cose che apparentemente sembrano incompiute e lasciate al caso o all'immaginazione del lettore hanno in realtà una spiegazione. E la chiave di lettura è talmente semplice e talmente davanti ai nostri occhi che quasi quasi non la vediamo.
La prefazione diventa questa chiave di lettura. Lì c'è scritto tutto, l'autore si diverte a giocare con il lettore, dando sin da subito tutte le risposte che diventano quasi ovvie. Ma il lettore, catturato da una scrittura estremamente scorrevole, avido di sapere come il libro va a finire alcune cose le lascia per strada senza accorgersene. Poi arriva alla fine e rimane con una marea di dubbi. Allora pensa: Ho buttato i miei soldi. Ho dedicato del tempo ad un libro che non mi ha fornito nessuna spiegazione, quel tempo l'ho solo perso.
E se così non fosse? E se la spiegazione della conclusione fosse stata davanti ai nostri occhi sin dalle primissime pagine ma noi non lo abbiamo capito? E se riusciamo a trovare questa chiave di lettura che dà un senso a tutto il romanzo la delusione possiamo un attimo metterla da parte e pensare che forse questo thriller è stato davvero uno spasso? Ebbene, io ho provato a darmi qualche risposta e, ammetto, mi stp divertendo da matti perché sto trovando le soluzioni dove non me le aspettavo. E il bello è che erano lì, davanti a me, ma non riuscivo a vederle.

Intanto è d'obbligo secondo me riportare la prefazione. E nella prefazione metterò in grassetto le frasi che, ho scoperto dopo, sono fondamentali per la spiegazione dell'intera vicenda. E io che speravo in un seguito, dopo aver letto per l'ennesima volta la prefazione poco fa, ho avuto la mia risposta: non ci sarà nessun seguito. Il libro è bello che finito!

Prefazione
<<prima solo una parola: xifoforo>>
Inizia così il libro di mio padre Caleb Traskman. Ho scovato il manoscritto in uno scatolone in fondo alla sua soffitta, dove aveva la fastidiosa tendenza ad accumulare di tutto. Il pacco di fogli formato A4 si nascondeva in quel caos da un anno, ben al caldo sotto un abbaino che, quell'estate, faceva entrare una bella luce del Nord. Mio padre non aveva mai rivelato l'esistenza di quel manoscritto a nessuno, di sicuro l'aveva scritto da solo nella sua immensa villa, davanti al mare, durante quei dieci mesi in cui mia madre si spegneva in un ospedale, consumata dall'Alzheimer.
Quella storia, all'epoca senza titolo, non l'ha conclusa.
Però credo che gli mancassero solo una decina di pagine sulle quasi cinquecento del manoscritto. Non molto di per sé, ma una catastrofe per il genere letterario di cui era diventato uno dei più illustri esponenti. I thriller di mio padre facevano tremare centinaia di migliaia di lettori e avevo tra le mani forse uno dei suoi migliori romanzi. La storia di questa scrittrice, Leane, fatta della sua stessa stoffa, mi ha catturato e mi ha ricordato fino a che punto i libri di mio padre fossero lo specchio delle sue paure e delle sue peggiori ossessioni. Penso che fosse in pace con se stesso solo quando riversava sulla carta i suoi incubi. E quanti incubi alla Traskman ci sono in questo romanzo.
E però, il finale? mi direte voi. La conclusione dove tutto si sarebbe dovuto risolvere, dio santo? Perché Caleb traskman, re dell'intrigo e delle grandiose rivelazioni finali, non aveva fornito tutte le risposte?Perché non era arrivato fino in fondo al suo diciassettesimo libro?Avrei potuto credere che si fosse fermato dopo la morte di mia madre e avesse abbandonato il manoscritto, forse perché già sapeva che tre mesi dopo si sarebbe sparato una pallottola in testa con l'arma di un poliziotto. O forse non era stato in grado di ultimare la storia. Sì, lo avrei potuto pensare se solo certi elementi del testo non mi avessero suggerito il contrario, non mi avessero mormorato all'orecchio che, fin dall'inizio, mio padre sapeva che non l'avrebbe finito. Come se quella ''non-fine'' facesse parte della trama, del ''mistero di Caleb Traskman''. Un ultimo colpo di scena prima della sua morte.
E però sono certo che i più razionali tra voi si domanderanno comunque: perché accanirsi a scrivere un libro senza finale? Perché passare un anno della propria vita a costruire una casa già sapendo che resterà senza tetto? Mentre scrivo c'è ancora un vero enigma da risolvere che riguarda, tuttavia, la sua vita privata.

Quando Evelyne Leconte, la sua editor di sempre, ha saputo dell'esistenza di questo manoscritto, ha dapprima fatto un salto di gioia fino al soffitto. Ma quando lo ha letto e ha scoperto che il libro si riduceva ad un numero di magia senza l'effetto speciale finale, è piombata in una profonda disperazione. Era inconcepibile pubblicare un romanzo postumo di Caleb Traskman senza le sue pirotecniche rivelazioni finali, anche se, presumo, moltissimi suoi lettori ci si sarebbero comunque fiondati sopra.
Così è arrivato il momento degli incontri, delle teorie, del confronto per risolvere il rompicapo proposto da mio padre. I nostri brainstorming negli uffici parigini sono durati settimane. A ogni riunione eravamo una dozzina attorno al tavolo ad aver letto e riletto il manoscritto, ad averne scandagliato ogni pagina per capire perché Caleb avesse sottolineato i palindromi, perché da quel libro emergesse una tale ossessione per i numeri.
In quei momenti di incomprensione e dubbio, ci guardavamo in modo ostile. Ci siamo a lungo incaponiti sull'incpit, quel <<prima, solo una parola: xifoforo>>. Perché quella frase? Cosa significava davvero? Credetemi, non c'è un solo addetto della casa editrice che oggi non sappia che uno xifoforo è un piccolo pesce d'acqua dolce tropicale chiamato anche swordtail per la forma della sua pinna caudale. Tutto molto interessante, vero? poi un giorno, Evelyne, che lo conosceva da più di trent'anni, ha suggerito una soluzione. LA soluzione.
Aveva finalmente trovato la chiave, aveva scoperto l'implacabile meccanica della mente contorta di mio padre. Quel finale era tutto sommato evidente, a ben pensarci, e davanti ai nostri occhi si presentavano tutti gli elementi fin dalle prime (e dalle ultime) parole. Ma , affidata in buone mani, l'evidenza è talvolta quanto di più difficile ci sia da vedere, in quello stava il genio di Caleb Traskman.
Restava solo da scriverlo, quel finale, e allora tutti gli sguardi si sono rivolti verso di me. Non ho il talento del mio patriarca ma, da degno erede, qualche anno prima avevo pubblicato due gialli senza pretese. Verso la fine del roanzo troverete quindi una nota che indica il momento in cui ho iniziato a scrivere io. Noterete anche che abbiamo lasciato tali e quali le parole sottolineate e alcuni altri elementi importanti per la trama. Avete tra le mani ciò che l'estate scorsa ho avuto tra le mie. C'è qualche punto che non siamo riusciti a risolvere nella stesura di quel finale o che abbiamo dovuto immaginare. Difficile sapere dove mio padre volesse andare a parare esattamente e come avesse previsto di concludere la storia. Di fronte alle lacune che il racconto originale non ci ha permesso di colmare, è stato necessario fare scelte, prendere decisioni che non sarebbero forse state quelle dell'autore. Per misurare la complessità dell'impresa, immaginale la Gioconda senza volto e che chiedano a voi di dipingerlo, quel volto...In ogni caso, spero che la mia conclusione sia all'altezza delle vostre aspettative, ho fatto di tutto perché lo fosse.
E per rispettare fino in fondo il lavoro di Caleb, mantenere fino all'ultima parola lo spirito di questo libro, serviva un finale come quello che scoprirete. Se siete stati attenti durante la lettura, troverete per forza la risposta alla domanda che vi farete.
Ah, un'ultima cosa. Penso ai lettori più assidui di Caleb, che saranno anche i più scettici sulla natura di questo prologo. Immagino ciò che pensano: è Caleb Traskman in persona che scrive queste parole, ne sarebbe di certo capace. Il prologo fa parte della storia, il che implica che Caleb ha scritto anche la fine modificando lo stile di scrittura. E' vostro diritto crederlo e non potrei mai provare il contrario. Ma in fondo poco importa. Un romanzo è un gioco di illusioni, tutto è vero quanto è falso, e la storia inizia a esistere solo nel momento in cui voi la leggete.
Questo libro che state per iniziare (o l'avete già iniziato forse?) si intitola Il manoscritto. E' stata una mia idea e tutta la casa editrice ha approvato. Non c'erano alternative.
J.-L. Traskman

<<juste un mot en avant: un xiphophore>>

Trascrivo anche l'ultima frase del libro, che per i motivi che spiegherò sotto, diventa fondamentale tanto quanto la prima:
E l'essenza aleggiava nell'eterno

Edited by MariShari - 7/11/2019, 15:48
 
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view post Posted on 7/11/2019, 16:04
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Bene. dopo aver ricopiato per intero la prefazione ora voglio analizzare punto per punto le parti che io ho reputato fondamentali per la soluzione dell'enigma.
1. <<prima solo una parola: xifoforo>>
Inizia così il libro

2. mia madre si spegneva in un ospedale, consumata dall'Alzheimer.
3. La storia di questa scrittrice, Leane, fatta della sua stessa stoffa,
4. Penso che fosse in pace con se stesso solo quando riversava sulla carta i suoi incubi.
5. già sapeva che tre mesi dopo si sarebbe sparato una pallottola in testa con l'arma di un poliziotto.
6. Un ultimo colpo di scena prima della sua morte.
7. Ci siamo a lungo incaponiti sull'incpit, quel <<prima, solo una parola: xifoforo>>. Perché quella frase? Cosa significava davvero?
8. Quel finale era tutto sommato evidente, a ben pensarci, e davanti ai nostri occhi si presentavano tutti gli elementi fin dalle prime (e dalle ultime) parole.
9. Se siete stati attenti durante la lettura, troverete per forza la risposta alla domanda che vi farete.
10. Un romanzo è un gioco di illusioni, tutto è vero quanto è falso, e la storia inizia a esistere solo nel momento in cui voi la leggete.
11. J.-L. Traskman
12. <<juste un mot en avant: un xiphophore>>
13. E l'essenza aleggiava nell'eterno

Bene. Divertiamoci :D

Punti numero 1 e 13: mi sono chiesta qppena ho iniziato il libro per quale motivo l'autore ci facesse soffermare su quella frase e perché , quando la storia in effetti inizia (???) cioè dopo la prefazione, viene lasciata in francese. Era l'indizio fondamentale e io me lo sono lasciato sfuggire. La soluzione a questo enigma ci viene svelata durante la lettura del romanzo quando Vic, analizzando le lettere che riceve in carcere il sospetto seriel killer Jeanson , sottolinea solo le prime lettere delle parole dei pezzi che reputa salienti. alias che nell'insieme della lettera non hanno nessun senso. Facendo così scopre messaggi cifrati e coordinate che indicano a Jenson dove sono sepolti i cadaveri e lui può così fare davvero da portavoce continuando a prendere in giro la polizia sulla vera identità dell'assassino.
E cosa succede se noi utilizziamo la stessa tecnica per decifrare la prima frase del libro che a detta di Caleb dovrebbe dare l'indizio fondamentale per scoprire una parte della fine del libro?
Juste un mot en avant: un xiphophore
J U M E A U X Jemeaux=gemelli :qoj8yx: e qui la mia prima espressione seria.

Facciamo un balzo in avanti e analizziamo l'ultima frase :D
Il libro si conclude con lo scontro tra Leane e David Jorlain, il gemello identico di Jullian, che sono su una scogliera, uno dei due cade l'altro sopravvive. Peccato che l'autore ometta di dirci chi muore e chi vive.
Ma è davvero così? Analizziamo l'ultima frase e riutilizziamo il metodo di Vic:
E l'essenza aleggiava nell' eterno
E L A N E Elane- anagramma di Leane :FXDSiiZ: altra espressione seria.

ma aspettate che il meglio, secondo me deve ancora venire :D :D
 
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view post Posted on 8/11/2019, 12:45
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Caspita! Marishari complimenti sei un genio! Se hai altre rivelazioni come questa forse dovrò ripescare il libro dal cestino della carta straccia. ...E pensare che eri partita molto critica.
 
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view post Posted on 8/11/2019, 13:00
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CITAZIONE (A Cavallo @ 8/11/2019, 12:45) 
Caspita! Marishari complimenti sei un genio! Se hai altre rivelazioni come questa forse dovrò ripescare il libro dal cestino della carta straccia. ...E pensare che eri partita molto critica.

Sì ne ho un'altra ma la scrivo più tardi :D
E lì ho bisogno del tuo parere
 
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view post Posted on 8/11/2019, 18:24
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Analizziamo adesso gli altri punti che ho evidenziato che secondo me apriranno uno scenario davvero assurdo a proposito della comprensione di questo libro:

punto 2: mia madre si spegneva in un ospedale, consumata dall'Alzheimer. Leane durante la lettura più volte si sofferma sul ricordo della sua gioventù che sembra sparito nel nulla a proposito della violenza subita dalla sua amica Barbara quando erano delle adolescenti; si sofferma più volte a cercare di capire com'è possibile che abbia dimenticato completamente la lettura di un libro e che ne abbia scritto una sua versione piu da adulta talmente simile che induce l'autore dell'altro libro a citarla in giudizio per plagio; e, peggio ancora, non ricorda il nome dell'aggressore della sua amica però, involontariamente, ne assume il cognme come identità del suo alter ego. Lo so è tirata per i capelli....ma se fosse un principio di Alzheimer?
fermi, fermi. Non mi tirate i pomodori. Ho delle argomentazioni valide che possono dare supporto alla mia idea folle :D

3. La storia di questa scrittrice, Leane, fatta della sua stessa stoffa i fantomatico Caleb Traskman definisce Leane il suo alter ego, una scrittrice fittizia fatta della sua stessa stoffa....mumble mumble...

4. Penso che fosse in pace con se stesso solo quando riversava sulla carta i suoi incubi. queste sono le stesse identiche parole che Leane utilizza quando parla del suo alter ego Enael Miroir

5. già sapeva che tre mesi dopo si sarebbe sparato una pallottola in testa con l'arma di un poliziotto. questa frase letta a posteriori mi ha fatto prendere un colpo!! Qual è l'arma di un poliziotto che circola durante il romanzo e va a finire in mano a due persone che non sono poliziotti?? Eh già! quella di Giordano, il poliziotto rapito e imprigionato da Jullian. E che ci azzecca questa frase della prefazione con questo riferimento (post lettura) chiaro come il sole ad un argomento del romanzo appena letto? Quindi l'autore del romanzo (Caleb Traskman?) si spara tre mesi dopo la stesura del manoscritto con l'arma di un poliziotto? E lui come fa ad avere l'arma di un poliziotto tra le mani?

6. Un ultimo colpo di scena prima della sua morte. più vote questa frase torna nel libro in riferimento al Professor Moriarty, il vero assassino, alias David Jorlain, alias il gemello identico di Jullian. E però in questo caso la ritroviamo nella prefazione, riferita a Caleb che come "ultimo colpo di scena prima della sua morte" lascia in eredità questo manoscritto da decifrare e da concludere. E' una coincdenza che la stessa frase venga usata sia per l'autore del libro che per il co-protagonista del romanzo?

i punti 7, 8, 9 e 10 sono stati già ben analizzati e spiegati (sempre secondo il mio punto di vista, si intende) e mi hanno offerto la chiave di lettura per interpretare a posteriori questi retroscena del romanzo.

veniamo al punto 11 che mi ha fatto fare un altro balzo sul divano: le iniziali del figlio di Traskman J L Traskman.
JL è il figlio giusto? Che strane iniziali...mi fanno pensare a Jullian e Leane...a voi no? :D e se anche la prefazione letta a fine libro non fosse altro che un altro modo dell'autore di prenderci in giro e giocare ancora con il lettore? Quindi la domanda che sorge spontanea è; chi cavolo è in realtà l'autore del libro? E JL di chi è figlio?
Allora ho provato a darmi delle risposte, solo che nessuna mi convince in pieno:
intanto JL è il figlio di Leane, e lo penso con certezza per un semplice motivo: Leane è quella che sopravvive allo scontro, è scrittrice,è l'unica che oltre a conoscere per intero la verità ed è quella che possiede la pistola di Giordano.
Potrebbe essere stata lei a scrivere il libro dentro al libro? E come la mettiamo con l'Alzheimer? Il libro sembra essere stato scritto quando lei era già in ospedale quindi non ci siamo con i tempi.

l'altra ipotesi è che Leane abbia raccontato questa storia al nuovo marito (quello che ha sposato dopo Jullian, Caleb Traskman (?)) e che lui avendo le capacità ed essendo un grande scrittore abbia messo tutto giù per iscritto, abbia trovato la pistola di Giordano che Leane conservava e si sia sparato dopo la morte della moglie essendo ormai il suo compito "concluso".

C'è un'altra ipotesi che mi frulla per la testa solo che ancora non riesco a formularla appieno, non è ancora abbastanza matura per essere esposta.

A Cavallo cosa ne pensi di questi miei deliri deliranti? Tu ti sei fatto un'idea? Esponendoti questi punti ti ho fatto pensare a qualcos'altro rispetto a come il libro si è concluso?
 
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view post Posted on 9/11/2019, 20:34
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Parliamo della prima rivelazione.
Confermo l'omaggio al tuo genio, ma c'era qualcosa... una piccolezza... non mi tornava tanto l'anagramma della fine che poi per l'esattezza doveva essere "Eleane".
Allora ho scaricato la versione francese, e la frase originale è "Chaque etre se tut, livré enfin au noir éternel" ovvero "C'est Leane" ovvero "E' Leane" cioè non dice solo un nome ma ci dice chi è che torna il vincitore
 
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view post Posted on 9/11/2019, 22:18
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Cavolo hai ragione! Avevo saltato una lettera.

Però dici la verità: non è fantastico tutto questo? :059: io mi sto divertendo da morire! E chissà ancira quante cose ci sarebbero da scoprire ma personalmente non noto
 
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view post Posted on 10/11/2019, 18:07
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Parliamo delle altre rivelazioni: mi piace il tuo entusiasmo ma non mi convincono.
Mi sembra che tu sia come quei critici d'arte che vedono nel quadro più di quello che era nel capo dell'artista.
(Ah e per inciso, la pistola cade -probabilmente in mare- quando lottano in cima alla falesia: “la sorpresa di quell’attacco fece partire un proiettile in aria, poi l’arma stessa, una parabola di acciaio persa nel nulla. Gli uccelli nascosti nelle pareti volarono via a nugoli gridando.”).

Secondo me tutta la prosopopea sulle corrispondenze scrittori – personaggi del manoscritto, sulla specularità del nome, sui palindromi sottolineati, l’amnesia traumatica relativa all’aggressione di Nathan Miraure, la “criptomnesia” del libro di Eastwood che Leane/Enael ha plagiato, tutto questo mi sembra estraneo all’economia del racconto.

Praticamente concordo con il GdL in:
Marishari (prima versione):”Dunque, io credo che l'autore stia prendendo in giro il lettore...”
Ponga: “A me sta dando l'impressione di mettere troppa carne al fuoco. “
Aisha: “Ci manca solo che devo accendere il cervello per leggere un thriller”

A voler essere proprio garantisti c’è da dire che se ci fosse un seguito (come in ogni romanzo d’appendice che si rispetti) che sviluppa i temi di cui sopra quel Frank Tillez forse potrebbe ancora salvarsi… molto forse!

E comunque in conclusione, dannata Marishari, mi hai fatto rileggere quasi completamente il libro e perdipiù sono obbligato a leggere qualcos’altro di Tillez per cercare di inquadrare quest’autore.

Invece tu, stai tranquilla, con il magistrale “Ninfee Nere” vai sul sicuro! Siamo a un’altro livello: ti piacerà di certo!
 
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view post Posted on 11/11/2019, 08:08
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:059: :059: :059: non volevo farti rileggere il libro.
Però, purtroppo, non credo ci sarà un seguito. Anche se in effetti lo vorrei.
Di Thilliez io vorrei leggere Foresta nera.

E su ninfee nere mi hai consolata parecchio :tfofc.gif: grazie!
 
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view post Posted on 13/11/2019, 12:53
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Mari sei un cacchio di genio :arghjk7.gif:
Mai avrei pensato alle iniziali. Anche perché la frase in francese manco l'avevo vista :2kfrio.gif:
E come sai manco stavo leggendo la prefazione, credendo fosse una cosa reale.
Bravissima!
Anche se mi si incasina la testa a fare tutte quelle associazioni di punti e personaggi. :FXDSiiZ:
 
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view post Posted on 13/11/2019, 12:58
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:uhuh: io ci penso ancora oggi.

Ma dai, dimmi una cosa: almeno sul finale un po' si è ripreso secondo te? Per me il divertimento è arrivato dopo infatti. E secondo me ci sono un sacco di cose che non sono riuscita a capire. La prefazione è un mistero
 
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view post Posted on 13/11/2019, 14:04
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Allora.
Secondo me ha buttato troppe cose dentro per incasinare il lettore :2kfrio.gif:
Tante cose alla Carrisi, prima tra tutte l'incisione di Apolline in braille. Quella è una cagata pazzesca da qualunque parte la si guardi.
Sicuramente mi sfuggono tante cose che neanche ricordo, tipo, perché ha portato i libri di leane al collegio? :2kfrio.gif:
Certo è stato un crescendo di cose e non vedi l'ora di leggere il finale.
Ma pure quella che partorisce e butta il bambino nella pattumiera (e prima lo voleva pure un figlio) e il padre che quando lo scopre non va a vedere, secondo me è un'altra cagata pazzesca.
 
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view post Posted on 13/11/2019, 14:06
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La cosa dei gemelli ha stupito pure me. E ovviamente anche la scritta in Braille di cui non dà nemmeno una spiegazione. Idem lo spostamento dei libri. Non l'ho mica capita io questa cosa dei libri
 
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view post Posted on 13/11/2019, 14:10
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La scritta in braille è stato solo un escamotage per far capire agli investigatori che la tizia era cieca.
Ma è assurdo e a dir poco inverosimile se non infattibile e senza senso.
 
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view post Posted on 13/11/2019, 16:44
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Lo spostamento dei libri aveva lo scopo di lasciare la traccia di sangue che avrebbe portato a identificare "il parassita" con l'uomo bruciato nel camino : "Manzato.
«Due cose, Altran. La prima: il DNA del sangue sulla pagina del libro è proprio identico a quello nella banca-dati, il che conferma al cento percento che il Luc Thomas degli anni Ottanta è proprio il Moriarty che cerchiamo..."
Essendo che i due gemelli avevano il DNA uguale (anzi questa volta devo spezzare una lancia in favore dell'autore che ha fatto verificare a Jorlain-Moriarty che il DNA fosse effettivamente uguale, perchè non non sempre lo è).
 
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