Chi chiamerò a difendermi, Roberto Saviano, letto da Roberto Saviano

1- Terremoto

Il 23 maggio 1992 l'autostrada palermitana esplode all'altezza dello svincolo per Capaci. I sismografi segnalano un terremoto, sul posto accorrono i primi soccorritori. Si dice che le vittime dell'attentato siano una “nota personalità” e sua moglie. La conferma che si tratti di Giovanni Falcone e di Francesca Morvillo giunge subito. Con loro sono morti anche tre agenti di scorta. Nel carcere dell'Ucciardone, molti detenuti brindano alla morte del giudice. Un giovane fotografo accorre sul luogo della strage per scattare foto, ma il rullino gli viene misteriosamente sottratto.


2- L'eletta

Il quartiere della Kalsa a Palermo: è qui che Giovanni Falcone trascorre la sua infanzia insieme alle sorelle Maria e Anna e ai loro genitori. E' sempre qui che conosce i suoi primi maestri e che, lettura dopo lettura, lezione dopo lezione, comincia a svilupparsi la sua forte personalità, la curiosità, l'intuito che caratterizzeranno anche la sua figura di magistrato.


3- Coltello alla gola

Falcone era il contrario del bacchettone che alcuni immaginato: soprattutto nel periodo iniziale della sua carriera, a Trapani, si hanno testimonianze del suo carattere gioviale e festaiolo. È qui che vive con la sua prima moglie, mentre lavora ai suoi primi processi di mafia. In un carcere trapanese, per la prima volta, qualcuno attenta alla sua vita.


4- Papà Rocco

Falcone si è appena trasferito a Palermo. Il giudice Rocco Chinnici lo sceglie come componente del pool antimafia e gli affida un fascicolo molto delicato: il processo Spatola. Dopo la separazione con Rita, conosce Francesca Morvillo, di cui s'innamora. Gli viene affidata una scorta, ma non è solo dalla mafia che deve proteggersi: gli attacchi arrivano anche dal palazzo di giustizia.


5- Tra due mondi

Un'autobomba esplode sotto casa di Rocco Chinnici uccidendo, oltre al giudice, il maresciallo dei carabinieri Mario Trapassi, l'appuntato Salvatore Bartolotta e il portiere del palazzo, Stefano Li Sacchi. Per Falcone è un colpo durissimo: Chinnici era il suo mentore, ma era anche il primo magistrato ad aver parlato di mafia nelle scuole. Bisogna andare avanti con il lavoro del pool anche per onorare il sacrificio di "papà Rocco".
Falcone e gli altri si mettono sulle tracce di Tommaso Buscetta, mafioso di lungo corso che si è nascosto in Brasile e che, se decidesse di collaborare con la giustizia, potrebbe scardinare dall'interno la macchina mafiosa. Per sostituire Rocco Chinnici, all'ufficio istruzione è arrivato un toscano: Antonino Caponnetto.


6- Tradimento

Mentre Falcone è in Thailandia per un interrogatorio gli arriva la notizia dell'assassinio di Rocco Chinnici. Per lui è uno shock, ma reagisce con forza: si reca in Brasile per interrogare Tommaso Buscetta, arrestato dopo anni di latitanza, e riesce a ottenere la sua collaborazione. Le confessioni di Buscetta si rivelano cruciali. Un altro colpo a cosa nostra arriva con la cattura del boss Michele Greco grazie a una lettera anonima: qualcuno l'ha tradito. Giovanni e Francesca si sposano in una saletta quasi senza invitati.


7- Smantellare tutto

Il Maxiprocesso porta alla sbarra i capi delle famiglie mafiose, che vengono condannati all'ergastolo. Ma sono in molti fra politici, giornalisti, e perfino colleghi, ad attaccare i magistrati del pool. Caponnetto torna a Firenze, ma al suo posto, invece dell'erede naturale Giovanni Falcone, viene eletto un magistrato che di mafia sa poco o nulla. Qualcuno, in preda allo sconforto, lascia il pool antimafia. Falcone si candida come alto commissario antimafia, ma viene bocciato anche stavolta.


8- Fuoco incrociato

Falcone è solo ed emarginato. Sugli scogli dell'Addaura, davanti alla sua casa di villeggiatura, hanno piazzato un borsone con dell'esplosivo per ucciderlo, ma l'ordigno è stato scoperto dagli agenti di scorta. A Palermo, il giudice non riesce più a lavorare, così accetta il consiglio dell'amico Mario Almerighi e si candida come consigliere del CSM. Viene bocciato. Anche l'amico Leoluca Orlando, suo testimone di nozze, gli si rivolta contro attaccandolo in tv. Il Maxiprocesso va verso la sentenza d'appello, ma il giudice che doveva presiederlo, Antonino Saetta, è stato ammazzato insieme a suo figlio Stefano. In appello, molte delle pene comminate con il primo grado del processo vengono annullate o ridimensionate.