Io non dovevo leggere questo libro, adesso. Non avevo il tempo e, conoscendomi, avrei dovuto sapere che una storia così io, se la inizio, non sono capace di interromperla.
E così è stato.
Iniziato di notte, messo la vita in pausa, ma non potevo lasciare Anita, Clara, Candida, Sebastiano, Julian, Rodolfo, Diana e sì, volendo, neanche Mavi e Mariele finché non fosse stata posta la parola fine al racconto di un pezzo della loro vita.
Non è un racconto vero, non è un racconto tragico (o anche sì, in un certo qual modo), è romanzo di "intrattenimento" di Alice Basso.
Detto questo, perché poi magari qualcuno cerca la profondità narrativa tipo La trilogia della città di K. o La tregua di Primo Levi, e ci resta male, ma questo romanzo letto proprio a cavallo di questo 25 aprile può essere un pugno nello stomaco o una strattonata forte alla nostra coscienza e reattività assopita.
La vita feroce di quel tempo mette i nostri protagonisti davanti a delle scelte, estreme, scelte che mai nessuno vorrebbe fare ma che alcuni hanno il coraggio di fare.
Alcune di queste scelte erano magari un po' più prevedibili di altre solo a posteriori riflettendo sull'anima di certi personaggi.
Ho sofferto con loro e ho pianto in un fase nella quale il coraggio viene riconosciuto e viene riconosciuta l'esigenza di adoperarsi in prima fila per contrastare il male, perché è una guerra, una guerra che può esser combattuta in tanti modi, purché si combatta, purché non si resti indifferenti.
Non so se ad altri farà lo stesso effetto che ha fatto a me, ci sono circostanze personali che a volte consentono di trovare in una storia quel qualcosa in più che magari altri non trovano o che io stessa non avrei trovato in altri momenti, ma adesso, dopo questo 25 aprile, dopo questo giorno guardando in Italia e in Europa è difficile pensare di lasciare che un lupo ti divori senza far niente per strapparselo di dosso.
Edited by SaraBloom - 27/4/2024, 20:26
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