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CITAZIONE (Atenaide2 @ 7/12/2023, 10:30) Finito pure il conformista di Moravia, un romanzo che mi ha colpita perchè, tramite la vicenda di un protagonista segnato dalla sorte e forse dalla sua stessa natura, parla del concetto di noramlità, che lui ricerca in epoca fascista. E questa normalità è disposto a pagarla col sangue. Lo sguardo disincantato, malinconico, lontano e odiosamente distaccato con cui osserva il mondo, la moglie, gli altri, se stesso, impediscono di sentirci partecipi con la sua vita e ne fanno un "tipo", quasi un topo, prigioniero enl suo labirinto mentale e storico. E in questa sua ricerca di un'uscita (insanguinata), incontra altri tipi che sotto una patina di "rispettabile" normalità, hanno vizi, tendenze, una vita interna e dei vissuti che mal si accordano a tale normalità superficiale, a cominciare dall'apparente banale moglie. è un mondo senza redenzione, quella di chi, strisciando per sopravvivere nella cloaca di uan vita normale, finalmente vede uno spiraglio. Bel romanzo, forte e potente, ma a tratti tanto, troppo, analizzatore. Fa paura una tale freddezza (quella che ho percepito io, almeno) dell'autore, verso il suo personaggio e verso gli uomini di un'epoca di camaleonti senz'anima(apparente). Per molti anni l'ho considerato uno dei miei libri preferiti. Ricordo che fu una lettura che mi colpì, non di quelle che fai con leggerezza e poi passi avanti. Viene considerato, dalla critica, in modo meno positivo rispetto al suo più noto "Gli Indifferenti", ma per me, che lessi prima questo de Gli indifferenti, lo trovo di maggior spessore, che fa riflettere molto di più. Sarei tentata di rileggerlo dopo tutti questi anni per vederlo con gli occhi più adulti. Ma come alcune cose che ci sono stante piaciute ho quasi paura a farlo per il timore di rovinarmi il ricordo positivo.
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