| Un libro ambientato in un immaginario mare Innominato, tra viaggi in nave, isole e pietre preziose, dove per sopravvivere non ci si può fidare di nessuno, tutti pronti a tradire e a prendersi ciò che gli altri possiedono. Fable e la giovanissima protagonista del libro. E stata abbandonata dal padre 4 anni prima, dopo che la nave dove viaggiavano e colata a picco a causa di una tempesta. Orfana di madre, morta quel giorno e abbandonata in un isola mentre il padre ripartiva senza guardarsi indietro, convinto che la vita su una nave non facesse per fable. Durante questi 4 anni in solitudine Fable se l’è cavata come meglio poteva Per sopravvivere rivendeva pietre preziose a un giovane mercante di nome west. Quest’ultimo con il suo equipaggio ben affiatato lavoravano sotto il controllo del padre di fable. Il destino di fable, del padre, di west e del resto dell’equipaggio si intreccerà, tra patti, nuove alleanze e segreti che un po’ alla volta vengono svelati, insieme alla nascita di un legame e di un finale inaspettato.
Volevo leggere un libro con protagonisti i pirati, volevo avventura, volevo azione, volevo arrembaggi, leggendo la trama ho pensato che questo facesse al caso mio. Invece mi sono ritrovata a leggere l’ennesimo young adult, con protagonisti giovanissimi, con una storia lievemente avventurosa, con poca azione e zero arrembaggi. Il tutto e narrato in maniera piatta e senza nerbo, con la solita storiellina d’amore moscia di due giovani che si parlano seriamente da 5 minuti, che guarda un po’ sono abbastanza cazzuti e ombrosi presi singolarmente, ma se li fai interagire con l’amore in mezzo sembrano due sciocchi. Fable e stata caratterizzata bene, ragazza coraggiosa e caparbia Personaggi secondari strutturati bene, ma tutti troppo ridicolmente minacciosi e ombrosi. Inoltre si capisce che il libro è ambientato in mare, certo, ma non si capisce come sia strutturato questo mare, non si capisce come sono poste le isole che vi ci sono, quanto distano le une dall’altre, i tempi di navigazione. C’è poi un pizzico di fantasy all’interno del libro, perché meglio buttarcene dentro un po’, tanto per. Ovviamente finale aperto.
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